Vuoi fare Personal Branding? Usa Linkedin Pulse! Qual è lo strumento migliore per far conoscere il tuo nome online? Io punto tutto sul blog personale. Sei un professionista nel tuo campo – freelance o un dipendente, non importa – e vuoi che il tuo nome sia citato in tutte le discussioni legate al settore. O almeno in quelle più importanti. La mia soluzione non lascia scampo: devi acquistare un hosting, registrare un dominio e iniziare a scrivere.
Indice dei contenuti
ToggleO meglio, devi pubblicare contenuti in grado di attirare l’attenzione. L’obiettivo è chiaro: fare personal branding e far conoscere il tuo nome alle persone giuste. Oggi quest’attività è in grado di catalizzare l’attenzione di un numero sempre maggiore di professionisti. Ma spesso si perde la bussola e si scambia tutto per personal branding. Di cosa stiamo parlando? Io mi appoggio alla definizione di Luigi Centenaro quando devo spiegare i confini di quest’attività:
Fare personal branding significa utilizzare le tecniche del branding per le persone. In termini concreti significa impostare una strategia per individuare o definire i nostri punti di forza e comunicare in maniera efficace cosa sappiamo fare, come lo sappiamo fare e perché gli altri dovrebbero sceglierci.
Il personal branding è comunicazione. Devi far capire alle persone cosa fai, quali sono le tue caratteristiche professionali, qual è il tuo campo d’azione. Puoi fare questo con Facebook? Lo puoi fare con Twitter? Anche, ma hai bisogno di una pagina web che ti permetta di argomentare e mostrare qualcosa di concreto.
Ma c’è LinkedIn Pulse…
Esatto, questa è la grande svolta. Il blog è lo strumento principale per fare personal branding. Ma il social blogging ti permette di fondere due realtà differenti e utili: una community già formata e una piattaforma diversa dal solito aggiornamento di status. In altre parole hai un blog all’interno di un social.
Ci sono diverse soluzioni per chi vuole puntare sul social blogging (Medium, Tumblr, Facebook Note) ma una delle più efficaci e significative risponde al nome di LinkedIn Pulse. Questo progetto nasce all’interno del tuo profilo LinkedIn e ti permette di creare degli articoli che verranno mostrati nel curriculum online. Per pubblicare bastano poche operazioni:
- Entra nel profilo.
- Vai nella pagina personale.
- Clicca su Write a New Post.
In pochi secondi sei davanti all’editor: puoi scrivere e pubblicare articoli puntando su una formattazione minima ma sufficiente. Puoi aggiungere immagini, puoi creare liste puntate e mettere in evidenza del testo con il blockquote. Puoi inserire anche dei link nel testo. Le funzioni base del blogging ci sono, e ti permettono di fare personal branding. In che modo?
Da leggere: avvia una campagna PPC su LinkedIn
Cura il tuo profilo
Il tuo profilo LinkedIn è la pagina più importante, una sorta di landing page del blog: le persone arrivano sull’articolo, lo leggono e vogliono scoprire qualcosa in più. Vogliono sapere chi sei, cosa fai per vivere. E se hai tutte le competenze che mostri.
Ecco perché il tuo profilo deve essere curato come un giardino zen: inutile scrivere contenuti su LinkedIn Pulse per fare personal branding, e poi lasciare il profilo personale senza attenzioni e con informazioni vecchie.
Devi completare tutti i campi richiesti cercando di essere preciso ed esaustivo. Ma non eccessivo nelle descrizioni. Carica contenuti multimediali, tipo presentazioni e documenti, per descrivere il tuo lavoro. Ed evita foto profilo poco serie.
Lavora sul calendario editoriale
Non scappi da questa condanna: per fare personal branding con LinkedIn Pulse devi gestire gli aggiornamenti attraverso il calendario editoriale. Quindi devi organizzare le pubblicazioni con un documento che ti permetta di razionalizzare tutto ciò che è stato definito a monte.
Il social blogging non vuol dire assenza di obiettivi, ma organizzazione delle risorse che stai usando. Pulse ti consente di raggiungere determinate persone con strumenti consoni alla piattaforma. Il pubblico che ti legge è composto da professionisti, colleghi, persone specializzate nella ricerca di personale.
I contenuti che pubblichi su Pulse devono essere un’esca per l’utente che vuoi raggiungere, e come puoi vedere da questa grafica non mancano i numeri. Vuoi fare personal branding? Devi lavorare sul calendario editoriale. E lo devi fare in modo da non entrare in conflitto con le altre piattaforme.
