Tool SEO: i migliori strumenti seo gratis e a pagamento

Gli strumenti SEO sono quei software progettati per aiutare i professionisti del digital marketing ad analizzare e ottimizzare il proprio sito web. In questo post Christian, Mattia e Ilaria di Studio Samo ci raccontano quale sono i tool che trovano più utili nelle loro routine SEO.
migliori tool seo

Come ogni materia del digital marketing, anche la SEO si avvale di un suo toolkit per agevolare le molteplici fasi di analisi che la caratterizzano.

Ma, vi starete chiedendo, cosa sono gli strumenti SEO?

Gli strumenti SEO sono quei software progettati per aiutare i professionisti del digital marketing ad analizzare e ottimizzare il proprio sito web.

Esistono tantissimi tool online che possono aiutarti in ogni singola fase di lavorazione: dalla Keyword Research, passando per il Search Intent, fino all’ottimizzazione SEO OnPage e alla Link Building.

Bisogna tuttavia fare una premessa: indipendentemente dallo strumento o tool SEO che si utilizza, alcune fasi sono sempre e comunque a carico del professionista.

Noi del team SEO di Studio Samo vi forniremo una lista di tool che solitamente usiamo nella nostra routine di lavoro, ma starà poi a ciascuno di voi capire:

  • cosa si vuole chiedere al software;
  • estrapolare unicamente i dati utili;
  • analizzare i dati ed elaborare una strategia SEO.

Software SEO free o a pagamento

Chiarito questo punto, bisogna affrontare un’altra questione “calda”. 

Esistono strumenti SEO gratis in grado di fornirci dati di qualità o è necessario indirizzarsi verso i tool a pagamento per avere informazioni che siano dettagliate e corrette?

In questo articolo esploreremo i migliori tool SEO disponibili sul mercato, suddividendoli per fasi di utilizzo e fornendo informazioni su quelli gratuiti e a pagamento.

Continuate a leggere e prendete nota: siamo sicuri che alcuni di questi tool non li avete mai usati!

Ricerca delle query

La keyword research è quell’analisi necessaria a individuare i volumi di ricerca delle query di interesse.

Scopriamo insieme quali sono i tool a cui potersi affidare.

Google Keyword Planner

Lo strumento di ricerca per parole chiave di Google.

Viene usato per generare idee per le parole chiave basate su un massimo di dieci “seed keywords” o da un sito web o URL.

Strumento di pianificazione delle parole chiave di Google

Questo strumento è a pagamento? Sni. Teoricamente, per avere i dati è sufficiente crearsi un account su Google Ads per poter usufruire del Keyword planner: tuttavia i dati non saranno così dettagliati!

Se non hai attiva nessuna campagna, avrai dei range di volumi di ricerca estremamente generici (0-10; 10-100;100-1.000;1.000-10.000).

Se hai un sito web su cui poter fare anche una piccola campagna di brand protection, il nostro consiglio è quello di attivarla. In questo modo avrai volumi di ricerca dettagliati e potrai fare delle considerazioni estremamente più precise.

Se lavori per portare risultati organici su Google, questo è sicuramente lo strumento di ricerca migliore: è proprio Google stesso, infatti, a fornire i dati sulla media dei volumi di ricerca mensili su base annua.

SEOZoom

La suite SEOZoom è in realtà uno strumento molto più complesso di un semplice tool di ricerca per le parole chiave.

Nella sezione keyword Infinity puoi esplorare le query e le relative correlate con volumi di ricerca. 

Keyword Infinity di SEOZoom

Un’altra sezione molto interessante per la ricerca delle query è quella denominata “scopri keyword”: una sezione che affianca al listato di parole, anche una mappa che raccoglie visivamente i differenti cluster di query: molto utile per trovare spunti e potenziali correlate.

La Suite SEOZoom è a pagamento, ma è possibile usufruire di un periodo di prova gratuito.

SEMrush

Uno dei tool SEO più utilizzati in tutto il mondo, grazie all’ampio numero di funzioni che offre, e alle lingue ed i paesi supportati. Con SEMrush puoi fare una ricerca di parole chiave, scoprendo il volume di ricerca mensile, le domande correlate, le variazioni di query, le domande inerenti alla query digitata, il trend e molto altro.

Se siete alla ricerca di una suite completa, SEMrush è uno strumento da prendere in considerazione: sicuramente non il più economico, questa suite ha un layout intuitivo e delle strumentazioni molto interessanti.

