Tre suggerimenti per la gestione della SEO per chi non è un SEO

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Spesso chi non si occupa di SEO si trova a coordinare e gestire un team al cui interno ci sono anche i SEO. Ecco tre suggerimenti utili per monitorare la strategia di indicizzazione di un sito web sui motori di ricerca.

Come avrete capito dalla introduzione questo articolo è stato pensato per i responsabili marketing, i CMO e per tutti quei dirigenti che pianificano le strategie SEO aziendali, perché o che i SEO siano interni all’azienda o esterni ci sono dei capisaldi che bisogna sempre seguire per aver successo sui motori di ricerca.

Programmare e raggiungere gli obiettivi SEO con gli OKR

Alla base di qualsiasi strategia c’è sempre la programmazione degli obiettivi da raggiungere. Nella SEO più che mai, soprattutto se gestita da un team, la pianificazione è fondamentale per avere sempre il punto della situazione.

In questo caso gli Objectives e Key Result o OKR sono fondamentali, tanto che lo stesso Google, ad esempio, li utilizza nella gestione aziendale.
I OKR servono a mirare il lavoro della SEO, dividendo l’intero processo in obiettivi specifici da raggiungere.

I classici obiettivi misurabili si chiamano smart, ma si possono creare tutti quelli che si vuole, pianificandoli nel tempo, che generalmente vengono fissati ogni tre mesi, così da fare una verifica almeno quattro volte l’anno.

Il tempo di tre mesi è un tempo minimo, spesso non sufficiente per vedere realizzati i propri sforzi SEO, ma sono un ottimo punto di partenza per mettere in atto un processo di revisione insieme al cliente, al proprio team o con altri stakeholder.

Alcuni esempi di OKR per la SEO

  • Guidare la strategia data-driven content dell’azienda.
  • Eseguire campagne di backlink multilingue (inglese e seconda lingua) per aumentare l’autorevolezza di Google.
  • Guidare la strategia per la SEO nazionale per testare i mercati non inglesi per la generazione di lead.
  • Costruire una solida base per il successo della SEO migliorando la struttura del sito web.

Oltre a principi cardine di base esistono anche degli OKR più evoluti come:

  • Aumentare la visibilità online per far aumentare il traffico organico.
  • Aumentare in modo esponenziale il fatturato aziendale complessivo, lavorando con i lead acquisiti con il traffico organico.
  • Aumentare in modo esponenziale l’acquisizione di lead su base settimanale.

L’importante è ricordarsi sempre che un obiettivo si ritiene raggiunto quando tutti i risultati chiave vengono raggiunti.

Per semplicità potremmo individuare alcuni risultati chiave in:

  • Aumento del traffico organico dell’X per cento su base utenti Y/mese.
  • Aumento del ranking per le parole chiave selezionate.
  • Aumento della visibilità organica per le parole chiave target dell’X per cento.
  • Pianificare strategia X di topic backlink correlati con i guest post.
  • Risolvere tutti gli X problemi tecnici individuati con il SEO e web site audit.
  • Creare X quantità di contenuti SEO-driven al mese.
  • Migliorare le metriche dei contenuti unici, revisionando e accorpando i contenuti duplicati e comuni.
  • Migliorare la velocità di caricamento dell’intero sito e/o della della pagina da X secondi a Y secondi sia da desktop che da mobile.

Per coloro che fossero interessati ad approfondire il tema degli OKR sul sito è possibile trovare su okrtemplates.com esempi di marketing OKR.

A questo punto bisogna mettere nero su bianco tutti i dati individuati andando a registrarli anche in un semplice foglio di calcolo così da snellire i compiti dei SEO.

Un altro aspetto da non sottovalutare assolutamente sono i risultati chiave che coprono più dei semplici lead e ricavi. Essi da sempre sono particolarmente importanti nella SEO e nel content marketing, fosse solo perché più tempo si spende per raggiungerli più si rallenta la strategia SEO.

Ben si capisce che quando le keyword sulle quali si è incentrata una strategia SEO raggiungeranno le prime posizioni si inizieranno a smuovere i fatturati aziendali..

Tutti noi sappiamo bene che sono quasi sempre i primi tre risultati in prima pagina dei motori di ricerca che alimentano la maggior parte del traffico organico e una volta raggiunto questo traguardo certamente si inizieranno a vedere i primi cambiamenti sostanziali.

Una volta impostati gli obiettivi bisognerà monitorare costantemente, oltre al traffico organico, le conversioni e le entrate andando a misurare e comprendere i progressi per vedere se ci stiamo muovendo nella giusta direzione e se le nostre iniziative sostengono i nostri obiettivi.

Ecco perché per potenziare al meglio una strategia SEO bisogna sempre integrare i risultati chiave con le principali metriche SEO: crescita del profilo backlink, domini di riferimento, domain authority/rating.

A questo punto bisogna porsi sempre una domanda sola: stiamo generando risultati? Se sì bisogna proseguire sulla strada intrapresa, se invece la risposta è negativa bisogna migliorare i risultati chiave.

