C’è un concetto chiaro da affrontare e che dobbiamo imparare a gestire nei prossimi anni: On Demand Digital Marketing. Questo è un passaggio che prende forma grazie all’arrivo di nuove tecnologie e che si fonda su un tema già chiaro. Vale a dire l’efficacia della personalizzazione quando si vuole ottenere il massimo dalla promozione online. Conosci già questa tendenza?
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ToggleLe persone sono sempre più esigenti, selezionano i messaggi con una rapidità nuova e riconoscono una pubblicità immediatamente. Valutando in un attimo ciò che bisogna seguire e i contenuti che, invece, possono essere dimenticati. Per fare un esempio posso passarti questo articolo con i dati dell’email marketing nel 2019: guarda i benefici della personalizzazione.
Ma questo non basta. Non è sufficiente personalizzare la comunicazione, per i prossimi anni si manifestano scenari che vanno oltre il contenuto pensato per l’utente. Si lavora intorno alla possibilità di moltiplicare i touchpoint tra azienda e individuo ritagliando il marketing intorno a chi acquista. E a chi deve diventare un vero e proprio ambassador del brand.
4 fasi dell’On Demand Digital Marketing
Non si tratta più di spingere contenuti ma di farsi trovare quando le persone hanno bisogno di te: questo ci dice l’inbound marketing. Il passo successivo è farsi trovare quando chiedono del tuo brand. Per affrontare questo tema si possono studiare e definire le 4 fasi dell’On Demand Marketing secondo www.mckinsey.com che si sposano bene con l’universo digital.
Il contenuto è immediato
Anzi, l’interazione è immediata, imminente, in tempo reale. Perché anche il confronto fa parte dei contenuti che si veicolano dal brand all’utente. Le persone vogliono aspettare 0 secondi per ricevere le informazioni giuste. E sarebbe meglio ancora iniziare a pensare come anticipare.
I bisogni non devono essere sempre espressi, l’On Demand Digital Marketing può muoversi in anticipo. Valutando sempre il discreto equilibrio tra ciò che è utile e quello che, invece, interrompe.
Si può fare tutto online
Potere illimitato. Questa è la sensazione che si prova oggi con un telefonino e una connessione veloce. Un tempo si parlava di ubiquitous computing, un’intelligenza presente in ogni angolo della nostra vita in grado di connettere aspetti distanti. Oggi abbiamo lo smartphone che connette e consente di terminare acquisti, attività finanziarie, ricerca di informazioni. I consumatori non vogliono accontentarsi dei compromessi, si aspettano un’esperienza digitale completa ed efficace.
Tutto è personalizzato
Ma la personalizzazione va oltre il nome della persona nell’email. Adesso si lavora sulla realtà aumentata per permettere all’utente di attivare una serie di contenuti che aiutano l’utente a prendere una decisione. Cosa significa questo? Guarda l’esempio suggerito da McKinsey.
L’app Glasses by Warby Parker consente di far provare alle persone gli occhiali presenti in catalogo. Qual è il problema dell’utente medio? Devo provare gli occhiali ma non so come mi stanno, come faccio a ordinarli online? Ecco l’app che ti consente di risolvere il problema personalizzando l’acquisto E provando sul proprio volto ogni montatura desiderata.
Tutto è semplificato
Ogni passaggio deve essere pensato in modo da eliminare frizioni e impedimenti. Ogni passaggio deve essere ridotto all’essenziale, senza togliere passaggi utili ma eliminando ciò che non serve.
I dati sono il sale del nuovo digital marketing
In realtà è sempre stato così, da sempre si parla di data driven marketing. Un approccio che consente di guidare le azioni in modo da gestire ogni passaggio con cognizione di causa.
I dati sono al centro dell’On Demand Digital Marketing per individuare le tendenze dei contenuti, misurare l’efficacia delle attività di promozione, decidere gli investimenti necessari per migliorare il percorso del consumatore nel funnel di vendita. Se non hai un buon rapporto con i numeri è inutile pensare a un approccio del genere per le tue prossime strategie di web marketing.
Come sarà l’On Demand Digital Marketing?
Sicuramente basato sul mobile, su tecnologie digitali intelligenti capaci di automatizzare processi che gli umani non possono gestire e che conviene passare a meccanismi che possono fare come e meglio di noi. Nel frattempo ci possiamo dedicare alla programmazione e all’ottimizzazione dei vari passaggi. Ovviamente valutando sempre i dati. Secondo te il futuro è alle porte?