Il 2015 è ormai alle porte e fra gli addetti ai lavori ritorna in auge, al pari del tombolone e del tressette, il gioco delle previsioni SEO. Non potevo esimermi e quindi, in modo assolutamente non richiesto, dico la mia.
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ToggleSperando che non faccia la stessa figura di quando dissi: “Titanic? Mi sembra un filmaccio, non lo andrà a vedere nessuno” Una storia vera, eh.
Beh, speriamo che a galleggiare non siano tanto le mie previsioni SEO quanto le posizioni in SERP, che Google se vuole è più infido del Grinch.
I trend della SEO per il 2015
Se Paolo Fox tira fuori una massima per ognuno dei dodici segni zodiacali, per rimanere nell’ambito della fortuna (e del Marketing) estraggo 7 carte dal mio cilindro – se bianco o nero, decidete voi.
1. Più Marketing meno tecnica
Fermo restando che non voglio assolutamente dire che le conoscenze tecniche per un SEO avranno meno peso, anzi, sono una parte fondamentale di questa disciplina trasversale. Ma credo che bisognerà guardare tutti più al livello superiore, quello di Marketing, per portare risultati che siano confacenti ai KPI dei clienti.
2. Dove vai se il Mobile non ce l’hai?
Il dato che mi ha impressionato in questo 2014 è la crescita costante degli accessi sui siti dei clienti – di vari settori – da dispositivi mobile. So che ogni dannato anno, almeno da 4-5 anni, si dice che sia l’anno giusto ma il break, il sorpasso del Mobile ai danni del Desktop è sempre più vicino: attrezzarsi per l’usabilità e l’ottimizzazione è una priorità e un dovere nei confronti degli utenti.
Se poi questo diverrà un fattore di ranking diretto lo scopriremo soltanto lavorando.
3. Semantica: menzionati meglio che linkati?
Se il 2014 è stato il boom della semantica nella SEO, almeno nei post di settore e come appeal secondo solo a Kate Upton, il 2015 sembra non voler cessare il trend. Le menzioni e le co-citazioni invece della vecchia e cara Link Building?
Si accettano casi studio vincenti come risposta.
4. Un approccio sempre più olistico
Si è smesso da un po’ di parlare di rapporto 1:1 nelle azioni SEO. D’altronde con tanti fattori che influenzano il posizionamento, è più facile vincere la bolletta della domenica giocando le partite della Erste Liga. Paragoni austro-calcistici a parte, credo che si richieda sempre più un approccio d’insieme delle attività di Search Engine Optimization.
Singoli interventi saranno sempre più gocce in un oceano pieno di SERP mostruose.
5. Il mio regno per un Content
Il contenuto è Re da anni ormai, ma è sempre sembrato più un Targaryen in esilio che il vero sovrano del WeSEOros. Nel 2014 ho però avuto modo di poter finalmente constatare, grazie alla fiducia di certi clienti, quanto il Marketing dei contenuti fosse potente e in pieno ROI per la SEO.
Per il 2015 si spera sempre di migliorare il trend.
6. PR, la nuova Link Building?
Le attività spinte di ottimizzazione offpage hanno vissuto un Ottobre da Horror quando Google si è rivestito da Pinguino dopo tanto tempo. Sebbene la SEO vecchia come le mummie continui a perdurare nei settori borderline, negli altri casi è possibile – in my humble opinion- se ci sono margini di budget, spolverare la cornetta e tirare su delle belle strategie di Public Relations.
Link Earning è un bell’augurio di fine anno, ma nessuno guadagna nulla senza penare.
7. Google libererà un altro animale dallo zoo?
Si sente la mancanza (ma anche no) di una nuova fiera sguinzagliata nelle pagine dei risultati di ricerca, quantomeno ai fini della letteratura SEO. Chissà che il 2015 non segni l’apertura di un’altra gabbia.
Incrociando le dita e sperando che non si tratti di un altro filtro punitivo.
E per te? Qual è la tua previsione per la SEO del 2015?
6 risposte
L’aumento degli accessi da dispositivi mobili è innegabile: le stats di ogni sito lo dimostrano. Come attrezzarsi invece per creare engagement da mobile? Gli utenti di canali come Facebook, oramai, utilizzano questi devices per la gran parte del tempo di connessione. Più complesso postare commenti, a quanto pare, più semplice e veloce, lasciare un Like, anzichè commentare o lasciarsi coinvolgere da concorsi, app che richiedono la compilazione di form et similia. Quale contenuto creare, quindi, per stimolare i fans ad interagire di più tramite smartphone o tablet? Oppure i Mi Piace diventeranno sempre più una metrica che non vogliamo farci bastare?
Ciao Marino!
Guarda considera che ho proprio un caso particolare che sto affrontando in questi mesi. Sto seguendo infatti una fashion blogger lato SEO: la ragazza ha un seguito enorme su Instagram (circa 40k e passa fan) mentre sul sito, da questo social ha pochissimi referral.
Lasciamo stare il tipo di interazione su Instagram stesso : 1,5k mi piace a foto, a malapena un centesimo dei commenti.
Credo che molto dipenda dal device che utilizzano gli utenti nella navigazione: fra l’altro ha una grande percentuale (ben al di sopra della media) di accessi “direct” al sito, quasi esclusivamente da desktop quest’ultimi.
Purtroppo la situazione non è tracciabile, ma che siano gli stessi utenti di Instagram che appena accendono il PC vanno a guardare il blog?
Ci può stare, di sicuro con i dispositivi mobile la navigazione è totalmente differente e tocca quindi adeguare sia strategie che obiettivi!
7) le bestie selvaggie…
Eh si… dopo anni e anni di costruzione link secondo i dogmi e rispetto delle regole in vigore nei tempi, tutto vanificato da un malefico pinguino: un network di siti crollato come un castello di carte.
E sappiamo tutti che non c’è più nulla da fare (dove trovo il tempo per contattare migliaia di siti, directory, modificare firme nei forum, far togliere link dagli article-marketing, … ?).
Nottate, sangue e lacrime buttati nel … ehm… cesso (posso dirlo?).
Ciao 😉
Luca
Ciao Luca!
Io mi sto orientando per tenere traccia di tutti i link “homemade” in modo tale che nel caso siano facilmente rimovibili .. se no è un bel casino si!
Posso testimoniare il caso opposto a quello di Luca, infatti, alcuni siti da me curati sono balzati in testa alle classifiche di Google per tutte le parole chiave, dopo l’avvento di Penguin. Ho sempre fatto link building naturale, creando contenuti interessanti e unici sia da inserire nel sito che per le PR online e offline. Penguin ha penalizzato quasi tutta la concorrenza, premiando quelle pagine che invece di fare link building sfrenato e innaturale, hanno arricchito nel tempo i loro contenuti e le loro relazioni.
Yo Franco!
Grazie del tuo contributo 🙂 In che settore?