Nel mondo del social media marketing ogni canale ha la sua pertinenza. Spesso si punta l’attenzione sui video, sempre più importanti in una SMM strategy, oppure sulle immagini create su misura per le varie realtà. Magari con l’aiuto di Canva. Detto in altre parole, il visual storytelling catalizza gli sforzi dei social media manager.
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ToggleMa questo non deve distogliere l’attenzione dal copywriting, dalla buona scrittura online. In un ambiente come quello dei social network, basati sulla sintesi e sull’immediatezza del messaggio, usare le parole giuste è un passaggio fondamentale. In questo modo puoi convincere il pubblico e spingerlo verso i tuoi obiettivi.
Obiettivi che possono essere diversi, non sempre il tutto si riduce al click: aumentare le visite del sito o del blog può essere importante per ottenere buoni risultati, anche in un’ottica di inbound marketing. Ma nel lavoro quotidiano del social media manager c’è un’attenta diversificazione degli obiettivi. Che spesso diventano passaggi intermedi come l’engagement. Ma cosa significa esattamente?
Cos’è l’engagement e perché è importante
L’engagement è l’attività social che ti consente di attivare il pubblico per portarlo verso un’interazione utile ai tuoi canali. Spesso l’engagement viene tradotto con il termine ingaggio ma, come spesso accade in questi casi, l’equivalente in italiano non rende giustizia alla vastità del significato veicolato dall’inglese.
Sviluppare l’engagement sui social vuol dire guardare i propri canali per quello che sono: strumenti per interagire con le persone, creare discussione, annullare le distanze tra chi scrive e chi legge. Per capire l’engagement bisogna afferrare la filosofia dell’universo social. Puoi usare questi tool per sponsorizzare offerte e contenuti, e va bene. Puoi creare un calendario editoriale social per alimentare l’interesse delle persone, ed è una scelta saggia.
Ma se vuoi ottenere il massimo dai social devi puntare sull’engagement. Ovvero sulla capacità dei social network di trasformarsi in piazza, in luogo di discussione umano, reale, genuino. Troppo impegnativo?
Solo scuse. I grandi brand hanno capito l’importanza di questa relazione e investono in community manager capaci di sfruttare le conversazioni. Senza dimenticare che puoi migliorare l’engagement sui social con l’aiuto del social copywriting. In che modo? Ecco 5 passaggi essenziali da segnare in agenda.
Punta sul target, sempre
Il primo passaggio, quello che fa la differenza e riesce a migliorare l’engagement: creare testi in grado di considerare il target. E che rispecchino lo spirito, le aspettative di chi legge. Un buon lavoro sulle statistiche e le informazioni demografiche delle piattaforme social (penso a Facebook Insight) ti può aiutare a comprendere la composizione del pubblico, e i gusti. Cosa piace e cosa non piace.
Così puoi operare sul tone of voice della comunicazione. Questo significa scrivere in modo da interagire in modo da rispecchiare le esigenze del pubblico. O delle potenziali audience, perché non esiste un unico blocco di seguaci. In questo caso può essere utile basarsi sulla strategia e creare delle personas. Ovvero delle rappresentazioni idealtipiche del potenziale pubblico.
Parlare nel modo giusto, scegliere le parole e le formule adatte a un determinato lettore, è la partenza per qualsiasi comunicazione. Anche quella che prende in esame il social copywriting.
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Usa le domande per richiamare l’attenzione
Sai cosa funziona? La domanda. Il lavoro di social copywriting che punta all’engagement deve sfruttare al massimo il potere dell’interrogativo che irrompe nella timeline. Ma questo è il vero tocco di classe: non basta lanciare una domanda nella mischia per avere buoni risultati, devi valutare le reazioni.
Ma soprattutto le questioni devono seguire uno schema ed essere inserite nel calendario editoriale. In che modo? Ci sono diverse idee, a me piace osservare la regola dei tre livelli: una parte dedicata alla promozione, una alla content curation e un’ultima all’engagement con il pubblico interessato alla tua attività.
Prevedere una pubblicazione per animare l’engagement può essere una buona soluzione, ma ricorda di evitare le forzature: conoscere il pubblico è la prima regola da seguire. Altrimenti rischi di diventare falso come una moneta da 3 Euro. Un consiglio: puoi pensare a un hashtag specifico per il question time.
Incoraggia i contenuti generati dagli utenti
Una buona soluzione per lavorare sull’engagement: chiedere alle persone di pubblicare dei contenuti nei commenti. Ad esempio delle foto mentre usano un prodotto o svolgono un’azione. In questo modo sfrutti il desiderio di protagonismo insito in ognuno di noi, e fai in modo che il contenuto nasca dal basso. Dal pubblico che segue la tua essenza social.
Ovviamente questa strategia deve tener presente le caratteristiche della singola piattaforma. Ad esempio su Instagram puoi invitare le persone a pubblicare le foto con una menzione al tuo account, o con un determinato hashtag. Le foto migliori, ovviamente, verranno ricondivise dall’account principale. O magari trasformate in copertina per la pagina Facebook: devi creare un’occasione per spingere gli utenti a partecipare.
L’importanza della call to action
Uno degli strumenti più efficaci per aumentare l’engagement sui social network? Dopo le domande inserisci una call to action. Ovvero una richiesta, un invito ad agire. A fare qualcosa. Ad esempio a lasciare un commento, che può essere la propria opinione. O l’idea su un determinato argomento, su un passaggio affrontato.
La call to action può essere contestualizzata nel paragrafo finale di un articolo. Su un post pubblicato su Facebook o su un’altra piattaforma social lo spazio è limitato: non puoi sprecare troppe parole, hai le battute contate. Soprattutto su Twitter. Ecco perché devi sfruttare al massimo il dono della sintesi. Come deve essere una CTA? Imperativa, breve, diretta al pubblico e in linea con il tone of voice.
Personalizza il testo quando possibile
Sempre rispettando il target, puoi provare a personalizzare le domande per rendere più diretto e chiaro l’interrogativo. E rivolgere la parola alla persona che sta leggendo, senza tanti giri. Un esempio su tutti? Quello della Coca Cola, sempre attenta all’uso dei social per alimentare la community.
Cosa puoi notare in questo screenshot? In primo luogo ci sono tutti i punti che ho elencato. Ad esempio c’è un testo breve, sintetico. E trovi una call to action che suggerisce all’utente cosa fare. Ma al tempo stesso il tone of voice viene declinato con maestria per creare un testo simpatico e amichevole con le persone giuste.
C’è anche la personalizzazione degli attori: noi azienda, tu cliente che hai scelto il prodotto. Investire sull’engagement e usare la lingua italiana per creare distanza non è una scelta vincente. O almeno non sempre, devi valutare ogni caso.
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Social copywriting: stai lavorando sull’engagement?
Ragionare in termini di social copywriting vuol dire essere in grado di spingere le persone verso i tuoi obiettivi strategici. In modo naturale, senza forzature. Semplicemente sfruttando poche e semplici leve.
Ma leve sempre efficaci, in grado di attivare l’interesse del lettore. Soprattutto se la scrittura si fonde con un buon uso del visual. Secondo te l’engagement è così importante da aver bisogno di una strategia copy? Sviluppi le discussioni? Ti aspetto nei commenti, lascia la tua opinione qui.