La mia preferita? Gap di keyword. Analizza il gap di query che ci sono sul tuo sito/url rispetto a quelle dei competitor.

Gap di Keyword su SEMRush

SEMrush è a pagamento, ma permette di effettuare un periodo di prova di 7 giorni.

Keyword Generator di Ahrefs

Uno strumento gratuito che estrae le prime 100 idee per parole chiave per qualsiasi “seed keyword” o frase dal database di oltre dieci miliardi di parole chiave in oltre 170 paesi. 

Keyword Generator di Ahrefs

Mostra il volume di ricerca mensile stimato per ogni suggerimento, ma non è questo l’aspetto più interessante. Keyword Generator di Ahrefs ti permette di fare una ricerca dei volumi su Google, Bing, Youtube e Amazon. Ottimo per chi lavora su più motori di ricerca!

Google Trends

Uno strumento che mostra la popolarità di un argomento nel tempo. È fondamentale per chi ha la necessità di navigare i trend e stare al passo con i tempi per scrivere contenuti, come ad esempio i siti editoriali.

Non solo, è utile anche per analizzare un trend di ricerca nel preciso momento in cui serve analizzarlo. Il planner di Google, infatti, mostra i volumi di ricerca fino al mese precedente: se hai bisogno di avere un’idea dei trend di ricerca su un topic nell’immediato, Google Trends può fare al caso tuo.

Analisi delle SERP

Come già spiegato nel nostro articolo dedicato – Search Intent e SEO: cosa sono le intenzioni di ricerca – il Search Intent si analizza direttamente nelle SERP.

Per capire se le query hanno natura transazionale, informativa, navigazionale, local, info-transazionale ecc…; per determinare se una query è in target con i nostri obiettivi; per capire se due query tra loro hanno lo stesso Search Intent; per comprendere come si comportano i competitor in SERP: per tutto questo e molto altro bisogna analizzare le SERP.

Tuttavia, l’analisi del Search Intent fatta in questo modo, può essere estremamente lunga. Per questo motivo, quando si hanno poche risorse di budget e di tempo, può essere utile sfruttare alcuni tool che velocizzano l’analisi delle SERP.

SERP Checker di SpySERP

Fino a poco fa gratuito, ma da diversi mesi a pagamento, SERP Checker è il migliore strumento di analisi delle SERP che finora il team di Studio Samo è riuscito a individuare.

Questo strumento ti permette di comparare due o più query selezionando: il motore di ricerca, quante query visualizzare (top 10 o top 100), quale località selezionare, quale device scegliere (mobile o desktop) e come visualizzare la SERP.

SERP Checker di SPYSERP

È possibile scegliere la visualizzazione “standard”, quella arricchita di meta description o quella identica alla SERP sul web.

Di solito in Studio Samo prediligiamo la visualizzazione standard, poiché, pur essendo quella più scarna di informazioni, tuttavia, mano a mano che si selezionano i risultati, il tool evidenzia con gli stessi colori quelli in comune tra le SERP in analisi.

Attenzione però: i risultati che si illuminano dello stesso colore non sono necessariamente la stessa identica pagina (sono sicuramente lo stesso dominio!). 

Comparatore delle SERP di Jfactor

Tool gratuito di comparazione delle SERP. 

Permette di analizzare solo due query per volta, fa visualizzare unicamente 20 risultati per SERP e permette di selezionare il paese.

Comparatore di SERP JFactor

A differenza del precedente, questo tool colora in automatico solo i risultati che hanno la stessa pagina in comune, ma il colore è sempre lo stesso per tutti i risultati.

Molto utile per chi ha poco tempo e non ha possibilità di acquistare un tool. Tuttavia fornisce veramente poche informazioni e non riesce a evidenziarle in modo inequivocabile.

Tool per l’analisi in pagina

Il classico tasto “ispeziona” o “visualizza sorgente pagina” è lo strumento che tutti abbiamo a disposizione per poter analizzare l’On Page di un contenuto: tuttavia, talvolta può essere dispersivo andare alla ricerca di un pacchetto di informazioni all’interno di tutto il codice.

Proprio per questo può essere estremamente utile affidarsi a dei tool che mettono in evidenza unicamente quegli elementi SEO utili all’ottimizzazione di una pagina.

Vediamoli insieme.

SEOMinion

Cominciamo da SEOMinion: il tool di analisi dell’OnPage che in assoluto preferiamo.

SEO Minion

Il layout è fresco e intuitivo e lo strumento ti permette di verificare molto facilmente tantissimi elementi.

