Nel corso degli ultimi anni, in concomitanza alla crescita esponenziale dei canali di comunicazione digitale, è cresciuta anche la specializzazione nella redazione dei contenuti. Al fine di migliorare l’esperienza di navigazione degli utenti, le strategie digitali hanno dovuto adattare i testi a questo obiettivo.
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ToggleEd è proprio in questo contesto che sono nati UX writing e microcopy, due particolari varianti del Copywriting in Rete. Vediamo allora di cosa si tratta nello specifico, e cerchiamo di capire come e perché possa essere utile integrarli nella propria strategia di comunicazione digitale.
UX writing e microcopy: cosa sono?
La prima domanda che ci si pone quando si affronta un discorso relativo ad UX writing e microcopy è: cosa sono davvero? Cerchiamo allora di andare con ordine.
Per UX writing si intende la redazione di tutti quei contenuti utili a guidare la navigazione dell’utente su di un sito web, un blog o all’interno di un’App – non a caso, UX sta per User Experience -.
In modo chiaro, coinciso e semplice, l’UX writer ha quindi il compito di scrivere tutti quei testi a cui spesso si fa poca attenzione, ma che sono invece fondamentali per gli obiettivi di business aziendali: il form per l’iscrizione alla newsletter, il messaggio di errore, la call to action e molto altro ancora.
Un compito importante, perché scegliere le parole giuste nei testi brevi può davvero influire sui risultati di un’azienda. Lo ha dimostrato Maggie Stanphil, UX Director di Google, che nel corso di Google I/O ha rivelato come la modifica di una CTA abbia incrementato il tasso di engagement del 17%. Semplicemente sostituendo le parole “prenota una stanza” con “verifica la disponibilità”, il coinvolgimento degli utenti è aumentato in maniera evidente.
Questo dimostra quanto sia importante conoscere la psicologia e le abitudini degli utenti per un UX writer. D’altronde, i microcopy sono quei testi che in pochissime parole devono migliorare l’esperienza di navigazione dell’utente, rendendola più semplice possibile e orientandola nella giusta direzione.
Per intenderci, quando parliamo di microcopy ci riferiamo a: bottoni della Call to Action, headline e sottotitoli, istruzioni e FAQ, messaggi di conferma e/o errore, didascalie, bottoni di navigazione, voci del menù, errore 404 e via dicendo. Insomma, tutti quei microtesti che hanno l’obiettivo incoraggiare gli utenti a navigare un sito e compiere azioni ben definite.
Microcopy, tutte le caratteristiche
Anzitutto, è bene considerare che l’esigenza di scrivere testi brevi nasce dall’attitudine degli utenti ad essere impazienti ed annoiarsi facilmente. In questo senso, un contenuto lungo finisce sempre con il rivelarsi controproducente.
Ma anche un microtesto deve essere ben scritto per riuscire a raggiungere l’obiettivo di migliorare l’esperienza di navigazione di un utente.
Per capire come scrivere davvero un microcopy, Serena Just – una delle maggiori esperte di UX writing – ha elencato alcune delle caratteristiche che i testi brevi devono avere per essere efficaci:
- chiari, ossia scritti con termini semplici, facendo attenzione ad utilizzare sempre la forma attiva dei verbi
- concisi
- coerenti, così da non generare confusione nell’utente
- informativi
- naturali, ossia privi di tecnicismi
- umani, il che si traduce nella predilezione per il tu
- mirati
- inclusivi, ossia scritti in un linguaggio che possa risultare facilmente comprensibile a tutti gli utenti.
Quando è utile l’UX writing?
Considerando che l’utente è al centro di ogni strategia di comunicazione digitale, potremmo addirittura affermare che l’UX writing è utile sempre. Un po’ azzardato, forse.
Ma tenendo conto del potere dei microcopy ai fini dei risultati di business, è chiaro che non si possa proprio trascurare una buona redazione dei contenuti. E soprattutto dei microcontenuti.
L’UX writer ha infatti il compito non solo di migliorare l’esperienza di navigazione dell’utente, ma anche quello più complesso di costruire un raccordo tra le esigenze del pubblico e l’offerta dell’azienda.
In un certo senso, infatti, i microcopy risultano utili per orientare le scelte degli utenti all’interno di un sito o di un’App, guidandoli in un percorso già definito dall’azienda stessa.
Poche parole, ma efficaci, possono aiutare il pubblico a prendere una decisione di acquisto piuttosto che una di abbandono del carrello. Possono incentivare l’iscrizione ad una newsletter oppure aumentare la voglia di abbandonare la community.
Questo perché l’UX writing ha l’obiettivo di mettere l’utente in una condizione utile per recepire al meglio quanto comunicato dai microtesti.
Facciamo un esempio pratico. Se vogliamo convincere gli utenti a firmare una petizione, è molto importante scegliere con cura parole che possano provocargli un senso di indignazione.
In questo modo, chi legge sarà portato a mettersi dalla parte di chi ha scritto il testo, finendo con il decidere di sottoscrivere la petizione. E questo non riguarda i contenuti lunghi, bensì i microcopy di cui abbiamo parlato finora.
Questo per dirvi che qualunque sia la piattaforma – sito, App, newsletter o chissà cos’altro – con cui volete conquistare l’utente, non potrete mai prescindere dal pianificare una strategia di UX writing.