Perché LinkedIn Pulse è il miglior strumento per fare personal branding?

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Vuoi usare LinkedIn Pulse per fare personal branding e probabilmente stai scegliendo uno degli strumenti migliori. Non è una frase lanciata a caso ma un’affermazione basata su una riflessione chiara: stai lavorando con il content marketing su una piattaforma per professionisti.

Quindi perfetta per curare rapporti con colleghi, clienti, datori di lavoro. Basta questo per rispondere alle domande di chi cerca uno strumento ideale per far conoscere il proprio nome a un pubblico di persone potenzialmente interessate? Non credo, analizziamo meglio il punto.

Cos’è LinkedIn Pulse: definizione e spiegazione

Questo strumento, già disponibile da diversi anni nel social network in questione, si può definire un CMS primordiale ed estremamente semplificato. Ma capace di creare un blog interno al tuo profilo LinkedIn. Qui, infatti, puoi pubblicare aggiornamenti di status ma con limiti evidenti.

LinkedIn Pulse, invece, è un surrogato di WordPress con le dovute differenze. In realtà puoi solo pubblicare articoli e con una semplificazione massima di tutti gli strumenti editoriali. D’altro canto hai proprio ciò che ti serve per fare un buon lavoro di personal branding su internet.

Da leggere: ottenere un piano editoriale su LinkedIn

Cosa ottenere e fare con questo strumento

Puoi scrivere dei post proprio come fai sul tuo blog personale. Però ti mancano una serie di strumenti di formattazione e per arricchire i contenuti. Non sei su WordPress, l’editor consente di effettuare una formattazione base (liste puntate, grassetto…) e inserire foto e video embedded.

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Iniziamo a scrivere buoni contenuti?

Niente di più. Quando pubblichi gli articoli hai le ultime preview nel profilo personale. Puoi mostrare headline e immagine per consentire al pubblico di incrociare i titoli e portare nuove visite sui tuoi contenuti. Ed è qui che inizia il lavoro di LinkedIn Pulse per fare personal branding.

Come sfruttare LinkedIn Pulse per il tuo brand

La combinazione tra scrittura di articoli e pubblicazione sul profilo personale funziona perché in questo modo usi la spinta di LinkedIn per intercettare potenziali clienti e persone interessate ai servizi. Ma non lo fai con semplici aggiornamenti di status: usare il content marketing.

Mi riferisco ad articoli nei quali puoi sempre dimostrare competenze e professionalità. Lavorando su una consapevolezza di brand difficile da ottenere in altro modo. Le persone leggono, si interessano al tuo mondo, memorizzano il contatto e lo associano a valori positivi.

È sempre così? Dipende da come organizzi il tuo calendario editoriale e usi questo strumento. Qualche idea? Ecco una serie di passaggi da tenere sempre in considerazione quando usi LinkedIn Pulse per fare personal branding (o anche lead generation, non cambia la sostanza).

Pubblica contenuti unici

Il primo problema da superare: l’idea di poter ottenere buoni risultati in termini di brand awareness pubblicando su Pulse i testi già messi online sul blog aziendale e personale, Troppo facile, devi considerare la possibilità di creare un calendario a parte. Con relativo investimento.

Intercetta il tuo pubblico

Perché LinkedIn Pulse funziona quando vuoi un buon lavoro di personal branding? Semplice, riesci a raggiungere le persone giuste. Se la valutazione sull’unicità dei contenuti ha la sua influenza sulla qualità del risultato lo stesso si può dire rispetto alla riflessione che si deve fare sul target.

Non vendere un prodotto

O meglio, lo devi attivare in modo differente. Usa LinkedIn Pulse per raggiungere le persone che vuoi intercettare ma lavora su un piano diverso da quello che useresti per vendere prodotti o servizi. Non è questo il posto giusto per farlo, non è la giusta idea per fare inbound marketing.

Call to action, collegamenti sulle pagine istituzionali del sito web e link verso landing page ci possono essere, è chiaro. Ma prova a usare questo block notes come un diario di bordo.

Qui è dove puoi fare storytelling e mettere in atto una narrazione del tuo lavoro diretta. Senza filtri e passaggi ufficiali. L’idea è questa: differenzia, staccati dall’ufficialità del sito, fai qualcosa di diverso. Ma fallo pensando sempre al tuo target di riferimento. Non perderlo di vista.

Non ti dimenticare di condividere

La combinazione Pulse/branding funziona perché usi i contenuti per intercettare il pubblico e portarlo verso il tuo contributo di valore. Tutto ciò funziona meglio se usi gli strumenti della piattaforma per condividere ciò che hai messo online. In primo luogo usi il profilo personale.

Con una condivisione del link hai quel pizzico di visibilità in più grazie alla tua bacheca. Puoi fare lo stesso anche su un’eventuale pagina aziendale e nei gruppi tematici che si trovano sul social. Attenzione, il rischio di diventare puro e semplice spam è alto, usa con cura questa soluzione.

condivisioni su pulse
Qui puoi condividere il tuo articolo.

Ad esempio ti inserisci in conversazioni attinenti e suggerire la lettura del tuo blog su Pulse. Ma sempre in modo non forzato e aggiungendo una nota, un commento personale. Ultimo passaggio: i post che crei su questa realtà hanno i comandi di share. Quindi ripubblichi anche su Facebook e Twitter. Senza dimenticare la visibilità che puoi dare al lavoro svolto grazie a una newsletter.

Per approfondire: creare un calendario editoriale su Facebook

Usi LinkedIn Pulse per fare personal branding?

Secondo te è uno strumento utile per lavorare nella direzione giusta? Io credo proprio di sì a patto che venga usato in modo da non intralciare ciò che fai sul blog ufficiale, senza cadere nella ridondanza e nel proporre articoli già pubblicati altrove. Ci vuole tempo e impegno anche per questo canale, non credi? Tu come hai deciso di usare Pulse? Lo trovi utile?

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