Per approfondire: 5 dettagli per migliorare il tuo calendario editoriale
Organizza i contenuti
Perché stai puntando su Pulse? Perché vuoi fare personal branding. E perché credi che attraverso questo strumento sia possibile intercettare le persone interessate al tuo profilo. Quindi devi creare dei contenuti adatti, come anticipato sopra. Io credo che sia inutile usare Pulse per fare semplice anticipazione dei post sul blog o per ricopiare quello che hai già pubblicato.
Ok, forse tutto questo non avrà conseguenze da un punto di vista SEO. Forse Google vedrà come contenuto duplicato il post su LinkedIn e non darà noie al tuo progetto principale. Ma prova a indossare i panni dell’utente che segue il feed del blog o il tuo account Facebook: cosa stai dando a queste persone? Che valore stai veicolando? Perché io dovrei leggere qualcosa che hai già proposto altrove?
Non dimenticare che LinkedIn Pulse è un’arma interessante: permette di notificare a tutti i follower la pubblicazione di un post, quindi puoi sfruttare la rete creata su LinkedIn per mostrare alle persone giuste quello che scrivi, quello che sai, quanto vali.
Senza dimenticare che LinkedIn mette a disposizione una serie di strumenti per condividere contenuti: puoi partecipare alle discussioni nei gruppi, puoi condividere i post di Pulse sulla tua bacheca personale o su altri social. Non sarà il massimo dal punto di vista SEO, ma lato social ha tutte le carte in regola per ottenere grandi numeri.
E tu come la vuoi sviluppare questa possibilità? Pubblicando contenuti già visti? 🙂
Punta sul visual
LinkedIn Pulse non ti dà molte opzioni di personalizzazione. Anzi, puoi solo scrivere e pubblicare articoli. Su un punto, però, puoi lavorare: i contenuti visual. Puoi inserire un’immagine principale (più tutte quelle che servono nel post) per comunicare il tuo brand.
L’immagine di copertina può essere siglata con il tuo logo, il tuo nome e i tuoi colori. Una soluzione interessante, dato che i primi post vengono inseriti nel profilo personale e ti aiutano a presentare Pulse nel miglior modo possibile nelle condivisioni su Facebook e Google Plus.
Se vuoi fare storytelling della tua figura professionale, se vuoi raccontare cosa e perché lo fai, devi curare i dettagli. Vero, i contenuti sono importanti. Ma a volte è necessaria quell’attenzione in più che permette al tuo post di farsi notare nella massa. E di veicolare i valori del tuo brand.
LinkedIn Pulse sostituirà il blog?
No! LinkedIn Pulse è un’ottima realtà, una soluzione ideale per alternare i contenuti del blog con un block notes dedicato a un pubblico specifico. Pulse è una piattaforma decisiva per chi non ha tempo e possibilità di aprire un blog indipendente. Il mio parere? Nulla può sostituire WordPress.
Nulla può mandare in pensione la versatilità e la capacità di questo CMS di ottenere il massimo risultato possibile, soprattutto se punti alla logica Inbound Marketing. In ogni caso LinkedIn Pulse può essere una valida alternativa al blog professionale, anche perché si innesta in una piattaforma che dovrebbe mettere in contatto contenuti e professionisti utili alla tua attività.
La logica che ti spinge a sfruttare Pulse per fare personal branding è giusta, ma devi usare questo strumento per creare qualità: questa è la mia opinione. Tu sei d’accordo? Hai già iniziato a usare Pulse?
Lascia la tua opinione nei commenti.
4 risposte
Molto interessante per noi poter avere un un blog sulla malasanità all’interno di un social… grazie per l’articolo
Potrebbe essere un’idea, perché no. Ma attenzione, qui si devono offrire grandi contenuti.
Pulse serve: numeri, no cazzate
Medesimo contenuto
https://www.linkedin.com/pulse/intervista-un-escapologo-fiscale-helder-monaco
178 condivisioni su facebook –> 0 referral
90 views* pulse –> 3 acquisti
*sottolineo views
Certo una rondine non fa statistica, però…
Ciao Helder,
Poca dispersione, contenuti concentrati verso un target preciso, testo studiato per quelle persone. Seth Godin aveva ragione: non importa quanto sia piccola la tua nicchia. A volte piacere alla massa è inutile, meglio puntare a un gruppo piccolo e interessato.