Quante volte abbiamo sentito parlare della Generazione Z? In effetti chi si occupa di social media marketing deve anche aprire lo sguardo verso tutto ciò che riguarda il concetto di ricerca sociologica. Perché se vuoi raggiungere le persone devi anche conoscerle, comprenderle.
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ToggleBisogna andare oltre i dati che arrivano da analytics. Ben inteso, questo resta un passaggio fondamentale. Ma se vuoi ottenere grandi risultati sui social network – parere mio personale – bisogna comprendere le svolte epocali. Come quella della Generazione Z, tu hai iniziato a lavorare intorno ai concetti che caratterizzano questa tipologia di utenti? Ecco qualche dettaglio.
Cos’è la Generazione Z, cosa significa
Con questo termine (spesso usato in modo alternativo con Post-Millennials, Gen Z, iGen o Plurals) si identificano le persone nate tra il 1995 e il 2012, dopo la fase dei famosi Millennials. Inutile aggiungere qual è la caratteristica principale di questa tipologia di utenti?
Forse, ma lo faccio lo stesso: si registra un uso amplificato e massiccio delle tecnologie digitali, senza dimenticare l’accesso a internet e al mobile. Sono utenti abituati fin dalla nascita all’uso di smartphone e a gestire la navigazione su internet. In particolar modo usano i social network con disinvoltura per informarsi, creare relazioni e prendere decisioni relative all’acquisto.
La Gen Z è importante per le aziende?
Certo. Da sempre gli adolescenti sono una fetta di mercato centrale per chi vende. Rappresenta una popolazione fertile, capace di captare e assimilare i messaggi attraverso una prospettiva emotiva: sono impulsivi nell’acquisto, quindi rappresentano un punto di partenza ideale.
Anzi, sono un vero e proprio target di riferimento. Qualcuno direbbe una miniera d’oro, ecco. A tutto ciò devi aggiungere un fattore determinante: la capacità di influenzare queste persone attraverso il mezzo di comunicazione che riconoscono come proprio: internet. Senza dimenticare lo strumento che usano per raccogliere le informazioni, vale a dire lo smartphone: vera e propria protesi digitale.
Come conquistare la Gen Z sui social
Quindi, la Generazione Z può essere una fetta importante del tuo pubblico. E il punto da prendere in considerazione è chiaro: non puoi trattare queste persone con la stessa dinamica che caratterizza il pubblico generico. Devi lavorare con grande attenzione sui social network perché qui si può nascondere il tuo punto di forza. Hai già una strategia social? Ecco qualche dato.
I video diventano parte fondamentale dell’attività
Ancora non hai aggiunto questo pilastro del content marketing nel tuo programma editoriale? Follia, soprattutto se vuoi parlare con queste persone che rientrano nella Generazione Z. Come mostra la ricerca di see.wibbitz.com, chi rientra in questa categoria si ritrova a proprio agio con i video.
In verde hai la Gen Z e in rosso i Millennials. Attenzione, il confronto ci dà buoni risultati per il visual ma ci conferma un altro punto: non devi dimenticare il lavoro editoriale sugli articoli. Soprattutto se vuoi intercettare più profili generazionali. Il blog aziendale funziona ancora!
Crea comunicazione bidirezionale con il pubblico
Questa fetta di target è abituata a un’interazione basata su domanda e risposta. Non basta lasciare la possibilità al pubblico di inserire commenti: bisogna anche reagire, rispondere nel modo giusto. Magari dimezzando i tempi per rendere la comunicazione con il brand immediata, rapida.
Una delle soluzioni migliori: sfruttare la diffusione di Messenger, una delle piattaforme social più usate, per creare un chatbot capace di rispondere in un attimo a tutte le interazioni.
Attenzione ai ritmi e piattaforme di pubblicazione
Si rivoluziona tutto con questa generazione. Secondo un sondaggio di Pew Research Center, il 45% degli adolescenti afferma di essere online quasi costantemente e il 44% dichiara di connettersi più volte al giorno. A far cosa? Semplice, sfogliare pagine di coetanei e fonti d’informazione alla ricerca del dato utile in quel momento. Ciò riguarda 9 adolescenti su 10.
Un processo simile riguardo il modo in cui questi individui si relazionano con l’informazione. Scontato il fatto che c’è una copertura generazionale totale dello smartphone. Tutti hanno un telefono e se vuoi raggiungere questa platea devi pensare da schermo portatile.
Meglio un video verticale oppure orizzontale? Posso pubblicare anche senza audio? Queste e altre domande relative alla tua attività di content marketing deve essere valutata rispetto alla capacità di creare un piano editoriale ottimizzato per lo smartphone. Valutando anche la necessità di creare un’app del proprio sito web per renderlo più accessibile a chi ragiona quasi solo da mobile.
La Generazione Z abbandona il caro Facebook
Almeno per i video, se consideri che la maggior parte dei contenuti fruiti si rivolgono al mondo visual. Sempre la ricerca appena citata ci suggerisce che i Millennials preferiscono ancora usare il social di Zuckerberg per guardare le clip. Ma la Gen Z guarda altrove.
Soprattutto YouTube e Instagram, due grandi fonti d’informazione quando si prende in considerazione l’universo visual. La tendenza è chiara: per l’intrattenimento e l’esperienza ludica la Gen Z si dedica soprattutto a YouTube e Instagram, mentre per l’informazione c’è Facebook.
Da leggere: come migliorare il visual content marketing
Generazione Z: tu come lavori online?
Hai già iniziato a gestire il calendario editoriale, e tutta la strategia di web marketing, intorno alle necessità del tuo pubblico? Non basta conoscere le parole chiave e fare la keyword research. Non è neanche sufficiente valutare Facebook Insight per capire cosa vogliono le persone. A volte devi comprendere come si comporta una generazione, quali sono le sue esigenze. Sei d’accordo?