L’articolo è online? Ecco 4 dettagli che non puoi ignorare

L'articolo è online? Ecco 4 dettagli che non puoi ignorare

La fretta è sempre cattiva consigliera. Ma chi lavora nel mondo del blogging – e del web marketing in generale – sa bene che i tempi sono stretti. Devi trovare il tempo per scrivere, ma anche per ottimizzare e distribuire i tuoi contenuti. Il blogger non si occupa solo della scrittura: indaga, crea connessioni virtuose, svela con i suoi articoli le esigenze e i dubbi delle persone. Cerca di rispondere alle domande del pubblico.

Ecco perché segue le community, i forum, i gruppi di discussione. Poi incrocia i suoi dati con il SEO che suggerisce, attraverso un buon uso degli strumenti, i topic più cercati sui motori di ricerca. La sintesi di queste operazioni permettono (o almeno dovrebbero permettere) al blogger di creare contenuti di qualità. Contenuti capaci di soddisfare le esigenze dei lettori. Questo è il punto di partenza, poi c’è la scrittura del testo. E la scelta delle immagini, la condivisione, la gestione dei commenti.

Devi mettere tutto insieme. Devi essere in grado di sintetizzare in una buona headline informazione e chiavi persuasive, senza dimenticare l’attenzione per il tag title (importante per la SEO). Però hai fretta, devi pubblicare, ci sono i clienti che aspettano. E c’è il calendario da rispettare. Essere un blogger professionista vuol dire anche osservare le scadenze. E cosa succede? Poca attenzione a dettagli che non devono sfuggire. Avanti, un passo indietro: prima di pubblicare assicurati di aver spuntato questi passaggi.

Dai, il titolo va bene così

In fin dei conti è questo l’importante: pubblicare. Il titolo? Va bene così. In realtà c’è poco da scherzare, questa stringa è decisiva: le persone leggono il titolo – lo leggono nella serp, nei social, sulla home page del blog – e prendono una decisione: clicco o non clicco? Entro o non entro? Molte persone, difficile ammetterlo ma è così, condividono il titolo prima ancora di leggere l’articolo.

headline
Una regola che tutti i blogger devono conoscere – Fonte immagine

Il mio consiglio: fermati un attimo. Dedica cinque minuti in più alla tua headline. Puoi fare la differenza, non basta informare: pensa che Upworthy suggerisce di scrivere 25 headline per ogni contenuto. Non è sufficiente rispettare i principi SEO per l’ottimizzazione del tag title. Devi dare qualcosa in più al lettore, devi suggerire: “Ehi, questo è l’articolo giusto per te. Qui troverai tutto quello che ti serve”. Ho scritto diversi articoli per Studio Samo, se vuoi approfondire:

La description? Prendi il primo paragrafo del post

Il tempo stringe quindi devi pubblicare. Hai puntato tutto sull’headline, ma poi? Cosa succede? Manca la meta description. Ovvero quella stringa di testo che viene richiamata nella serp e nelle descrizioni social. Quindi? La creo da zero oppure la prendo dal primo paragrafo del post? In fin dei conti non viene indicizzata quindi non è un problema.

Non viene indicizzata. Però la meta description è fondamentale in fase SEM, permette all’autore del post di persuadere il potenziale lettore nella serp e convincerlo a cliccare sul post. Lavorare bene sulle description può dare grandi risultati. Prova a fare un test: vai nella Search Console di Google, clicca su Analisi di ricerca e individua un contenuto con un alto numero di impressioni. Ora cambia la description, segna la data della modifica. Monitora cosa succede e vedi se il rapporto tra impressioni e click (CTR) cambia in positivo o in negativo.

Per approfondire: cerchi nuovi lettori? Crea sinergia tra title e description.

Per le immagini c’è Google

Le immagini le prendi dalla ricerca Google. Senza pensare al copyright e alla qualità dell’immagine stessa. Basta inserirne una. Anche piccola. D’altro canto lo suggerisce il plugin WordPress SEO di Yoast: se non metti l’immagine non si accende il semaforo verde.

Si capisce che tutto questo è uno scherzo, vero?

Le immagini devono essere leggere e senza vincoli (altrimenti le compri), devono rispettare i principali punti dell’ottimizzazione SEO. Soprattutto, devono essere collegate con il contenuto che sto pubblicando: lo devono arricchire, devono creare una connessione di significato. In questo modo posso sfruttare la velocità del codice visual – 60.000 volte più rapido al cervello umano – per anticipare il contenuto del post al lettore.

immagine social
Ecco un’immagine non ottimizzata per i social (capita anche a me).

C’è anche un altro punto da considerare: le immagini per i social. Hai scelto una bella foto, ha licenza Creative Commons Zero quindi la puoi usare come meglio credi. Senza rubare contenuti ai tuoi colleghi. E hai seguito tutte le regole. Cosa succede? Le dimensioni non rispettano le anteprime di Facebook, Twitter e Google Plus.

Il mio consiglio: ritarda la pubblicazione di qualche minuto e fa’ in modo che il centro della fotografia risponda alle esigenze dei vari social. In questo modo eviti risultati simili al mio.

Stavo dimenticando i link interni…

Questo è un problema perché i link interni sono decisivi per migliorare il posizionamento di determinate pagine. Inoltre un buon lavoro di collegamenti permette di ottimizzare la navigazione del blog. Consente al lettore di trovare nuove risorse e sfogliare le pagine più interessanti. Il problema: ti dimentichi se hai scritto o meno un articolo per un argomento. Capita, per questo io uso la ricerca interna dei link.

Basta andare nel pannello di controllo per inserire il link e fare una ricerca con l’anchort text. In questo modo WordPress ti suggerisce subito se hai un articolo dedicato a quel tema. Soluzione alternativa: usare un plugin che organizza in modo automatico i link interni in base alle tue esigenze. Non l’ho mai usato, preferisco inserire i link personalmente.

Per approfondire: il mio video corso di blogging per Samo Academy.

E tu cosa dimentichi?

Non esiste il blogger perfetto, tutti dimenticano qualcosa. Dal mio punto di vista è importante ricordare questi punti, senza ignorare che la qualità di un contenuto è fatto di sostanza. Ma anche di sfumature. Avere un buon contenuto con un titolo incerto o con un’immagine senza senso non è il massimo. Mi sbaglio? Lascia la tua opinione nei commenti.

PS: se hai trovato utile questo post e vuoi saperne ancora di più, prova gratis Studio Samo Pro, la nostra piattaforma con oltre 200 corsi pratici.

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L'autore

2 risposte

  1. Io per titolo e meta description pondero un bel po’. Quasi come un tweet dato che anche lì c’è il vincolo dei caratteri consigliato.
    Le immagini solo libere, Google manco a parlarne. E creo 4 versioni della stessa immagine: blog preview, Facebook, Twitter e Google plus.
    Ma i link interni sono un tasto dolente. Cascasse il mondo se non ne dimentico almeno uno…
    Ma anche i link esterni, che di norma ogni articolo dovrebbe avere, spesso non so cosa inserire.

    1. Usi la ricerca interna dei link come consigliato? Poi, ovviamente, anche per i link esterni tutto ruota intorno al concetto di utilità. Servono veramente? Li devo inserire per aiutare il lettore a scoprire nuove risorse?

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