Il blog è morto? Non lo so, per ora io scrivo poi vediamo. Al solito arriva, puntuale come il versamento dell’IVA, la domanda caustica relativa alla presunta dipartita di un ramo del web marketing. La SEO è deceduta, l’email marketing è in fin di vita e avanti così su questa linea.
Indice dei contenuti
ToggleFino ad arrivare al mondo della scrittura online. Da qualche parte arriva il triste annuncio: “Il blog è morto, guardiamo avanti”. Sì, ma dove? In realtà, spesso questi annunci nefasti vengono proclamati da chi ha interesse a far capitolare una soluzione per proporre la propria ricetta.
Di certo non vuole cambiare il paradigma ma attirare tutti quelli che non sanno e non vogliono impegnarsi nel mondo del blogging per varie ragioni. In primo luogo perché è una strategia di web marketing lunga, complessa, con risultati apprezzabili nel medio/lungo periodo.
Meglio investire in Facebook ADS e sponsorizzazioni su Google se vuoi pagare per guadagnare subito. Ma con il blog puoi ottenere dei risultati che, oggi, ancora nessuno può sostituire.
Quindi il blog è morto oppure no?
Dal mio punto di vista è difficile parlare di una fine completa e totale di una metodologia, così legata all’inbound marketing, senza capire di cosa stiamo parlando.
Allora, a cosa serve il blog? Dal punto di vista metodologico è uno strumento per creare contenuti da pubblicare sul web per intercettare le ricerche informazionali. Vale a dire le query del pubblico non ancora diretto verso la conversione ma potenzialmente interessato al tuo lavoro.
Il blog porta il pubblico sul sito e sulle landing page e qui possono diventare lead o clienti. Tutto questo avviene in modi diversi, tante sono le fonti che portano traffico alle pagine di atterraggio. Una di queste si ritrova nelle risorse di un sito web in continuo aggiornamento.
Per approfondire: cos’è e a cosa serve il kit del blogger
Nulla si crea, nulla si distrugge
Ma tutto si trasforma. Insomma, non è la prima volta che leggi questa regola che vale per la natura ma anche per l’universo digitale. Non è sempre così, questo è vero, soprattutto quando le attività si legano a singole piattaforme. Un caso concreto: Google Plus decide di chiudere i battenti?
Ogni sorta di attività verrà dimenticata perché non c’è altra soluzione. Lo stesso è stato, all’epoca, per Friendfeed. Ma il blog non si lega a un brand, è una metodologia di comunicazione.
Quindi non può morire da un giorno all’altro: si trasforma in qualcosa di diverso. Ad esempio puoi notare una costante diminuzione dei commenti perché le conversazioni si spostano altrove. Ad esempio sui social. Ma non si può parlare di decesso completo, al massimo di trasformazione.
C’è chi investe ancora sul blog
La vita di questo strumento è legata a quella delle ricerche su Google. Se qualcuno digita delle parole il blog ha motivo di esistere. D’altro canto è ancora considerato uno dei metodi più efficaci per pubblicare e distribuire contenuti nel B2C, proprio come suggerisce il grafico di Content Marketing Institute. Certo, non è l’unica soluzione e forse neanche la più efficace.
Però non può essere decapitata solo perché avanzano le storie su Instagram o le dirette su Facebook. L’esperto di web marketing sa bene che ci sono strumenti validi per occasioni diverse: vuoi svitare un rubinetto con un martello pneumatico? Peccato, fallirai. Lo stesso vale se preferisci demolire un muro con una pinza. Usciamo dalla metafora fai da te: forse il blog viene usato male.
Per chi è deceduto il blog?
È morto per chi non ha una conoscenza completa e sistemica del web marketing e pensa di poter usare delle ricette preconfezionate per risolvere i problemi con lo stampino.
Il blog non è adatto a tutti, non è lo strumento ideale in ogni occasione. Non è vero che ogni azienda ha bisogno, per forza, di un blog per raggiungere l’utente. Lo stesso vale per i tempi: se hai fretta e vuoi ridurre le attese il blog è una delusione. Bella grande, potente.
Da leggere: 7 errori da evitare se vuoi aprire un blog
Deve essere curato nel tempo
Il blog ha bisogno di investimenti costanti e continui. Ma poi, quando il traffico organico aumenta, puoi goderti i risultati. Con un buon lavoro di ottimizzazione SEO pubblichi gli articoli che servono al pubblico, guadagni visite che si trasformano in clienti, il tuo brand si posiziona su Google. Soprattutto nella mente del pubblico. Tu diventi la soluzione. Non è forse questo un buon risultato?
Non è questo un modo per promuovere la propria attività? Per me il blog è morto solo per chi non sa integrarlo in una buona strategia di web marketing. Sei d’accordo? Secondo te c’è ancora spazio per chi ama scrivere contenuti di qualità su WordPress? Lascia la tua opinione.