La sezione “analizzare OnPage_SERP” ti permette di vedere nell’immediato lo snippet, il canonical della pagina, il meta tag robots, il codice di stato della pagina, gli heading tags, i dettagli sulle immagini: insomma, tutte le informazioni generiche di base per la verifica SEO di un contenuto. 

Estensione SEO Minion per Chrome

Con la sezione “evidenziare tutti i link” puoi letteralmente evidenziare i link in pagina (elemento molto utile soprattutto in quei siti in cui l’anchor text non si distingue bene dal resto del testo).
Inoltre questa sezione ti permette di distinguere i link esterni da quelli interni e i link follow da quelli nofollow.

Il tool mette poi a disposizione altre sezioni fondamentali, come ad esempio il controllo dell’hreflang, ma la mia preferita in assoluto è la sezione “anteprima SERP”.

Grazie a questa sezione puoi testare in diretta sulle SERP di tuo interesse lo snippet della tua pagina.

Purtroppo, da circa una settimana, questo tool è diventato a pagamento. Non è l’unico tool a fornire certi dettagli, ma grazie alla sua grafica e ad alcune sezioni uniche si distingue in termini positivi dai suoi competitor.

MetaSEO Inspector

MetaSEO Inspector non ha molto da invidiare a SEOMinion. Questo tool gratuito riesce a soddisfare le necessità di base in fase di analisi OnPage.

Meta SEO Inspector

Anche in questo caso troviamo, infatti, lo snippet, il canonical della pagina, il meta tag robots, il codice di stato della pagina, gli heading tags, i link interni ed esterni, informazioni sulle immagini.

Non solo: Meta SEO Inspector, rispetto al suo competitor, riesce a fornire anche un’anteprima dei dati strutturati e, nella sezione “Opengraph”, restituisce i dettagli dei canali social collegati al sito.

Per quanto a livello di layout ritengo che questo tool sia un po’ dispersivo, dal punto di vista tecnico svolge le sue funzioni in maniera ottimale.

Google SERP Simulator di Technical SEO

Technical SEO ha un sacco di funzioni: quella più utile per la fase di analisi in pagina è “simulazione delle SERP”.

Se non avete la possibilità di acquistare SEOMinion e sfruttare la sezione “anteprima SERP”, potete usare una combo di MetaSEO Inspector per le parti sopra citate e Google SERP Simulator per avere una preview degli snippet. Tutto gratuitamente.

Google SERP Simulator di Technical SEO

A differenza di “anteprima SERP” di SEOMinion non verrete catapultati nella SERP reale, ma potrete comunque avere un’anteprima visiva del vostro snippet scegliendo anche la tipologia di device.

SEO Tecnica

Se fate SEO saprete di certo che “ottimizzare” è un concetto piuttosto ampio, che abbraccia tantissimi aspetti, siano essi interni o esterni al sito stesso. Se invece vi state avvicinando alla materia preparatevi a dovervi confrontare non solo con l’aspetto più umanistico, legato ai contenuti, ma anche con uno più tecnico, molto più vicino allo sviluppo. Vediamo quindi quali strumenti possiamo utilizzare per facilitarci un po’ le cose durante le nostre analisi.

Screaming Frog SEO Spider

Quando si parla di tool per la SEO tecnica non si può non menzionare Screaming Frog SEO Spider. Questo tool, come recita il nome stesso, non è altro che un crawler di siti e, come tale, scansiona tutte le pagine che trova, muovendosi attraverso i link interni, per raccogliere informazioni di varia natura.

Screaming Frog

Con Screaming Frog si possono fare audit SEO on-page completi, esaminando i link interni ed esterni, verificando la presenza di link non funzionanti, controllando i meta tag, le immagini, i contenuti duplicati, dati strutturati e molto molto altro.

Tutte le informazioni vengono visualizzate in una dashboard chiara e ben organizzata, dove i dati possono essere ordinati a piacere, filtrati ed esportati in modo tale da poterli gestire in combinazione con altri tool.

Attraverso l’utilizzo delle API, Screaming Frog si integra inoltre molto facilmente con piattaforme esterne, fornendo così preziose informazioni aggiuntive. Ad oggi sono supportati Google Analytics, Google Search Console, Moz, Majestic, Ahref e persino Pagespeed Insights

Questo tool SEO è disponibile anche in italiano e in versione free (limitato a 500 URL e con alcune opzioni mancanti) ma il suo prezzo estremamente contenuto lo rende uno degli strumenti must-have nella propria toolbox. Con audit ricorrenti, la possibilità di mantenere uno storico delle scansioni, le modalità lista e confronto (fondamentali per le migrazioni) e innumerevoli funzionalità rendono Screaming Frog estremamente utile in qualsiasi fase dell’attività SEO.

