Ci stiamo dirigendo sempre di più verso un mondo vocale per editori, rivenditori e marchi e Microsoft ha deciso di potenziare Cortana su Android e iOS.
Amazon con il suo Alexa sta iniziando una nuova rivoluzione nel mondo della vendita on-line e Google, o meglio ancora Microsoft sa bene che gli assistenti virtuali tra qualche anno saranno sempre di più presenti nelle case come negli uffici.
Basti pensare ai cambiamenti repentini che la ricerca vocale ha fatto con gli smartphone e a come la SEO stia sempre più cambiando proprio in questa ottica, dove le persone sono sempre più in velocità e dove interagire vocalmente con un device sembra essere la soluzione più utile alla richiesta di domande e risposte.
Già da mesi stiamo parlando di “v-commerce“, la naturale evoluzione degli e-commerce che avverrà attraverso una sempre crescente lista di canali voice-first, ed è per questo motivo che gli assistenti virtuali richiederanno agli esperti di marketing di pensare in modo diverso, andando ad adattare le proprie strategie di marketing ai nuovi strumenti digitali.
Il nuovo CEO di Microsoft Satya Nadella, a differenza del suo predecessore, è un uomo pragmatico, un uomo che pensa al fatturato a 360 gradi e non ad assumere una posizione di leadership che negli anni non ha portato giovamento al gigante americano.
Nadella ha deciso di seguire una strada diversa, adottando iOS e Android per la distribuzione del software Microsoft quando i telefoni Windows hanno fallito come piattaforma. E ha cercato di fare la stessa cosa per Cortana con Alexa e potenzialmente l’assistente di Google .
Un passo fondamentale lo ha fatto instaurando una collaborazione reciproca con Amazon per realizzare un assistente di interoperabilità, provando, nel frattempo, a trovare una sinergia anche con Apple.
Amazon e Microsoft hanno subito trovato un punto in comune: ciascuno vuole l’accesso al pubblico dell’altro così da potenziare la propria rete di vendita prodotti e conoscenza. Amazon ha venduto oltre 100 milioni di dispositivi Alexa a livello mondiale (la maggior parte negli Stati Uniti), mentre Microsoft ha, secondo i dati pubblici più recenti, oltre 500 milioni di utenti Windows 10 attivi mensilmente.
Dati che qualunque SEO dovrebbe prendere in esame, cercando, nel tempo, di orientare le proprie strategie di posizionamento e visibilità verso nuovi orizzonti. La SEO insite è e resterà sempre un punto fermo, ma pensare che un’azienda ad oggi possa basare le proprie strategie di marketing solo ed unicamente su un unico punto focale è certamente sbagliato e poco redditizio.
Al contrario, seguendo di riflesso l’operato dei giganti del marketing si possono in parte anticipare le tendenze e con esse anticipare i competitor che non stanno sfruttando ancora tali strumenti.
Amazon sta perseguendo una “strategia Alexa in tutto il mondo”, cosa di cui Microsoft ha analogamente bisogno, cercando, come dicevamo, una sempre maggiore visibilità per la sua Cortana. Tuttavia Nadella è anche filosoficamente orientata verso le partnership. Da parte loro, Google e Apple probabilmente saranno meno inclini a fare un’integrazione più profonda di quella che è già disponibile oggi con le app Cortana per iOS e Android, perché sono ancora troppi i business in diretta concorrenza.
Basta leggere i numeri del report di Voysis / Voicebot.ai per capire come mai Google abbia dichiarato che il suo Assistente è disponibile su un miliardo di dispositivi. Secondo Apple, Siri ha più di 500 milioni di utenti attivi in tutto il mondo. Ecco perché Google o Apple molto probabilmente non andranno oltre le integrazioni per Cortana già esistenti.
Indipendentemente da chi ha più portata e utilizzo, gli assistenti virtuali e le interfacce vocali sono già diventati un’interfaccia utente multipiattaforma, sia su smartphone, altoparlanti intelligenti, infotainment in-car, smart TV e altri elettrodomestici intelligenti utilizzati in casa. E l’utilizzo della voce ovunque e comunque non farà che rafforzare il loro utilizzo su tutte queste categorie di dispositivi.
Un’interfaccia utente multipiattaforma, vuol dire che questi dispositivi incamerano milioni di informazioni di ogni singolo utente andando a rielaborarne una ad una, segmentando gusti, ricerche, interessi ecc. Una profilazione utente di altissimo livello come fino ad oggi non si era mai vista.
Piuttosto che pensare alla voce come a un singolo canale, come si vede spesso, i marketer dovrebbero pensare in modo olistico al dispositivo e al contesto di utilizzo. Gli altoparlanti intelligenti attualmente vedono modelli di utilizzo relativamente ridotti rispetto agli smartphone, dove la voce viene utilizzata in modo esteso per cercare e realizzare più tipi di attività.
Quasi tutti gli “acquisti di voci” – principalmente le query di ricerca vocali avviate – stanno avvenendo da smartphone.
Per la comunità SEO, la via da seguire con la voce (almeno nel breve periodo) è chiara: ottimizzare gli snippet. Secondo uno studio di un anno fa (leggi qui il nostro articolo) l’80% delle risposte su Google Home derivavano dagli snippet, mentre solo un restante 20% proveniva da altre fonti di dati strutturati (ad es. Locali, ricerca di voli).
[via searchengineland.com]