Il concetto del design thinking vede in Herbert Alexander Simon, economista, psicologo e informatico statunitense, il suo inventore attraverso il suo libro “The sciences of the artificial”, su cui per la prima volta negli anni ‘60 si legge di questo nuovo modello, poi negli anni rielaborato in molteplici e differenti modelli.
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ToggleCos’è il design thinking
Il design thinking è un metodo creativo strutturato e focalizzato sulla risoluzione dei problemi e sul raggiungimento del risultato. Nell’ultimo periodo, questo concetto si è sempre più spostato verso l’innovazione di prodotti e servizi, ed in quest’ottica il design thinking si configura come un modello progettuale volto alla risoluzione di problemi complessi attraverso visione e gestione creativa.
Questo metodo può quindi essere applicato anche nel digital marketing risultando utile per diversi scopi, tra cui:
- modellare il proprio business
- capire il prodotto o servizio più idoneo per un preciso segmento di pubblico
I cinque tasselli del design thinking
I tasselli principali del design thinking possono essere racchiusi nei cinque punti fondamentali inclusi nel modello, fra tutti più noto, della Stanford Design School, che prevede di:
- empatizzare, tentando di comprendere i clienti ed il mercato tramite brainstorming
- definire, creando una definizione chiara degli obiettivi affinché siano specifici, misurabili, fattibili, focalizzati al risultato e limitati nel tempo
- ideare, creando una strategia di marketing, definendo le tattiche e le azioni per il raggiungimento degli obiettivi
- prototipizzare, creando attraverso molteplici strumenti i prototipi delle nostre idee per visualizzare le nostre strategie
- testare, ovvero fare test delle tattiche per ogni idea attraverso le azioni concrete definite
Come sfruttare il design thinking nel marketing
In un periodo storico in cui la visione di prodotto è sempre protagonista, sviluppare l’empatia può tornare utile per dare maggiore valore alla visione di cliente. A questo scopo imparare a conoscere meglio i nostri utenti e costruire le buyer personas con dati quantitativi e qualitativi assume un ruolo fondamentale.
A questo scopo, l’empatia, intesa come un atteggiamento comunicativo che ci permette di abbracciare tutte le interazioni interpersonali, indipendentemente dalle persone che ci stanno davanti e dal fatto di essere o meno d’accordo o di simpatizzare con loro, gioca un ruolo fondamentale.
Infatti grazie a questo approccio, è possibile raccogliere importanti dati qualitativi e per farlo può essere utile porsi alcune domande del tipo:
- quanto questo utente è interessato?
- quanto è complessa la sua problematica?
Questi dati ottenibili ad esempio da un dirigente o titolare di un’azienda che conosce le dinamiche aziendali, tramite domande che indagano sulle necessità degli utenti o attraverso un analisi dei reclami ricevuti, permetteranno di essere sempre più in grado di proporre soluzioni che vadano incontro ai bisogni dell’utente.
Sviluppare l’empatia come approccio operativo nel marketing può quindi essere molto vantaggioso. Per farlo è però necessario mettersi nei panni degli altri, pensando come loro e sviluppando dunque la famosa intelligenza emotiva, ovvero un aspetto dell’intelligenza legato alla capacità di riconoscere, usare, capire e gestire consapevolmente le emozioni proprie e degli altri.
Tra le molteplici situazioni in cui l’empatia può essere particolarmente utile nel marketing troviamo:
- Ricerche e negoziazioni, permettendo di capire le motivazioni degli altri
- Riunioni e brainstotming con clienti, colleghi o stakeholder permettendo di raggiungere risultati di valore per tutti
- Lavoro di gruppo, per creare strategie insieme ad altre persone senza generare conflitti
- Generazione di idee, un processo che è facilitato grazie all’empatia
Come applicare l’empatia nel Marketing
Riguardo al concetto di empatia, la studiosa Theresa Wiseman ha rilevato le principali professioni in cui l’empatia è una caratteristica fondamentale. Tra queste professioni troviamo ad esempio quelle mediche o quella dell’avvocato, un ruolo che per essere svolto nel migliore dei modi è necessario che non preveda il giudizio, poiché questo è spesso derivato da un pregiudizio di fondo.
La studiosa Theresa Wiseman, nell’ottica di una definizione sempre più accurata dell’empatia, ne ha inoltre raccolto quattro qualità distintive, che ben chiariscono cosa sia essenziale per essere empatici, ovvero:
- Assumere la prospettiva altrui, vedendo la prospettiva dell’altra persona e riconoscendo tale prospettiva come una verità
- Non giudicare, poiché spesso il giudizio deriva puramente da un pregiudizio
- Riconoscere le emozioni, aspetto molto importante specialmente per chi deve studiare la propria audience per la costruzione delle buyer personas ed essenziale perché se non si è in grado di riconoscere le emozioni provate dall’altro ogni sforzo per arrivare ad una soluzione sarebbe vano
- Saperle comunicare, perché se non si è in grado di trasmettere questa consapevolezza all’altro, tutto il resto diverrebbe inutile
Possiamo dunque dire di applicare l’empatia nel marketing se:
- il prodotto o servizio che offriamo serve a soddisfare un bisogno
- l’analisi che facciamo potrebbe farci scoprire che il nostro prodotto o servizio potrebbe essere utile alla risoluzione di un numero maggiore di problematiche di quelle che ritenevamo
- possiamo scrivere degli incentivi all’acquisto o la value proposition in modo allineato rispetto ai nostri potenziali consumatori
Conclusioni
Utilizzare il modello del design thinking nel marketing può apportare notevoli vantaggi se si pone l’attenzione prima di tutto alla risoluzione delle problematiche degli utenti ,anziché unicamente al prodotto o servizio offerto.
Anche importanti aziende come Google hanno infatti dato un esempio di come sia possibile utilizzare questo modello. Google infatti ha fatto suo questo modello creando e modellando un suo metodo specifico per la risoluzione di una determinata situazione.
Per utilizzare questo modello è però essenziale dare risalto ad un approccio empatico che guidi l’intera strategia di marketing. Solo così è possibile raggiungere il fine ultimo, ovvero la risoluzione del problema individuato attraverso un approccio empatico nei confronti degli utenti a cui ci indirizziamo.
E tu hai mai usato il design thinking nella tua strategia di marketing? Lascia la tua opinione nei commenti.