Google Search Console

Per capire l’opinione che Google ha del nostro sito quale migliore fonte del diretto interessato?

Google Search Console è un tool fondamentale per le attività SEO perché, a seconda della sezione che consultiamo, ci aiuta in diverse occasioni: dal check del posizionamento al rilevamento di problemi tecnici.

All’interno di Google Search Console troviamo infatti 4 sezioni principali: Rendimento, Indicizzazione, Esperienza e Miglioramenti; la prima è essenziale per capire se le nostre attività stanno andando nella direzione giusta mentre le altre ci aiutano ad identificare errori e potenziali miglioramenti tecnici che possano favorire sia il crawler che gli utenti.

Tramite Search Console siamo infatti in grado di verificare lo stato di indicizzazione, controllare gli errori di crawling e di rendering, testare la compatibilità mobile, inviare le sitemap XML, richiedere la rimozione di URL indesiderati, visualizzare le prestazioni del tuo sito in termini di clic, impressioni, CTR e posizione media per le diverse query di ricerca, identificare pagine che rispondono troppo lentamente, problematiche relative ai tag canonical e tanto altro. 

Tutto questo sulla base di ciò che Google sa del nostro sito: se con Screaming Frog infatti i dati che otteniamo dalla scansione di un sito sono relativi solamente al momento stesso della scansione, con Search Console possiamo avere uno storico delle informazioni e soprattutto capire il comportamento sia degli utenti provenienti dalle SERP che del bot.

Serve una visione più ampia? Perché non affiancare Google Search Console anche Bing Webmaster Tools? Questo set di strumenti non sono altro che il corrispettivo di Google Search Console messo a disposizione da Bing e ci possono aiutare a capire come stiamo lavorando anche al di fuori del mondo di Big G.

Google PageSpeed Insights

Altro tool must-have per l’analisi SEO tecnica, Google PageSpeed Insight è la piattaforma ufficiale di test delle performance, messa a disposizione da Google, i cui dati si basano su Lighthouse e, quando disponibili, su dati CrUX.

Attraverso PageSpeed Insights siamo in grado di stabilire quale sia il punteggio di velocità calcolato per il nostro sito, dove 0 indica il valore peggiore e 100 quello migliore.

A prescindere dal punteggio generale il tool ci aiuta per determinare se il nostro sito segue le direttive di Google sui cosiddetti Core Web Vitals e ci indica quali siano le risorse da gestire (es. immagini da comprimere o servire in formati next-gen, CSS e JS che bloccano il rendering, ecc.) per avere un sito maggiormente performante.

PageSpeed Insight non si limita però solo alle performance. Così come avviene su Lighthouse nel report di PageSpeed Insight sono disponibili informazioni di base in merito ad accessibilità, best practices di sviluppo e SEO; l’analisi viene ovviamente fatta a livello di singola pagina tuttavia, quando i dati CrUX sono disponibili, è possibile avere dei valori di massima dell’intero dominio.

Malgrado sia sempre consigliato dare uno sguardo al tool ufficiale, PageSpeed Insight non è però l’unico tool con cui possiamo testare le performance. Esistono numerosi tool che possiamo utilizzare per analizzare le prestazioni dei nostri siti, tra questi possiamo citare GTMetrix, Pingdoom Tools, WebPageTest.org e SpeedVitals.

Schema Markup Generator

Così come il già citato SERP Simulator Merkle ci mette a disposizione altri , utilissimi tool per l’analisi SEO tecnica del nostro sito…e la parte migliore è che tutti questi tool sono gratuiti!

Tra tutti i tool della suite Merkle, presenti su https://technicalSEO.com/tools/, Schema Markup Generator si rivela essere particolarmente utile nella costruzione di dati strutturati personalizzati.

Attraverso il tool Schema Markup Generator possiamo infatti creare, in maniera semplice e veloce, diverse tipologie di markup personalizzato nel formato JSON-LD, ovvero quello preferito da Google. Local Business, FAQ, Events e Recipe sono solo alcuni dei markup che possono essere generati, dandoci inoltre la possibilità di testare il contenuto generato tramite gli strumenti che vedremo tra poco.

