L’emergenza Covid-19 ha stravolto completamente il nostro modo di vivere. E se è vero che ora ci troviamo nel pieno del cosiddetto New Normal, in cui cerchiamo di riconquistare le nostre vecchie abitudini in una nuova era, è altrettanto vero che non possiamo dimenticare quanto abbiamo vissuto mesi fa.
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ToggleIl lockdown, a suo modo, ci ha segnato. Ed ha cambiato anche il nostro modo di comunicare con gli altri.
Costretti a rimanere chiusi in casa, gli utenti hanno cominciato a sfruttare a pieno le potenzialità dei social media per comunicare sia con i propri contatti sia con persone mai conosciute prima.
Una soluzione ideale per coltivare la propria socialità in un momento storico in cui è stato impossibile vedersi. Capirete da voi, allora, che non è un caso che i gruppi Facebook e le community sia cresciuti esponenzialmente durante il lockdown.
Sono stati gli strumenti digitali a tenere compagnia agli utenti in un momento difficile, ad aiutarli a sentirsi meno soli e a resistere alla solitudine a cui siamo stati costretti.
E tuttora le comunità online continuano a svolgere questo importante ruolo di supporto emotivo per le persone che non riescono ad affrontare del tutto la crisi che ci troviamo a vivere.
Ma cosa succederà in futuro? Quando tutto tornerà alla normalità, i gruppi di Facebook continueranno ad avere questo ruolo o qualcosa cambierà?
Questa riflessione può risultare utile a tutti noi, esperti di marketing e/o Community Manager.
Capire qual è davvero il ruolo che le community online stanno assumendo in questo momento storico può essere utile per comprendere al meglio come entrare in contatto con gli utenti, anche sfruttando uno strumento come i gruppi di Facebook o altro.
Cerchiamo allora di capire insieme qual è il ruolo che le comunità virtuali hanno assunto durante il lockdown, e quale sarà quello che avranno in futuro.
Covid-19 e community online, un binomio forte
Per cercare di capire al meglio qual è stato – e quale sarà – il ruolo nelle community online nell’emergenza Covid-19, ad Agosto Facebook ha commissionato un sondaggio in 15 diversi Paesi del mondo, in cui sono stati intervistati ben 15000 utenti membri di comunità online ed offline.
Come potete immaginare, i dati che ne sono venuti fuori sono pressoché stupefacenti.
Anzitutto, è ben evidente che il 2020 sia stato l’anno in cui i gruppi online hanno visto un incremento esponenziale dell’interazione degli utenti.
Così riferisce Facebook: “Tre quarti (77%) delle persone intervistate afferma che il gruppo più importante di cui ora sono parte opera online (il 44.3% principalmente online, più del 32.4% sia online che offline).E il 70% afferma che gli strumenti digitali sono stati molto importanti per aiutare le loro comunità a crescere durante la pandemia. Questa maggiore partecipazione ai gruppi della comunità online è destinata a rimanere tale: nei prossimi 12 mesi, l’86% delle persone la cui community più importante è principalmente online afferma che continuerà a interagire con quel gruppo allo stesso livello (48 %) o anche più frequentemente (39%)“.
E questi dati già rispondono alla perfezione alla nostra domanda su quale sarà il ruolo futuro dei gruppi virtuali.
Esattamente lo stesso che ha avuto nel corso del lockdown, a quanto pare. Soprattutto considerando che in questo momento non sembrano ancora esserci grandi miglioramenti sul fronte della risoluzione della pandemia.
Qual è la vera forza della Community?
Quello che ora dobbiamo cercare di capire, allora, è perché le community sono diventate tanto importanti in questi mesi.
E considerando il successo che hanno riscosso, e le intenzioni degli utenti di rimanere in contatto con i gruppi online anche quando a situazione tornerà alla normalità, l’esplosione dei gruppi online non può essere solo legata alla ricerca di una socialità alternativa.
Nel corso del lockdown, le community sono state indistintamente un luogo di rifugio e una fonte di aiuto.
Il 91% degli intervistati ha dichiarato di aver aiutato gli altri membri del gruppo nei momenti più difficili della pandemia nei modi più svariati: portando la spesa a casa dei più bisognosi, condividendo le informazioni rilasciate dalle autorità sanitarie, o addirittura supportando finanziariamente le piccole attività locali.
