Creare un piano editoriale su LinkedIn vuoi dire ottenere dei risultati diversi, si presuppone migliori, rispetto a chi improvvisa la propria attività. Ovviamente un lavoro del genere non è sinonimo di successo perché i fattori correlati sono tanti. E difficili da prevedere.
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ToggleD’altro canto LinkedIn può essere gestito come una qualsiasi attività di content marketing. Quindi devi individuale un target di riferimento, degli obiettivi da raggiungere e dei contenuti per far combaciare ogni cosa. Attirando un’audience allineata al tuo progetto di business.
Con un calendario degli interventi e delle pubblicazioni, è chiaro, tutto diventa molto più facile da gestire. Ecco una piccola guida da seguire per creare un buon piano editoriale con LinkedIn.
A chi ti rivolgi: definisci il target
Questo è il punto essenziale da chiarire per avviare qualsiasi attività di pianificazione dei post su LinkedIn. I contenuti (testi, immagini, foto, video) che decidi di pubblicare devono essere sempre pensati per intercettare e soddisfare un target preciso. Utile ai tuoi scopi di marketing.
L’efficacia del tuo lavoro su questa piattaforma, così come per qualsiasi altra realtà editoriale sul web, è legata all’aderenza tra ciò che pubblichi e le esigenze di chi ti segue. Di conseguenza, prima di iniziare il tuo piano editoriale su LinkedIn, devi creare delle buyer personas.
Vale a dire delle rappresentazioni idealtipiche in grado di immaginare i gruppi di interesse che vuoi accogliere. Per ottenere questo risultato puoi incrociare i dati che arrivano dalle statistiche interne ed esterne alla piattaforma, tipo Google Analytics e Facebook Insight. Ma non bastano.
Poi ci sono i risultati della keyword research che aiutano a creare dei cluster di parole chiave in grado di descrivere comportamenti, attitudini ed esigenze del potenziale pubblico.
Da leggere: come usare Pulse per fare personal branding
Quali obiettivi raggiungere con LinkedIn
La riflessione successiva riguarda i risultati che vuoi incassare con una buona attività su questo social. Sai bene che stiamo parlando di una piattaforma dedicata ai rapporti professionali, e devi ragionare in termini di occasioni utili per il tuo business. A quali obiettivi ambisci?
Cosa ottenere con un piano editoriale su LinkedIn? Puoi lavorare sul personal branding, sulla costruzione di un nome in un ambiente in cui si trovano clienti e datori di lavoro. In alternativa operi sulla lead generation con interventi capaci di attirare i contatti da inserire in determinate liste.
Il passo successivo? Raggiungere le email con newsletter o DEM. In ogni caso questo passaggio deve essere sempre chiaro per fare in modo che i contenuti che pubblichi siano efficaci.
Profilo, pagina, community o LinkedIn Pulse
Questa è una domanda molto importante perché la piattaforma offe una serie di canali ai publisher con caratteristiche differenti. Ad esempio puoi avere una linea editoriale per i post sul tuo profilo personale, una differente per la pagina aziendale. Altra soluzione può essere implementata per il lavoro su LinkedIn Pulse, il blog interno che ti consente di creare dei veri e propri articoli.
D’altro canto ci sarebbe da valutare la presenza di eventuali partecipazioni ai gruppi tematici. In sintesi: il calendario editoriale deve valutare quale soluzione alimentare. Ciò che funziona sull’account del singolo può essere superfluo su una risorsa corporate o in una community, e viceversa. Senza dimenticare che per Pulse le dinamiche sono ancora differenti.
Quali contenuti pubblicare su questo social?
Oltre alle differenze tra i vari canali di LinkedIn devi gestire il contenuto in senso stretto. Cosa pubblicare? Puoi inserire link di approfondimento verso il tuo blog aziendale o fonti altrettanto interessanti, sfruttando un buon lavoro di content curation perché non sei l’unica fonte utile.
Finto qui? No, lavora bene con immagini, grafiche, schemi riassuntivi. Non dimenticare che c’è la possibilità di pubblicare video nativi e post sponsorizzati. L’idea interessante, almeno dal mio punto di vista, è quella di organizzare il calendario editoriale in modo da gestire tutti i canali.
Ovviamente considerando le risorse disponibili, valorizzando punti differenti e cercando di capire quali sono i contenuti che riescono a ottenere i migliori risultati possibili. Secondo la grafica:
- Immagini e infografiche funzionano bene su LinkedIn.
- I link nei post lavorano egregiamente sull’engagement.
- Sponsorizzazioni e YouTube hanno risultati meno interessanti.
C’è da aggiungere un punto fondamentale ovvero quello della possibilità e necessità di gestire più canali della comunicazione. Se non hai tempo e risorse per alimentare una pagina aziendale, un gruppo o blog su LinkedIn Pulse meglio evitare di inaugurare canali che rimarrebbero privi di contenuti aggiornati e potrebbero essere addirittura controproducenti per la tua immagine.
Mai dimenticare l’analisi dei tuoi dati migliori
Tutto questo deve essere sempre testato. Pensare che un contenuto visual sia sinonimo di successo a occhi chiusi, senza alcuna riflessione, vuol dire improvvisare. Usa il tuo lavoro di pianificazione per capire cosa e quando pubblicare per ottenere i risultati che ti interessano. Alla base delle scelte editoriali c’è sempre l’attenzione del content strategist sull’analisi.
Da leggere: strumenti essenziali per gestire i social network
Piano editoriale per LinkedIn: come procedere?
Nell’articolo che hai letto cerco di indicare una serie di passaggi fondamentali da seguire nel momento in cui decidi di essere presente su sul social network per le aziende per eccellenza. L’aspetto importante da considerare è sempre lo stesso: la necessità di attivare i canali utili.
Aggiungere nuove risorse solo per esserci, senza valutare con attenzione i dettagli, vuol dire lavorare inutilmente con i contenuti. E la creazione di un piano editoriale serve anche a questo: capire come e perché pubblicare. Sei d’accordo con il mio punto di vista? Funziona?