Il 49% di tutte le ricerche di Google non generano clic

Il 49% di tutte le ricerche di Google non generano clic

Nel primo trimestre del 2019, il 48,96% di tutte le ricerche di Google (catturate da Jumpshot) si è concluso senza un clic, con un aumento del 12% rispetto al primo trimestre del 2016.

I dati forniti dalla società di analisi di marketing Jumpshot hanno mostrato che le ricerche no-click su Google sono costantemente aumentate negli ultimi tre anni.

“Penso che i marketer sono probabilmente in una posizione mista oggi rispetto a tre anni fa, a seconda del loro settore”, ha detto Rand Fishkin, fondatore di SparkToro e autore di una recente analisi sui dati di Google clickstream.

Come dicevamo nel primo trimestre del 2019, il 41,45% delle ricerche di Google ha portato a clic organici su siti non Google e il 5,9% delle ricerche si è concluso con l’accesso dell’utente a un altro sito web di proprietà di Google.

Per meglio capire questo trend Fishkin dice che “se operi in un campo in cui Google ha deciso di entrare, come viaggi, hotel, voli, musica, ecc., il gigante della ricerca sta quasi certamente cannibalizzando il tuo mercato e rimuovendo una tonnellata di opportunità”.

Le cifre si basano su oltre un miliardo di ricerche nel browser web fatte da dieci milioni di dispositivi domestici desktop e Android negli Stati Uniti. Non comprende le ricerche condotte su dispositivi iOS, l’applicazione Google Search, dispositivi voice-only o ricerche che si concludono con un clic su un’applicazione mobile.

Ecco che possiamo tranquillamente parlare di erosione organica dei clic, con le stime di Jumpshot che vedono che su circa 61,5 miliardi di organici un calo di quasi il 20% rispetto ai 75,6 miliardi di click.

I tassi di click-through sono diminuiti sui risultati organici e sugli annunci pubblicitari. Il tasso di click-through rate sulle ricerche biologiche è sceso del 13%, passando al 47,4%, mentre il tasso di click-through sugli annunci di ricerca è aumentato del 75%, passando al 3,69% nello stesso periodo.

Le ricerche no-click possono verificarsi quando gli utenti ottengono le informazioni che stanno cercando direttamente sulla pagina dei risultati di ricerca, che Google facilita attraverso una varietà di featured snippet.

ecco perché l’organico da ricerca mobile viene colpito più duramente del desktop, andando a rappresentare la maggior parte della crescita della ricerca a zero clic e a pagamento e, come mostrato nel grafico di cui sotto, l’opportunità di ricerca del traffico è diminuita più drasticamente da cellulare che da desktop. Da mobile registra anche il volume di ricerca complessivo più alto, il che può amplificare l’impatto delle ricerca sui brand.

Fishkin attribuisce parte di tutto questo alle “aggressive SERP features and instant answers” perché gli annunci spesso occupano anche lo schermo intero sopra i risultati sul cellulare.

Nel suo keynote alla SMX Advanced all’inizio di questo mese, Jessica Bowman, CEO di SEO In-house e Search Engine Land editor, ha discusso il concetto che Google sta diventando meno motore di ricerca e più portale, spiegando come le aziende dovrebbero prepararsi a questo cambiamento significativo.

Quando è stato chiesto se la tendenza verso featured snippet e zero-click search avrebbe favorito i brand con più risorse, Fishkin ha detto che potrebbero, ma ha anche suggerito che è un riflesso del clima economico internazionale.

L’erosione organica dei clic che viene fatta da Google

Fishkin inoltre dice che “i brand più piccoli possono certamente giocare sugli snippet e su altri tipi di rich result. Sempre più traffico di ricerca di Google sta andando a favorire pochi grandi vincitori. Ad essere onesti, però, questo è anche il trend dell’economia americana in generale. La concentrazione della ricchezza e la concentrazione del traffico di ricerca sono correlate, e nessuno dei due è sano”.

Con quasi la metà di tutte le ricerche che non vanno oltre una pagina dei risultati di ricerca e il 12% di quelle che portano ai clic diretti, alcuni marketer trovano oggettivamente difficoltà a posizionarsi nella ricerca organica, specialmente quelli che lavorano in settori che competono con le offerte di Google (come le prenotazioni di viaggio o il food delivery).

“Nei settori in cui [Google] non compete direttamente, ci possono essere meno click totali disponibili, ma probabilmente più ricerche totali”, ha sottolineato Fishkin, aggiungendo che pratiche come l’ottimizzazione dei featured snippet e l’aggiunta di schema markup possono essere una soluzione efficace per influenzare la scoperta e il comportamento dei ricercatori.

La direzione del modello di business di Google ha anche attirato l’attenzione del Dipartimento di Giustizia, e man mano che il controllo normativo ne prende atto, i marketer potrebbero essere in grado di contribuire ad arginare questa prassi che poco piace al mercato internazionale.

“C’è un’opportunità in questo momento, mentre la stampa sta prestando attenzione e il governo sta guardando a Google, per i marketer e gli editori di contribuire con le loro storie e potenzialmente influenzare il comportamento di Google”, ha detto Fishkin. “La mia speranza è che questi contributi possano aiutare a sensibilizzare il gigante della ricerca e mantenere il campo di gioco equo, aperto e pieno di concorrenza”.

[via searchengineland.com]

PS: se hai trovato utile questo post e vuoi saperne ancora di più, prova gratis Studio Samo Pro, la nostra piattaforma con oltre 200 corsi pratici.

Piaciuto? Condividilo!

L'autore

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Iscriviti gratis a…

MakeMeThink

La newsletter di Studio Samo

Ricevi ogni 2 settimane le novità più importanti dal mondo del digital marketing.

Potrebbe interessarti anche...

prompt engineering
Jacopo Matteuzzi

Prompt Engineering AI: cos’è, guida pratica

In questo articolo scoprirai cos’è il prompt engineering, perché è così importante, e soprattutto come può trasformare il tuo modo di lavorare con l’intelligenza artificiale.

piano editoriale instagram
Giuliana Curato

Piano editoriale Instagram: come farlo, idee e spunti

Come possiamo fare per emergere tra migliaia di contenuti e assicurarci che il nostro messaggio non solo raggiunga il pubblico desiderato ma che lo coinvolga, lo informi e lo intrattenga nel modo giusto? Ovviamente, creando un piano editoriale strutturato. Scopriamo insieme come!

email marketing automation
Marianna Caravatta

Email Marketing Automation: guida per iniziare

Immagina di poter raggiungere i tuoi clienti con il messaggio giusto al momento giusto, senza dover digitare ogni singola email. Benvenuto nel mondo dell’email marketing automation, dove la tecnologia trasforma la comunicazione in una potente macchina di connessione e conversione. Iniziamo insieme!

Vuoi essere sempre sul pezzo?

Iscriviti a MakeMeThink, la newsletter di Studio Samo. ✉️ Ricevi ogni 2 settimane le novità più importanti dal mondo del digital marketing.

Manca poco al Black Friday...