URL sta per Uniform Resource Locator. Chiamato colloquialmente indirizzo web, è un riferimento a una risorsa web come un sito, una pagina o un file specifico.
Ad esempio, se inserisci nel tuo browser l’URL:
https://www.studiosamo.it/glossario/url/
il tuo browser ti porterà a questo post. Se invece inserisci semplicemente:
https://www.studiosamo.it/
verrai portato alla home page di Studio Samo.
Infatti, in genere l’URL della home page di un sito coincide con il nome di dominio (es. www.studiosamo.it), mentre gli URL delle pagine interne contengono ulteriori informazioni.
Un URL è quindi diverso da un nome di dominio, e un nome di dominio il più delle volte fa parte di un URL. Si può vedere la differenza visiva nell’esempio seguente:
In teoria, ogni URL valido punta a una risorsa unica. Tali risorse possono essere una pagina HTML, un documento CSS, un’immagine, ecc.
In pratica, ci sono alcune eccezioni, la più comune è un URL che punta ad una risorsa che non esiste più o che si è spostata. Poiché la risorsa rappresentata dall’URL e l’URL stesso sono gestiti dal server web, spetta al proprietario del server web gestire attentamente tale risorsa e l’URL associato.
Un URL è un tipo specifico di Uniform Resource Identifier (URI), anche se molte persone usano i due termini in modo intercambiabile.
Un URL incorpora il nome di dominio, insieme ad altre informazioni dettagliate, per creare un indirizzo completo (o “indirizzo web”) per indirizzare un browser verso una specifica pagina online chiamata pagina web.
In sostanza, si tratta di un insieme di indicazioni, e ogni pagina web ne ha una unica.
Nell’esempio qui sopra abbiamo usato l’URL della pagina dei nostri corsi di digital marketing in aula.
Anche se tutti i link puntano ad un URL, URL è link non sono la stessa cosa.
L’URL è infatti una delle due componenti essenziali di un link, l’altra è l’anchor text.
L’anchor text è il testo cliccabile di un link. Questo testo è anche la sola parte del link visibile all’utente. L’URL di destinazione è l’indirizzo della pagina web a cui sarai indirizzato quando fai clic sul collegamento. In altre parole, è la destinazione a cui porta il link.
Per maggiori informazioni leggi la definizione di anchor text.
Perché c’è bisogno degli URL?
Affinché le reti di computer e i server possano “parlare tra loro”, i computer si basano su un linguaggio composto da numeri e lettere chiamato indirizzo IP.
Ogni dispositivo che si connette a Internet ha un indirizzo IP univoco, che ha un aspetto simile a:
22.231.113.64 o 3ffe:1900:4545:3:200:f8ff:fe21:67cf
Per navigare facilmente sul web, digitare un indirizzo IP lungo non è l’ideale, né realistico, per un utente online.
Per questo motivo sono stati creati dei nomi a dominio (e quindi gli URL) – per nascondere gli indirizzi IP con qualcosa di più facile da ricordare e da digitale. Si potrebbe considerare il nome di dominio come un “nickname” dell’indirizzo IP.
Ogni URL è composto da più parti, e il modo in cui le URL sono costruite avrà una varietà di effetti sulla sicurezza del sito sito e sull’ottimizzazione per i motori di ricerca (SEO). Considerato questo, esaminiamo più da vicino ciò che è coinvolto in un URL di base di un sito web.
Le tre parti più importanti di un URL
Nelle prossime sezioni, esamineremo le tre parti più importanti di un URL comune per gli utenti. Combinate, dovrebbero rispondere alla domanda: “Cos’è l’URL di un sito web?”.
1. Il protocollo
Si tratta della prima parte di un URL. L’elemento http:// o https:// all’inizio di ogni URL è il “protocollo”.
Il protocollo dice al browser come comunicare con il server di un sito web, al fine di inviare e recuperare informazioni. In altre parole, è ciò che permette a un URL di funzionare in primo luogo.
Tradizionalmente, la maggior parte dei siti ha usato il protocollo HTTP (Hypertext Transfer Protocol), e questa versione è ancora visibile sul web.
Tuttavia, da qualche anno c’è una tendenza verso l’adozione diffusa di Hypertext Transfer Protocol Secure (HTTPS).
Questo protocollo fa essenzialmente la stessa cosa dell’HTTP, ma è un’opzione molto più sicura che cripta i dati inviati avanti e indietro tra il browser e il server.
Ecco perché la maggior parte dei browser gli fornisce un lucchetto di sicurezza verde:
Fortunatamente, assicurarsi che il proprio sito funzioni su HTTPS è semplice se sei un utente WordPress. Tutto ciò di cui avrai bisogno è un certificato gratuito Let’s Encrypt, e il plugin SSL (anch’esso gratuito) Really Simple SSL.
2. Il nome del dominio
Torniamo all’esempio iniziale:
La parte successiva al protocollo è l’elemento più identificabile di un indirizzo web – il “nome a dominio”. In questo caso, è www.studiosamo.it (il nostro sito web). Un nome di dominio è un identificatore per un sito specifico, che generalmente porterà direttamente alla home page se non viene aggiunto altro alla fine di esso.
Un nome di dominio è in realtà anch’esso costituito da parti più piccole. C’è il “www” (oggi facoltativo) che identifica il world wide web, il nome del sito in questione (studiosamo), e il dominio di primo livello (TLD), che si riferisce al designatore .it .com, .org, .net (tra gli altri) alla fine del nome di dominio.
Quando si crea un nuovo sito, è utile dedicare un po’ di tempo a considerare con attenzione il nome di dominio che si intende utilizzare. Dovrebbe essere unico e attirare l’attenzione, ma allo stesso tempo chiaro e facile da ricordare.
Anche la scelta del dominio di primo livello è importante. Per molti siti, l’opzione migliore è quella di mantenere il dominio .it (per l’Italia) o .com (per aziende internazionali con il sito in più lingue).
Questi due sono i domini di primo livello con cui gli utenti di Internet hanno più familiarità e che di solito si aspettano, il che significa che saranno più facili da ricordare.
Tuttavia, è anche possibile trarre vantaggio dalla scelta di un TLD che si adatti meglio alla propria nicchia o al proprio campo. In realtà ci sono centinaia di opzioni TLD (molte delle quali sono specifiche per regione o settore), quindi c’è molta scelta.
3. Il path
Ogni singola pagina o file di un sito web ha un proprio URL, non solo la home page.
La parte dopo il TLD è nota come “path” (percorso). Questo perché dirige il browser verso una pagina specifica del sito web.
Quest’ultima parte dell’URL viene anche chiamata a volte “slug”.
WordPress ad esempio permette di modificare questa parte, che chiama i “permalink” o i singoli link ad ogni pagina e post.
Le scelte che fai in questo caso avranno un impatto su quanto “cliccabile” il tuo contenuto apparirà ai potenziali visitatori, e sulla SEO complessiva del tuo sito.