Nuovo Google+ 2015: cosa è cambiato

nuovo google plus 2015

[vc_row][vc_column][vc_column_text]Il 17 Novembre 2015 Google ha presentato il nuovo Google+: era assolutamente programmato, nessuna novità, almeno per gli osservatori attenti. Nessuna rinascita, semplice adattamento della strategia alle richieste del mercato.

Ecco la nuova versione di Google+

nuovo google plus 2015

Partiamo con il dire che la versione non è ancora quella definitiva, è per così dire un’anticipazione, e si può tornare a quella precedente quando si vuole, tramite il link giù in basso a sinistra. In ogni caso sono subito evidenti alcune caratteristiche

Cosa è cambiato

  • Mobile=Desktop
    Stretta correlazione tra la versione desktop e mobile. Questo permetterà di semplificare la fruizione multi-device e facilitare gli aggiornamenti futuri. Non è un caso che dello sviluppo si sia occupato Luke Wroblewski che nel suo post dice: “And we’ve worked hard to make our new web experience load fast and work beautifully on devices of all sizes”
  • Semplificazione dell’interfaccia
    Per molti Google+ era una sorta di servizio per power-user, non così semplice da padroneggiare. Per tanti di noi che hanno imparato ad usarlo, questo si è trasformato in un enorme vantaggio competitivo. Per quelli che non ne hanno capito i meccanismi ha prodotto solo lacrime, lacrime e lacrime che hanno ingrossato l’oceano di odio verso questa piattaforma social. Google finalmente ha ascoltato gli utenti e ha semplificato il “primo accesso“.
    Ora per esempio puoi seguire chi vuoi senza preoccuparti in quale cerchia aggiungerlo, saranno affari degli utenti più evoluti.
    nuovo google plus cerchie
  • La navigazione è molto più fluida, è sparita totalmente la spalla di destra ed ogni sezione ha un colore per una identificazione visiva: rosso l’home, bianco il profilo, verde le community, azzurro le raccolte e grigio il motore di ricerca.
  • Google+ è incentrato sul contenuto. Punto.
    Questo spiega la scelta di far ruotare tutto attorno alle raccolte e community. Dai miei primi riscontri noto un traffico più che raddoppiato sulle raccolte, quindi direi che ci sono riusciti in pieno. Tramite il contenuto è possibile scoprire gli interessi dell’utente. Tu sai vero quanto siano importanti questi dati dal punto di vista commerciale? Tu sai vero che Facebook ha chiuso da tempo il grafo della rete sociale? Immagina queste informazioni abbinate con il motore di ricerca più usato al mondo.
  • Che fine hanno fatto gli eventi ed i sondaggi? Oddio chi è? Chi? Ciro? Dove? Noooo! Oddio!!
    È il grido di dolore che sento da giorni su Google Plus! Come dicevo all’inizio, non è ancora la versione definitiva, quindi mi riservo di dire la mia in merito solo a layout definitivo, non abbiamo mica tempo per sprecar lacrime sulle demo. In merito agli Eventi, nella versione mobile c’è, quindi credo torneranno. Stesso discorso per i sondaggi, è uno dei primi prodotti realizzati da Luke Wroblewski e il suo team, inoltre funziona benissimo in termini di engagement ed è facile capirlo: è l’unico prodotto “fast content” della piattaforma. Poco impegno, tanta resa. Ad ogni modo mi meraviglierei moltissimo se uno di questi servizi venisse dismesso.
  • Temi caldi
    Fai ciao ciao con la manina ai Temi Caldi. Credo proprio che non lo rivedremo nella nuova release. L’idea è fighissima, ma in effetti tutti i fallimenti di Google sono lastricati di ottime intenzioni. I temi caldi dovrebbero premiare i post con maggior engagement, in modo tale da uscire dalla propria bolla sociale e ricevere un bel boost di visibilità. Sono finito spesso nei temi caldi e devo dire che è un balsamo per l’ego, ora devo trovare un sostituto, boh, imposterò un BOT su Instagram.
  • API
    non sono state ancora modificate, per me è un bene in quanto ho diversi strumenti di ascolto sviluppati sull’attuale tecnologia… per altri è un male, ad esempio si attende con ansia un sistema che permetta la pubblicazione in automatico dei post. Per un’agenzia Google+ costa troppa fatica, quindi è meglio dire che è morto. A Natale voglio essere generoso e regalargli un gioco M-E-R-A-V-I-G-L-I-O-S-O per Xbox e Playstation

UN PO’ DI STORIA

Quando andavi a scuola sicuramente il tuo professore di storia alla tua obiezione “… e a me che cazzo me ne frega a me di cosa è accaduto agli ottomani, io ne ho solo due!!!!” dopo avere contato fino a settordici ti avrà risposto una cosa di questo tipo “Che tenero che sei… la storia serve ad analizzare gli errori commessi nei secoli e cercare di non ripeterli di nuovo, ma innanzitutto ci permette di comprendere come la civiltà si sia evoluta negli anni, ci dona gli strumenti per affrontare meglio il nostro tempo”.

Questo discorso vale anche per le piattaforme social: conoscere la loro storia, la loro evoluzione nel tempo, ti permette di comprendere meglio il perché oggi funzionano in una determinata maniera e ti fornisce gli strumenti per utilizzarli al meglio, ma quanto meno di avere la vista sul futuro più acuta di una talpa cieca sotto terra con otto fette di salame sugli occhi.

