Scegliere il titolo per un blogger è sempre un problema. Io ho la mia ricetta: informare e persuadere, mescolare le informazioni necessarie per capire qual è l’argomento dell’articolo e qualche leva persuasiva per smuovere l’attenzione del lettore. La serp è una giungla, la home page di Facebook è una selva ricca di ostacoli: devi trovare il modo per attirare l’attenzione.
Gran parte del gioco lo fa l’immagine, il visual che viene ripreso dai social e che anticipa il contenuto. Stesso discorso vale per la descrizione che viene richiamata automaticamente dalle diverse piattaforme (ecco perché è fondamentale l’equilibrio tra tag title e description), ma c’è un concetto che deve essere ben chiaro: non sottovalutare la scelta delle parole.
In primo luogo perché in tag title è uno degli elementi più importanti per l’ottimizzazione SEO, e tu non devi comunicare l’argomento del tuo post solo alle persone ma anche a Google. Al tempo stesso la decisione ultima (il click per intenderci) viene fatto dal lettore in carne e ossa. Quindi, se da un lato devi posizionarti dall’altro devi puntare al Click Through Rate. Devi essere convincente, ecco.
Quindi ritorno al concetto espresso sopra: devi scegliere le parole con cura, per la SEO e per i lettori. Una ricerca pubblicata da Hubspot ha chiarito, almeno in parte, questo punto: quali sono le parole utili in una headline? Quali sono i termini che riescono a ottenere maggior successo rispetto a un determinato obiettivo?
La chiarezza vince
Portare traffico, aumentare l’engagement, migliorare le conversioni: questi sono i tre obiettivi definiti dalla ricerca e illustrati nell’infografica. Basta dare uno sguardo a questa esposizione dei dati per avere ben chiaro un punto: c’è un elemento positivo ridondante, ovvero la presenza di un’etichetta inclusa nelle parentesi quadre. Tipo quella che ho usato nel titolo di questo post.
D’altro canto la lista di parole che viene stigmatizzata e inserita nella lista delle keyword da evitare è lunga, variegata, ma sembra seguire un altro filo conduttore: l’esclusione dei termini che spingono verso un approccio sensazionalistico. Magic, tip, easy, free e secret non sono parole magiche per veicolare il click sull’headline, ma elementi che possono portare verso il sospetto.
Ancora qualche consiglio utile, in questo caso legato alla lunghezza del titolo: per i motori di ricerca si conferma il numero di battute utile per non essere sanzionati da Google. Per quanto riguarda i social, invece, puoi spingerti fino alla soglia dei 100 caratteri e oltre per ottenere un testo facile da tweettare con il link.
Soluzione simile anche per avere maggiori risultati per quanto riguarda il discorso CTR: più si avvicina ai 100 caratteri e più aumenta la percentuale, diminuendo drasticamente quando il titolo si avvicina alle 40 battute. Questo è sinonimo di una tendenza interessante: la chiarezza paga, le persone vogliono sapere cosa stanno per scoprire e cliccare.
Un dettaglio importante: ricorda che con un plugin come SEO WordPress di Yoast puoi diversificare i titoli e inserirne uno per i lettori del blog, uno per i motori di ricerca, uno per i diversi social (basta andare nei settaggi dedicati proprio ai social).
La tua opinione
In questi dati puoi trovare dei riferimenti chiari sulla necessità dei lettori. Certo, sono sempre dati parziali. E soprattutto dati che si riferiscono a un copy anglosassone: difficile riportare con chiarezza queste esigenze nel nostro modo di fare webwriting. Ma un punto è chiaro: a volte il miglior modo per essere persuasivi è informare. Dare dei riferimenti chiari sul contenuto (è un video o un’infografica?) può essere d’aiuto alla scelta, alla selezione.
Inserire un’etichetta che precede l’headline e anticipare la qualità del contenuto dà un vantaggio all’utente, permettere di prendere una decisione precisa. Pensa al discorso rich snipped: la logica è la stessa. Si arricchisce un risultato che per ovvi motivi di spazio rimane parziale, e si dà al potenziale lettore tutte le informazioni possibili per prendere una decisione consapevole, precisa, non viziata da false aspettative.
Informare per essere più efficaci nella serp: secondo te è una soluzione utile? Vale la pena fare qualche test per scoprire se le headline diventano effettivamente più performanti? Lascio a te la parola nei commenti: aspetto la tua opinione e la tua esperienza personale.
[adrotate banner=”11″]