“Social signals” è un termine di settore per indicare ogni volta che il tuo sito viene menzionato sui social network, come Facebook, Twitter, Pinterest, Google+ etc. Esistono molte forme di social signals, tra cui il “Mi piace”, la condivisione con i tuoi amici, il retweet, il pin… questi funzionano proprio come i collegamenti ipertestuali da siti web e blog. Se utilizzi qualsiasi social network, allora hai probabilmente familiarità con i social signals e ne hai certamente creati tu stesso.
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ToggleE’ sempre più evidente che l’importanza dei social signals per il posizionamento sui motori di ricerca sta aumentando col passare del tempo, tant’è che diversi esperti di ottimizzazione per i motori di ricerca si stanno allontanando dalle tecniche di link building classiche in favore di tweet, pin, like e +1.
Tuttavia, gli esperti del settore stanno ancora cercando di capire esattamente quanto sia forte il ruolo che i segnali sociali svolgono nel posizionamento organico. Molti studi sono stati condotti per determinare l’esatta correlazione tra social signals e classifiche SEO, con risultati variabili.
Ho raccolto qui 5 casi di studio che possono aiutare te (e me) ad ottenere qualche indicazione in più su questo tema ancora assai controverso.
Case Study # 1: Come ottenere un posizionamento rapido con i social signals
In questo caso di studio condotto da KaisertheSage.com, Jason Acidre ha deciso di prestare molta attenzione a come viene classificato un suo contenuto appena pubblicato.
Dopo essere stato ritwittato da alcuni power user, come Garret French, notò che il suo articolo era schizzato al # 2 per la parola chiave “get in content links” in meno di 12 ore.
Tuttavia, la sua “spinta” nella SERP è stata di estremamente breve durata: la sua pagina è crollata in picchiata pochi giorni dopo. Dopo tre giorni, la pagina non era tra i primi 50 risultati in Google.
Come lo stesso Jason afferma nel suo caso di studio:
[…] è importante subito dopo sostenere il processo di ottimizzazione della pagina con l’acquisizione di link in entrata di alta qualità per garantire o migliorare ulteriormente il suo posizionamento.
Conclusione: i social signals possono dare al tuo contenuto un massiccio – ma molto provvisorio – aumento in SERP di Google.
Case Study # 2: Pinterest, Twitter e YouTube per vincere su Google
Questo studio, per gentile concessione di Backlinksvault.com, è un po’ sul lato black hat delle cose.
Invece di basarsi su azioni sociali naturali, come l’esperimento di Jason, Matthew Anton ha deciso di costruire centinaia di social signals falsi su Pinterest, Twitter e YouTube (curiosamente, non ha costruito alcun segnale da Facebook o Google+).
Ad esempio, dai un’occhiata alla loro presenza su Pinterest:
Bella eh? 😀
Il risultato? La loro homepage (BookmarkingBeast.com) è saltata nella top 10 per un certo numero di loro parole chiave di destinazione, tra cui “social bookmarking service”, con cui erano arrivati al terzo posto assoluto. Anche se non hanno aggiornano il caso di studio con risultati a lungo termine, ho controllato e ho notato che attualmente sono ancora ben posizionati per diverse parole chiave competitive.
E’ difficile però stabilire se ciò sia dovuto ai social signals o all’effetto dei link che hanno ottenuto da quando il caso studio è stato pubblicato.
Una cosa interessante che hanno notato è che la spinta in SERP ha contribuito a rafforzare il riconoscimento del marchio: che può aiutare a costruire link editoriali naturali nel lungo periodo.
Conclusione: i social signals – soprattutto su larga scala – potrebbero avere influenza in SERP anche a lungo termine.
Case Study # 3: L’effetto di un tweet nel ranking – un caso di studio inaspettato
Questo è uno dei casi di studio più approfonditi che ho trovato, per gentile concessione di Moz.
Dopo che Moz ha pubblicato la loro “Guida al SEO per principianti”, Smashing Magazine (che ha una quantità enorme di follower), l’ha twittata.