Il bisogno

Perché Google ha creato Google+? Per dare maggiore significato ai dati in suo possesso, aggiungere informazioni alle identità digitali che usano i suoi servizi. Sapere che eseguo determinate ricerche nel motore di ricerca sta bene, sapere che invio determinate email sta bene, sapere anche cosa penso su un determinato argomento, quali sono i miei interessi, quali foto preferisco condividere sta molto più bene. Il suo fine ultimo non è quello di vendere pubblicità nella piattaforma, ecco perché su Google+ non ci sono applicazioni di terze parti, ecco perché su Google+ non ci sono Fast Content (contenuti di bassa qualità, ma tanto zuccherosi tipo “Che personaggio di guerre stellari sei?”), ecco perché Google+ non è Facebook, ci sono in ballo obiettivi differenti.

Google+: due concezioni differenti

  • ALL IN ONE (dal 2011 al 2014)
    La prima versione di Google+ si fondava su questo concetto: tutte le funzioni, in un unico posto. Fantastico! La questione è che qualsiasi buona intenzione deve, sempre, scontrarsi con l’usabilità della piattaforma e l’emotività degli utenti.Usabilità
    Gli ingegneri hanno fatto un lavoro tecnicamente egregio, ma hanno ragionato da ingegneri, come se tutti gli utilizzatori fossero degli ingegneri e purtroppo, per loro, non siamo tutti ingegneri. Utilizzare al meglio Google+ richiede tempo, non è immediato. Faccio un esempio su tutti: le cerchie. Sono un’idea fantastica, uno strumento utilissimo per modulare i post da visualizzare nello stream e suddividere gli utenti in base a criteri specifici, ma va bene per utenti evoluti.Per chi proviene da Facebook o Twitter vuole pigiare su un tasto e seguire qualcuno, punto. La maggioranza degli utenti ha travisato proprio il significato delle cerchie ed ha pubblicato in maniera errata i propri post, causando pessimi risultati in termini di engagement, scoraggiando molti all’uso della piattaforma, compreso quelle testate online che non hanno perso tempo ad attaccare Google+ senza mezzi termini ed in modo incessante. Non c’è mai stata nessuna piattaforma social ad avere avuto un attacco così massiccio.Emotività
    Google ha trattato la comunicazione della piattaforma social come ha sempre trattato le questioni SEO. Un errore grossolano. Non è per nulla la stessa cosa. L’utente social ha bisogno di essere coccolato, di ricevere conferme, di sapere che non è solo, che ci sono milioni di account, e chi se ne frega se attivi per via di BOT o altro. La cosa è ancora più grave se decidi di mettere al centro del tuo eco-sistema una piattaforma social nuova di pacca e obbligare gli utenti ad averci un profilo. La comunicazione in questo caso è tutto. TUTTO.
  • DIVIDE ET IMPERA (dal 2014 ad oggi)
    Google ha capito che l’accentrare tutto in un solo posto non funziona. Non è che non funziona in generale, non fa per Google. Quindi inizia, finalmente il processo che porta ad una soluzione ottimale: rendere i servizi indipendenti, ma comunicanti. Un percorso che dura ormai da quasi due anni.

    • Giugno 2014 viene rilasciato Google My Business
    • Novembre 2014 – durante lo speech al VisualStorytellingDay avevo dato per certo lo sviluppo dell’app dedicata alle immagini. Quindi potete considerami un Nostradamus de noantri oppure uno che osserva ciò che accade e trae le conclusioni in maniera corretta.

    • Febbraio 2015
      Sundar Pichai (il nuovo CEO di Google) ha rilasciato un’intervista esclusiva a Forbes in cui, tra le altre cose, ufficializzava che Google+ Photos e Hangouts sarebbero stati usati in modo completamente slegato dalla piattaforma social.
    • Giugno 2015
      Viene rilasciata la nuova app Photos indipendete da Google+
    • Luglio 2015
      Bradley Horowitz, nuovo Master&Commander di Google+, annuncia che YouTube e Google+ si sarebbero separati. In realtà ha detto molto di più, finalmente annuncia ciò che era ormai evidente: l’idea di utilizzare Google+ come hub di tutti i servizi è stata definitivamente abbandonata, la nuova filosofia è: everything in its right place
    • Ottobre 2015
      Esce la nuova release di Google My Business e si contano a questo punto i giorni della nuova release di Google+.

Promessa

Mi piace parlare di cose concrete. Quindi andrò nel dettaglio delle novità solo a layout definitivo. Nel frattempo? Nel frattempo faccio quello che ho sempre fatto, continuo ad utilizzare la piattaforma nelle mie strategie digitali fin quanto mi sarà utile ed avrò ritorni, come faccio per tutti i canali social d’altronde.  Chi si occupa di Digital Marketing deve avere lo sguardo sempre lucido e privo di preconcetti personali, quelli vanno bene al bar mentre si guarda un derby.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

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L'autore

Una risposta

  1. Bell’articolo come sempre Salvatore.
    Fortuna che hai sempre un occhio di riguardo per g+.
    Io, come sai dal video e dal post sul mio blog, ho avuto un’impressione non propriamente positiva perché mancano ancora troppe cose.
    In questi giorni alcuni comunicati mi fanno ben sperare… perché google sembra che finalmente stia ascoltando i propri user… e mi auguro che riescano ad ottenere quel “dividi et impera” di cui parli. Al momento non è ancora così e io, come te, rimango in attesa… 🙂

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