Lavorare con i social media vuol dire entrare in contatto con persone più o meno interessate al tuo messaggio. Quel “più o meno” è fondamentale perché rappresenta il tuo impegno, la tua abilità nel coinvolgere quelle persone. Perché questo è il punto di partenza: non basta creare un profilo o un account social per ottenere risultati.
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ToggleCreare un profilo è il primo passo. Poi devi ottimizzarlo. Devi creare una copertina e un avatar che permettano all’utente di riconoscerti ovunque, devi ragionare su un piano editoriale che ti permetta di diluire i messaggi commerciali in un calendario utile al tuo pubblico. Ricordi il modello 5-3-2 dell’autopromozione? Pubblicare contenuti degli altri utenti utili al tuo pubblico, poi i contenuti personali e poi quelli non collegati alla tua attività professionale.
Ecco, con una riflessione sul tipo di contenuti da pubblicare sui social hai già fatto un passo avanti. Ora devi conquistare definitivamente il pubblico con la psicologia. Sì, esatto. Proprio con la psicologia. Ci sono dei passaggi legati all’uso delle parole e delle immagini che ti permettono di ottenere dei risultati diversi. Dei risultati migliori. Sono dei principi semplici che che permettono di ottimizzare la tua attività di social media marketing. Vuoi qualche esempio?
1. Statistiche
I numeri sono sinonimo di conoscenza, di precisione, di studio approfondito. Quando usi le statistiche sui social stai dando un segnale forte e chiaro: io conosco la materia, ho i numeri dalla mia parte e posso dimostrare tutto. In realtà questo è un messaggio che stai inviando, un messaggio che deve essere supportato da una reale conoscenza della materia. E soprattutto dalla possibilità di giustificare e definire le metriche utilizzate per ottenere quelle statistiche.
2. Vantaggio
Hai poco spazio. Hai poco tempo. In realtà sui social – soprattutto su Twitter – tutto si riduce al minimo indispensabile. Sembra che le persone abbiano veramente poco tempo da investire. Eppure passano tutta la giornata sul telefonino… Non è questo il punto: l’attenzione si sposta da un punto all’altro, da un’applicazione all’altra, e le fonti da consultare sono tante. Troppe.
Ecco perché devi catturare subito l’attenzione dell’utente. Come? Con il vantaggio immediato. Questa regola è efficace: comunica prima di tutto il vantaggio che può ottenere una persona da un’azione. Vuoi far cliccare l’utente sul link? Spiega cosa può ottenere, ma spiegalo in modo semplice e immediato. Proprio come fa Hubspot in questo tweet: vuoi più lead? Segui il webinar. Da notare il sapiente uso dell’hashtag e la prossimità tra vantaggio suggerito e link. Il click è assicurato (o quasi).
3. Negativo
Siamo abituati a messaggi positivi. Ovvero a messaggi che ci consigliano la strada giusta per ottenere un risultato, per smuovere l’audience, per intraprendere la strada necessaria. Ma questi messaggi hanno un difetto: sono tutti uguali. La mente è assuefatta e tende a ignorarli. Per questo puoi sfruttare la tecnica del messaggio negativo.
Come perdere i tuoi follower in 9 giorni, come distruggere la tua audience in 2 settimane, come perdere i clienti e allontanare i visitatori in tempo record. Le soluzioni sono infinite. E possono portare in ogni caso alla noia, ma se usi questo tipo di messaggio una tantum puoi attirare l’attenzione dell’utente che sfoglia pagine e profili alla ricerca di articoli interessanti.
4. Scarsità
Il pubblico ha un problema da risolvere. Deve fare formazione, deve ottimizzare un sito, deve prenotare una vacanza. Ma è anche indeciso. Lo faccio? Non lo faccio? per questo la psicologia ci suggerisce il principio della scarsità da abbinare al vantaggio materiale: ultimi 5 giorni per prenotare il webinar con il 20% di sconto. Funziona? Certo, però non esagerare: rischi di fare concorrenza a Giorgio Mastrota nelle televendite dei materassi (dove è sempre l’ultima occasione disponibile).
5. Fonte di ispirazione
Devi solo condividere link, articoli, call to action per forzare gli utenti a cliccare su un collegamento legato alla tua attività? No, puoi condividere anche i link dei tuoi colleghi ma a volte le persone hanno bisogno anche di ispirazione. Le persone hanno bisogno di qualcuno che indichi la strada da seguire. Senza atteggiamenti profetici, ma solo con l’umiltà di chi ha macinato esperienza nel proprio campo.
Qui l’esempio arriva da Neil Patel che colleziona diverse condivisioni e preferiti. Certo, un messaggio del genere non porta alcun beneficio diretto grazie alla condivisione (non ci sono link a prodotti o a contenuti del blog) ma ne beneficia la sua immagine, il suo essere punto di riferimento per il pubblico. Le persone non seguono un account commerciale: seguono le fonti essenziali.
6. Visual
I contenuti visual sono uno strumento di comunicazione essenziale, capace di interfacciarsi con la parola scritta e modificare il potenziale comunicativo del messaggio. In altre parole: la comunicazione scritta e quella visual possono influenzare il comportamento del pubblico. Come? Con un sapiente uso dei codici. Ecco un esempio:
La General Electric, già segnalata su questo blog per la sua strategia visual storytelling, usa le immagini per coinvolgere i follower. Nel messaggio lascia la call to action, ovvero l’invito a scaricare l’app (utile per scoprire il mondo delle motrici GE) e nell’immagine lancia una domanda a innesco: quanti Boeing 747 posso rimorchiare? Il visual attira l’attenzione, la domanda è stimolante e invoglia l’utente a scaricare l’app.
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Ora è il tuo turno: vuoi mettere in pratica questi consigli? Hai qualche domanda pratica? Lascia le osservazioni, gli interrogativi e le strategie che preferisci nei commenti e aiutami a completare questo articolo con la tua esperienza.