Non solo la pagina è comparsa sulla prima pagina per la parola chiave “beginner’s guide” (guida per principianti), ma il loro traffico dai motori di ricerca per quella parola chiave è aumentato così:
Dal momento che questo caso di studio è stato pubblicato nel 2011, ti consiglio di prendere questo risultato con le molle. D’altra parte, i social signals probabilmente hanno più influenza ora di quanto ne avevano nel 2011: quindi il caso è ancora valido.
Conclusione: tweet da utenti influenti possono influenzare le classifiche a breve termine per determinate parole chiave.
Case Study # 4: Google Plus e Authorship Markup per il SEO
Questo potrebbe essere il caso di studio SEO più ben fatto che abbia mai visto. Qui, Jeff di jeffalytics.com ha deciso di costruire quattro siti di nicchia ottimizzati intorno a quattro parole chiave con numero di ricerche mensili (e concorrenza) simili:
Poi, ha verificato l’autore per tre di questi quattro siti.
Ha riscontrato che l’authorship markup di Google+ non ha avuto influenza sulla posizione in SERP. Tuttavia, ha trovato anche che:
sembrava che una condivisione da un account attivo di Google+ sia sufficiente per spingere questi siti di nicchia in una buona posizione.
Conclusione: le azioni su Google+ offrono un significativo e duraturo impulso in SERP.
Case Study # 5: social signals, posizionamento e contenuti duplicati
In questo caso di studio, shrushti.com ha voluto vedere se poteva aumentare il posizionamento di una pagina per la parola chiave “Argos Voucher Codes March 2013” utilizzando solamente i social signals.
Anche se questa parola chiave non è molto competitiva, la pagina che ha cercato di posizionare aveva contenuti duplicati.
La pagina ha ricevuto segnali sociali provenienti da diverse fonti (e non backlink):
Dopo pochi giorni la pagina è saltata dal posto 400° alla prima pagina in Google.co.uk.
Conclusione: retweet, Google+1 e “Mi piace” / azioni di Facebook fanno la differenza per le parole chiave con bassa concorrenza, anche per le pagine con contenuti duplicati.
Le mie conclusioni
Anche se ho incluso solo cinque casi di studio qui, ho letto un sacco di altri casi ed articoli mentre effettuavo ricerche per questo post.
Qui ci sono alcune mie considerazioni:
- Pare che i social signals diano alle pagine una spinta a breve termine. La loro influenza decresce fin quasi a zero nel corso del tempo.
- Il caso #4 indica che (anche solo) una condivisione da un account abbastanza influente su Google Plus fa la differenza anche a lungo termine. Ho letto questo anche su vari forum e articoli. Dato che Google possiede il network, può scansionare i suoi contenuti, e più facilmente individuare profili falsi. Come è facile intuire, le azioni su Google Plus hanno più peso per il SEO rispetto alle azioni su Facebook o Pinterest.
- I social signals possono portare visitatori verso il tuo sito (sia da una ricerca organica che attraverso le reti stesse), ciò aumenta l’esposizione del tuo marchio. Nel corso del tempo, aumenta perciò la probabilità di ricevere link naturali ai tuoi contenuti.
- E’ ancora presto per avere una risposta certa su quanto i social signals influenzino i risultati di ricerca rispetto ai segnali “tradizionali” (link, ottimizzazione onsite), ma appare evidente dalla maggior parte degli studi condotti che vi è una forte correlazione – diretta o indiretta – tra la presenza sui social e il posizionamento sui motori di ricerca.
E tu? Quali conclusioni hai tratto da questi 5 studi o da altri articoli che hai letto sull’argomento? Mi piacerebbe avere la tua opinione nei commenti qui sotto!
Una risposta
Sono rimasto colpito da questo articolo. Penso che i segnali sociali siano una prerogativa indispensabile oggigiorno. I 5 casi che citato sono la dimostrazione di come sia stretta la relazione tra segnali sociali/Seo. Social Media come google+ ne è la dimostrazione. Oltre al posizionamento di molte parole chiave, i segnali sociali aiutano a potenziare il tuo brand. Sicuramente una giusta conbinazione di Seo e seganli sociali ti garantiscono un balzo sulle serp!