La guida definitiva ai SEO Meta Tag

seo guida meta tag

Per coloro che iniziano ad approcciarsi al mondo della SEO i meta tag rappresentano l’inizio dello studio e nel bene o nel male diventeranno il campo di allenamento per molti e molti anni.

Da quando ho cominciato a fare il SEO journalist mi sono sempre imbattuto nei meta tag e molto spesso ho letto sull’argomento di tutto e di più fino ad arrivare a parlare del lato negativo dei meta tag,vale a dire, le keyword meta tag.

Basta leggere i tantissimi articoli dedicati a questo spinoso argomento per capire quanto sia annosa la questione, soprattutto quando verte sull’uso improprio dei meta tag soprattutto perché, essendo in cima nell’intestazione di ogni pagina, sono la prima cosa che si vede.

Oggi quindi parleremo di cosa sono i meta tag e soprattutto andremo ad evidenziare la loro parte “bella” essendo, a tutti gli effetti, alcuni dei migliori strumenti a disposizione di un search marketer.

Tra i tanti meta tag quelli che vengono sempre citati dai SEO specialist sono quelli presenti nella description e nelle keyword.

Oggi li andremo a suddividere in tre grandi categorie: meta tag buoni, indifferenti e cattivi. Noterete che la lista si allungherà man mano che arriviamo ai cattivi.

Anche se per ovvie ragioni redazionali non siamo riusciti a coprire tutti i meta tag possibili, consigliamo di andar a leggere questa risorsa completa di meta tag per poi decidere quali andare ad utilizzare.

Nel 2019 i meta tag sono ancora importanti, ma bisogna essere sicuri quali scegliere e come utilizzarli, perché non tutti possono essere di aiuto.

Detto ciò tutti i SEO concorderanno che i meta tag da soli fanno poco se non vengono accompagnati da contenuti di alta qualità che si concentrano sulla soddisfazione dell’utente.

Ecco perché, soprattutto vista la criticità della materia è sempre bene attenersi al minimo indispensabile e/o casomai fare test su piattaforme dedicate agli esperimenti e non sui siti che portano traffico.

Un ultimo consiglio prima di passare alle varie categorie: è sempre bene non aggiungere meta tag che non servono, ma che al contrario occupano solo spazio nel codice. Meno codice c’è, meglio è. Pensate al codice pagina come ad un insieme di istruzioni che passo dopo passo devono permetterci di arrivare da qualche parte; in questo caso devono servire da navigatore per il browser. Gli extraneous meta tag sono i fastidiosi e quindi è sempre bene non utilizzarli.

I meta tag buoni

I meta tag buoni sono quelli che dovrebbero essere presenti su ogni pagina, qualunque cosa accada. Di seguito troverete solo una piccola lista dove vengono indicati solo quelli necessari, quindi se potete lavorare con solo questi, senza andare a fare inutili e pericolosi esperimenti.

  • Meta content type – Questo tag è necessario per dichiarare il set di caratteri per la pagina e dovrebbe essere presente in ogni pagina. Lasciando fuori questo tag si potrebbe andare ad influire sul modo in cui la pagina viene visualizzata nel browser. Di seguito sono elencate alcune opzioni, ma i web designer dovrebbero sapere cosa è meglio per ogni sito web.

<meta http-equiv=”Content-Type” content=”text/html; charset=utf-8″ />
<meta http-equiv=”Content-Type” content=”text/html; charset=ISO-8859-1″>.

