Google chiarisce gli ultimi update degli algoritmi tramite il Search Liaison, Danny Sullivan, che ha pubblicato una serie di tweet riguardanti i recenti aggiornamenti.
Più volte in questi ultimi mesi abbiamo parlato, analizzato e cercato di fornire informazioni utili riguardanti il Google Medic Update che da inizio agosto fa tremare le SERP di tutto il mondo.
Molti SEO e proprietari di siti hanno osservato significativi picchi e cali nel traffico ormai da oltre un mese, senza capire bene che cosa stia succedendo.
Nei tanti gruppi dedicati alla SEO in Italia si discute sul singolo caso e difficilmente si riesce ad avere un’idea generale di quello che in verità sta succedendo dentro Facebook.
Solo alcuni forum di settore sembrano aver individuato alcuni “temi” ricorrenti, addirittura anticipando notizie che solo settimane dopo sono apparse sui blog di settore americani.
Tutto questo frastuono e, oggettivamente, tutta questa confusione ha portato a molte speculazioni su ciò che è accaduto, ma soprattutto su ciò che potrebbe accadere con gli algoritmi di Google.
Che un sito (o più siti) abbiano avuto un calo pauroso negli ultimi mesi è ben evidente, con nomi noti a tutti che hanno perso migliaia di visite mensili, ma da lì a capire il perché la cosa si sia generalizzata non solo al settore medico/benessere ma a molte altre tipologie tra loro diverse è ben lontano dall’essere chiaro.
Sembra però che proprio ieri Google abbia finalmente messo le cose in chiaro.
Cosa dice Sullivan sugli ultimi update degli algoritmi
Google rilascia aggiornamenti ogni giorno, e questo ben lo sappiamo, come sappiamo bene che per la maggior parte di essi non vengono nemmeno mai rilasciate notizie ufficiali.
In verità Google rilascia quotidianamente più update che sono progettati per migliorare i risultati di ricerca. La maggior parte di essi non apportano cambiamenti significativi, ma aiutano Google a migliorarsi sempre di più.
Al contrario, come dicevamo, Google conferma solo gli aggiornamenti degni di nota.
Sullivan fa riferimento all’aggiornamento della velocità della pagina nei risultati della ricerca mobile, annunciato mesi prima del suo lancio ufficiale.
Il tempo di rollout di un update può essere di una settimana o più. Quello che sappiamo è che da inizio anno abbiamo avuto almeno tre core update che sono stati rilasciati in aprile, agosto e settembre.
Cosa fare dopo un core update?
Offrire contenuti migliori: infatti in uno dei suoi tweet Sullivan offre preziosi consigli su cosa fare dopo un aggiornamento di un core update.
Su Twitter scrive: “We understand those who do less well after a core update change may still feel they need to do something. We suggest focusing on ensuring you’re offering the best content you can. That’s what our algorithms seek to reward.”
Google comprende che tutti quei siti che hanno subito penalizzazioni dopo un aggiornamento dell’agoritmo devono comunque avere la possibilità di fare qualcosa. Sullivan suggerisce di concentrarci sull’offrire sempre il miglior contenuto possibile, aggiungendo che “questo è ciò che i nostri algoritmi cercano di premiare”.
Inoltre, Sullivan suggerisce di leggere e rileggere sempre con molta attenzione le search quality rater guideline per trovare un punto di partenza per la creazione di contenuti di qualità.
Dice anche che i search quality rater non hanno un impatto diretto sugli algoritmi di Google, tanto che i valutatori della qualità della ricerca non hanno alcun controllo sul posizionamento delle pagine nei risultati di ricerca.
Il loro compito è quello di rivedere le pagine e fornire un feedback, tanto che la qualità dei dati non viene utilizzata negli algoritmi di Google.
Spiega Sullivan: “Rather, we use them as a restaurant might get feedback cards from diners. The feedback helps us know if our search “recipes” seem to be working.”
Con un sottile gioco di parole porta ad esempio un ristorante (e le local business in generale) dicendo che Google i rater li usa in un ristorante per ottenere feedback dai clienti aggiungendo che il feedback aiuta il più potente motore di ricerca al mondo a sapere se le sue “ricette” di ricerca funzionano, e soprattutto come e quanto funzionano bene.
Sullivan finisce dicendo che capire come i search quality rater valutano i buoni contenuti può aiutare i proprietari dei siti ad imparare a migliorare le informazioni che pubblicano e solo così i SEO e i proprietari di siti web potranno migliorarsi nei risultati di ricerca organica, naturalmente solo dopo aver migliorato i contenuti interni.
[via searchenginejournal.com]