Per non parlare del supporto emotivo. Stando al sondaggio di Facebook, il 49% degli intervistati – ossia quasi la metà – ha ammesso di aver ricevuto aiuto direttamente dai gruppi e dalle comunità online.
È abbastanza evidente, quindi, che la connessione digitale tra utenti sia in qualche modo riuscita ad eguagliare quella di persona.
Anzi, i dati del sondaggio risultano davvero stupefacenti, perché tantissimi intervistati hanno messo di vivere il rapporto con la propria community virtuale come fosse quello con amici o familiari.
Addirittura, un intervistato su tre – parliamo quindi del 33 % – ha dichiarato di sentirsi più a suo agio nel condividere sentimenti ed esperienze con il proprio gruppo piuttosto che con amici e parenti.
Un dato che non può assolutamente passare inosservato. Anzi, questa percentuale (insieme a molte altre estrapolate dal sondaggio di Facebook) dimostra come i gruppi online abbia letteralmente invertito la tendenza del distanziamento sociale.
In una fase in cui non è possibile stare vicini, le community sono riuscite a tenere vivi i contatti tra persone. E dato che tutti abbiamo vissuto il lockdown, sappiamo benissimo quanto sia stato importante poter coltivare i nostri legami sfruttando gli strumenti digitali.
E questo è chiaramente l’aspetto più “sentimentale” delle comunità. Ci sono utenti che amano interagire con i gruppi perché sentono di condividere a pieno le proprie passioni con gli altri membri che ne fanno parte.
O altri che prediligono entrare in contatto con le community che raccolgono gli utenti appartenenti ad una stessa area locale. In questo caso, i gruppi di Facebook di quartiere si rivelano uno strumento ideale per la condivisione di notizie e aggiornamenti legati a quanto accade nella zona.
Insomma, qualunque sia il senso di appartenenza che un utente sente alla propria comunità online, quello che conta è che i gruppi sono diventati una parte integrante della vita di ognuno di noi.
In un modo o nell’altro, in questo momento storico sentire di appartenere a qualcosa (o a qualcuno) sembra essere uno dei pochi punti fermi della vita delle persone.
Cosa assicura il successo di una community?
Gestire un gruppo non è così facile così sembra. Tanto meno assicurarne il suo successo tra gli utenti. Come fare allora per rendere una community fondamentale per i suoi membri?
Il 58% degli intervistati al sondaggio ha risposto che una delle principali qualità che assicura il successo ad un gruppo è quella di avere dei leader efficaci.
Definire le competenze di questi leader non è facile, soprattutto considerando che spesso sono acquisite direttamente dall’esperienza sul campo, dato che i moderatori sono veri e propri volontari del settore.
Ma gli utenti, dal canto loro, hanno ben chiari quali sono le skills che i loro leader devono avere.
Accogliere le differenze di opinioni tra gli utenti, essere visibili e comunicare in maniera corretta, e agire eticamente. Queste le tre caratteristiche che gli intervistati hanno dimostrato essere fondamentali per un buon leader.
È chiaro allora che gli esperti di marketing debbano tenere in considerazione questo dettaglio. Nella vostra strategia, potrete essere voi a voler creare una community online, oppure potreste decidere di entrare in un gruppo precostituito.
Ma qualunque sia la vostra idea, sarebbe bene tenere in considerazione uno degli elementi fondamentali della comunità, ossia il suo leader (o i suoi leader, nel caso sia di più).
E se vogliamo parlare utilizzando uno dei termini più in voga nell’era del Covid-19, il New Normal delle strategie di marketing potrebbe non dover trascurare le potenzialità dei gruppi di Facebook e delle community online.
Non è certo un caso, infatti, che la piattaforma abbia deciso di lanciare la possibilità di sponsorizzare contenuti all’interno dei gruppi.
In ogni caso, cosa ci riserverà il futuro non possiamo ancora saperlo davvero.
Una risposta
Articolo molto interessante!
Vorrei approfondire e consultare la ricerca originale ma non riesco a trovare online la fonte, potete indicarmela?
Grazie!