  • Title – Anche se il tag del titolo non inizia con “meta”, è sempre nell’intestazione e contiene informazioni molto importanti per la SEO. In verità bisognerebbe sempre avere un tag unico per il title in ogni pagina che descrive la pagina.
  • Meta description – Il famigerato meta description tag è usato per uno scopo principale: descrivere la pagina ai ricercatori mentre leggono le SERP. Questo tag non influenza il ranking, ma è lo stesso molto importante. È la copia dell’annuncio che determinerà se gli utenti cliccano sul risultato. Ecco perché non deve mai superare i 160 caratteri, e dovrebbe essere scritto per attirare l’attenzione dell’utente.
  • Viewport – In questo mondo dove quasi tutta l’informazione passa dai dispositivi mobili, si dovrebbe sempre specificare la viewport. Se non si fa si corre il rischio di avere una scarsa esperienza da mobile. Google PageSpeed Insights Tool di Google ci dirà di più al riguardo. Il tag standard è:

<meta name=viewport content=”width=device-width, initial-scale=1″>.

I meta tag indifferenti

Se si può farne a meno sarebbe meglio, ma in alcuni casi specifici i meta tag indifferenti potrebbero essere di aiuto.

  • Social meta tag – I dati di OpenGraph e Twitter sono importanti per la condivisione, ma non sono necessari di per sé.
  • Robots – Un enorme equivoco è che molti SEO continuano a dire che bisogna sempre avere un robots meta tag. Facciamo un po’ di chiarezza: in termini di indicizzazione e link following, se non si specifica un robot meta tag robot vuol dire che tutto è follow. È solo se si vuole cambiare questo comando che è necessario aggiungere meta robot. Pertanto, se si vuole noindex ma si seguono i link sulla pagina, si dovrebbe aggiungere il seguente tag con solo il noindex.

<meta name=”robot” content=”noindex” />

  • Specific bot (Googlebot) – Questi tag sono usati per dare istruzioni specifiche ai bot come noodp (costringendoli a non usare le informazioni sull’elenco DMOZ, RIP) e noydir (le stesse, ma per le informazioni sull’elenco di Yahoo Directory). In generale, i motori di ricerca sono molto bravi a capire da soli questo tipo di cose, ma dove è necessario (se è necessario) è possibile considerare la possibilità di utilizzare il tag generale dei robot sopra elencati.
  • Lingua – L’unica ragione per usare questo tag è se un progetto web opera a livello internazionale e ha espressamente bisogno di dichiarare la lingua principale usata nella pagina. Ecco un elenco completo delle lingue che è possibile dichiarare.
  • Geo – Questi meta tag sono supportati da Bing ma non da Google (dove è possibile dichiarare la nazione dalla Google Search Console nel rapporto targeting internazionale). Ci sono tre tipi di meta tag geo: nome del luogo, posizione (latitudine e longitudine) e regione.

<META NAME=”geo.position” CONTENT=”latitudine; longitudine”>
<META NAME=”geo.placename” CONTENT=”Place Name”>
<META NAME=”geo.region” CONTENT=”Country Subdivision Code”>

  • Keyword – Anche se nessun molto difficilmente un SEO raccomanderà di passare del tempo su questo tag, c’è qualche piccola possibilità che questo tag possa essere di aiuto. Diciamo che  se è un automatizzato non c’è motivo di rimuoverlo, se invece si vuole inserirlo direttamente lato codice è bene evitare.
  • Refresh – non dovrebbe mai essere utilizzato, perché bisognerebbe lavorare con i redirect 301 lato server e poi perché Google non ama questa procedura.
  • Site verification – Tutti i siti web vengono verificati con Google e Bing, ma alcuni volte sono necessari perché non è possibile ottenere le altre forme di verifica del sito. Google permette di verificare un sito tramite DNS, file esterno, o collegando il proprio account Google Analytics. Bing permette ancora di fare la procedura solo da file XML o meta tag, quindi è sempre bene utilizzare il file.

I meta tag sbagliati

Premesso che non succederà niente di male ad un sito web se vengono utilizzati questi tag, è altrettanto vero che sono uno spreco di spazio, e visto che anche Google lo dice da oltre 12 anni fa, questo potrebbe essere il momento giusto per fare una pulizia di primavera.