Schema Validator 

Capita molto spesso che i siti presentino dati strutturati incompleti, errati…o totalmente assenti.

Schema Validator

Se nell’ultimo caso è piuttosto facile fare un analisi, nei due casi precedenti può essere più pratico utilizzare un tool rispetto al controllo manuale del codice sorgente.

Il tool di Schema.org ci viene in aiuto proprio per questo: identifica tutti i dati strutturati facenti parte del proprio vocabolario e ne segnala eventuali errori, permettendoci di intervenire in maniera mirata.

Attraverso lo strumento, raggiungibile all’indirizzo https://validator.schema.org/,  è anche possibile incollare sole porzioni di codice, in modo da svolgere un controllo mirato o lavorare su siti non ancora pubblicati e quindi non raggiungibili online.

Test dei risultati avanzati

Anche Google ha un proprio sistema di analisi dei dati strutturati, il Test dei risultati avanzati, ma nonostante il risultato sia simile al Validator di Schema.org il principio alla base dell’analisi è completamente differente: se, come abbiamo già visto, tramite Validator possiamo analizzare tutti i dati strutturati facenti parte del vocabolario Schema.org, tramite Il Rich Snippet Testing Tool di Google siamo in grado di determinare quali siano i dati strutturati, di una specifica pagina web, che possano contribuire ad ottenere un rich snippet in SERP.

Test dei risultati avanzati di Google

Ecco perché è importante effettuare il test dei dati strutturati con entrambi gli strumenti: il primo ci da indicazioni di conformità al linguaggio standardizzato di Schema.org mentre il secondo ci indica quali evidenze potremmo ottenere nella rete di ricerca di Google.

Security Headers

Vi ricordate quando abbiamo parlato della sezione Best practices di PageSpeed Insight? Ottimo, allora sappiate che tra le best practices analizzate da Google ci sono le cosiddette security headers. 

Security Headers

Malgrado possa sembrare qualcosa di estremamente tecnico queste “intestazioni di sicurezza” non sono altro che semplici istruzioni inserite nella sezione header di un sito per definire comportamenti specifici che possano impedire attacchi esterni…ma non solo.

Esistono diverse istruzioni che possiamo impartire attraverso le security headers (come ad esempio bloccare impedire l’accesso al giroscopio o alla camera del nostro smartphone) ma alcune di queste sono fondamentali per la sicurezza e caldamente consigliate da Google.

Per conoscere se e quali security headers include il nostro sito possiamo utilizzare un tool gratuito messo a disposizione da Probely all’indirizzo https://securityheaders.com/. Il tool non solo scansiona l’header del nostro sito e restituisce un punteggio di qualità ma ci da inoltre indicazioni su quali siano le istruzioni consigliate da inserire e quali i valori da indicare.

Se è vero che queste indicazioni non sono oggetto di attività SEO diretta è pur vero che la navigazione sicura degli utenti è da anni oggetto dell’attenzione di Google; un sito compromesso non ha quindi possibilità di mantenere il proprio ranking fintanto che non verrà ripulito.

Conclusioni

Questi sono solo alcuni dei tool SEO disponibili online, chi non li conosce sicuramente ne utilizzerà altri molto simili.

A prescindere da tutto, dal momento che la maggior parte degli strumenti svolge la stessa funzione, la scelta ricade su ciò che è più adatto alle vostre tasche e che al tempo stesso vi fa lavorare in maniera ottimale.

I nostri consigli finali sono:

  1. laddove c’è l’esigenza di ottimizzare contenuti per Google, se c’è la possibilità, è meglio utilizzare gli strumenti che Google stesso fornisce. In questo modo abbiamo maggiore garanzia di lavorare con metriche più simili alla realtà.
  2. Non affidatevi alle metriche di un unico tool: è sempre meglio usare molteplici strumenti così da avere una panoramica più ampia.
  3. Non prendete tutti i dati come fossero oro colato: prima di usare un qualsiasi strumento, cercate di capire come vengono calcolate le metriche. Dopo aver preso nota di ciò che vi suggerisce il tool SEO, analizzate i numeri e adottate una strategia: prendete nota delle azioni che effettuate e, successivamente, ricontrollare con gli strumenti a disposizione se le vostre ipotesi erano corrette.

Ricordate: qualsiasi strumento SEO utilizziate, potrà essere solo un supporto al vostro lavoro.

Ringraziamo per questo post Christian Violi, Mattia Cantoni e Ilaria Nardinocchi, SEO Specialist in Studio Samo

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