Trovare e risolvere i gap nella SEO

Spesso chi non svolge la professione del SEO ha difficoltà a capire da dove partire: cura e salute del sito, profilo backlink, traffico organico sono solo parole di difficile comprensione.

Possiamo però dire che il traffico organico, ossia tutto il traffico che arriva da una ricerca fatta sui motori di ricerca, perché funzioni e porti risultati deve soddisfare tre componenti principali:

Infrastruttura tecnica: un sito web deve sempre permettere ai motori di ricerca, Google in primis, di eseguire il crawl e comprendere il in modo corretto l’intero sito (codici e contenuto).

Rilevanza del contenuto: chi fa una ricerca su un motore inserisce parole e frasi. Ecco l’importanza del contenuto che non deve essere solamente corretto, ma deve essere pertinente e rilevante per il sito web dove viene pubblicato

Autorità attraverso backlink: un sito web che viene linkato, menzionato o citato da altri siti web è un sito che agli occhi dei motori di ricerca ha del valore. Più i backlink arrivano da siti web dello stesso settore e da siti autorevoli, più la authority verrà “trasmessa” al sito linkato.

Ma ancor prima bisogna capire, come dicevamo, dove possono essere i gap, le lacune SEO da sistemare, così da mettere “in salute” il sito web e potenziare il ranking. Alcune domande che potremmo porci potrebbero essere:

  • Il sito web è lento e deve essere ottimizzato per il caricamento sul web?
  • Sono stati creati contenuti rilevanti che soddisfano le esigenze dell’utente?
  • I siti web che linkano il sito sono di nicchia? Hanno attinenza? Sono autorevoli in materia?

La cosa principale da capire è che ci sono delle regole da rispettare ma l’interpretazione e la pianificazione di una strategia cambia da caso a caso:

Alcuni professionisti SEO e del digital marketing si concentrano sui link, altri sui contenuti. Non esiste una formula magica, ma certamente ottimizzare tutti e tre gli elementi costitutivi della SEO sopra citati è fondamentale.

Uno schema mentale che generalmente funziona potrebbe essere quello di rispondere a domande come: su cosa ci si è maggiormente concentrati nel 2019? Quali fattori potrebbero essere stati trascurati? Quali fattori hanno contribuito al maggior successo?

Per che volesse approfondire nel dettaglio i fattori di ranking di seguito vengono citati due grandi studi a livello internazionale:
Studio del 2019 di Authority Hacker
Studio 2016 di Brian Dean Dean

Quando diciamo che la pratica è molto diversa dalla teoria lo diciamo perché come regola generale spesso valgono i principi come:

  • I siti particolarmente ricchi di contenuti grandi come quelli vecchi con migliaia di pagine spesso si concentrano di più sulla SEO tecnica, sull’indicizzazione dei contenuti, sul crawl budget e sui backlink.
  • Le start-up e i piccoli siti web al contrario potrebbero concentrarsi sulla creazione di contenuti basati sull’ottimizzazione delle parole chiave, sulla struttura del sito e sulla creazione di backlink.

Pianificare le riunioni del team SEO

Sia che si gestisca un team interno o ci si affidi ad una SEO agency esterna, può risultare utile basarsi sui principi del libro “Traction and the EOS” (entrepreneurial operating system) per la programmazione di un un meeting framework.

I meeting framework aiutano a tradurre i OKR in pratici to-dos da fare ogni settimana.

Esempio n1: Riunione di successo da fare lo stesso giorno, alla stessa ora, con lo stesso ordine del giorno, che inizia alla tal ora e finisce alla tal ora.

L’ordine del giorno della riunione può avere questo aspetto:

  • Inizia in orario – e con buone notizie.
  • Rapporti sugli OKR a livello aziendale.
  • Segnalazione di SEO OKR, tra cui:
  • Risultati ottenuti nella settimana passata.
  • Revisione dei risultati principali.
  • Programmazione settimana e to-dos.
  • Pianificazione prossime quattro settimane.

Durante il meeting verranno anche sollevate tutte le domande provenienti dalle vari segnalazioni, tra cui:

  • Priorità delle questioni.
  • Identificazione del problema.
  • Discutere il problema.
  • Risolvere il problema (e creare un’iniziativa o un’azione).
  • Arrivare ad una conclusione, tra cui:
  • Ricapitolazione delle iniziative o to-dos.
  • Ratificare il meeting.

L’utilizzo degli OKR e di un chiaro ordine del giorno delle riunioni aiuta a trasformare la SEO in un’attività pratica e gestibile che si concentra su obiettivi molto chiari da raggiungere.

Tutto il processo rende la SEO mena sfocata e confusa ma soprattutto aumenta drasticamente le possibilità di successo.

Per questo motivo spesso viene raccomandato di:

  • Creare un obiettivo stimolante ogni trimestre.
  • Rendere questo obiettivo misurabile definendo i risultati chiave.
  • Assicurarsi di coprire tutte e tre le parti della SEO, e non solo quella che si predilige.
  • Includere le SEO health metric che consentono di monitorare i progressi.
  • Avviare una riunione SEO semplificata per monitorare i progressi e per sollevare e discutere le questioni che nascono di volta in volta.

[via searchenginejournal.com]

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