  1. Author/web author – Questo tag è usato per nominare l’autore della pagina, ma non è necessario sulla pagina.
  2. Revisit after – Questo meta tag è un comando ai robot per tornare a una pagina dopo un determinato periodo di tempo.
  3. Rating – Questo tag è usato per indicare la valutazione di maturità del contenuto. Sembra che il modo migliore per evidenziare le immagini sbagliate sia metterle in una directory separata dalle altre immagini del sito e avvisare Google.
  4. Expiration/date – “Expiration” è usato per annotare quando una pagina scade, mentre “date” è la data in cui la pagina è stata pubblicata. Alcune pagine stanno per scadere? Semplicemente basta rimuoverle, mentre per “date” è sempre bene creare una sitemap XML e tenerla aggiornata.
  5. Copyright – Spesso nei piè di pagina dei siti web leggiamo “Copyright 20xx” in qualche forma. Perché dirlo due volte? Basta quello presente nel footer.
  6. Abstract – Questo tag è a volte utilizzato per inserire un estratto del contenuto e utilizzato principalmente da attività didattiche.
  7. Distribution – Il valore “distribution” presumibilmente viene utilizzato per controllare chi può accedere al documento, tipicamente impostato su “globale”. E’ intrinsecamente implicito che se la pagina è aperta (non protetta da password, come in una intranet) significa che è destinata a tutti gli utenti.
  8. Generator – Questo è usato per notare quale programma ha creato la pagina. Come “Author”, è inutile.
  9. Cache-control – Questo tag è impostato nella speranza di controllare quando e quanto spesso una pagina è memorizzata nella cache del browser. È meglio farlo nell’intestazione HTTP.
  10. Resource type – Questo è usato per dare un nome al tipo di risorsa della pagina, come ad esempio “document”. Risparmiare tempo, in quanto la dichiarazione DTD lo fa al posto nostro.

Se avete cliccato sulla lista dei meta tag avete visto quanti ce ne sono, e certamente molti di essi sarebbe bene testarli almeno una volta. Ci piacerebbe parlarne insieme a voi, anche per sapere quali a vostro avviso dovrebbero essere aggiunti o addirittura rimossi.

Aspettiamo i vostri commenti con suggerimenti o domande.

[via moz.com]

PS: se hai trovato utile questo post e vuoi saperne ancora di più, prova gratis Studio Samo Pro, la nostra piattaforma con oltre 200 corsi pratici.

Piaciuto? Condividilo!

L'autore

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Iscriviti gratis a…

MakeMeThink

La newsletter di Studio Samo

Ricevi ogni 2 settimane le novità più importanti dal mondo del digital marketing.

Potrebbe interessarti anche...

prompt engineering
Jacopo Matteuzzi

Prompt Engineering AI: cos’è, guida pratica

In questo articolo scoprirai cos’è il prompt engineering, perché è così importante, e soprattutto come può trasformare il tuo modo di lavorare con l’intelligenza artificiale.

piano editoriale instagram
Giuliana Curato

Piano editoriale Instagram: come farlo, idee e spunti

Come possiamo fare per emergere tra migliaia di contenuti e assicurarci che il nostro messaggio non solo raggiunga il pubblico desiderato ma che lo coinvolga, lo informi e lo intrattenga nel modo giusto? Ovviamente, creando un piano editoriale strutturato. Scopriamo insieme come!

email marketing automation
Marianna Caravatta

Email Marketing Automation: guida per iniziare

Immagina di poter raggiungere i tuoi clienti con il messaggio giusto al momento giusto, senza dover digitare ogni singola email. Benvenuto nel mondo dell’email marketing automation, dove la tecnologia trasforma la comunicazione in una potente macchina di connessione e conversione. Iniziamo insieme!

Vuoi essere sempre sul pezzo?

Iscriviti a MakeMeThink, la newsletter di Studio Samo. ✉️ Ricevi ogni 2 settimane le novità più importanti dal mondo del digital marketing.

Manca poco al Black Friday...