Molti blogger fraintendono il significato del comment marketing e usano lo spazio dedicato ai commenti solo ed esclusivamente per fare spam. Quindi per inserire link inopportuni. In realtà i commenti nascono per agevolare una delle caratteristiche base del blog, ovvero l’interazione.
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ToggleCome ho detto al master di Web Marketing che si è tenuto a Milano, il blog si evolve nel tempo grazie alla creazione di nuovi post (e questa è una delle sue caratteristiche fondamentali), ma può essere sfruttato al massimo solo se si creano interazioni virtuose nei commenti.
Commenti che devono essere naturali, devono essere espressione del lettore che vuole lasciare un contributo personale. Ma che possono essere usati anche per raggiungere obiettivi concreti. Ecco, questo è il comment marketing: la creazione di un contenuto utile da lasciare nei commenti del proprio post, quindi come risposta a un’azione del lettore, o in quello di altri blog.
Punti essenziali
Come si fa comment marketing? Seguendo una linea concreta: devi creare valore. Il tuo commento deve essere contestualizzato, utile, strutturato. Deve arricchire la conversazione con il tuo contributo, deve rispettare le regole della piattaforma e deve rispettare gli altri utenti. E deve allontanarsi il più possibile dal semplice spam: non è necessario inserire link, basta quello che si trova nella firma.
Lo scopo del comment marketing è lavorare sul nome, sul brand che stai veicolando. Può essere rivolto al brand personale se rispondi come freelance, ma può puntare al brand aziendale se sei corporate blogger o ambassador di una realtà aziendale. Un commento diventa un piccolo guest post, diventa un contenuto che usi per dimostrare competenze. Ma anche per farti riconoscere come un esperto del settore che aiuta altri utenti e crea valore.
Il concetto che si nasconde alla base di una buona azione di comment marketing è semplice: individua i blog più commentati, segnali in una cartella del tuo feed reader e monitora ogni giorno le discussioni. In questo modo puoi partecipare e presidiare le discussioni che riguardano il tuo settore.
Puoi anche usare Google Alert per monitorare determinate keyword nelle pubblicazioni e avere il controllo anche di blog che non conosci, ma per ottenere dei risultati migliori ti consiglio Mention (gratuito fino a un certo numero di menzioni riportate).
Comment marketing con WordPress
Il comment marketing sfrutta i commenti che lasci sui blog. E dato che gran parte delle piattaforma usa il CMS WordPress è utile conoscere qualche dettaglio sulla pubblicazione di un commento efficace. In primo luogo devi creare un account Gravatar, ovvero un servizio che ti permette di unificare la tua identità online.
Attraverso Gravatar puoi ottenere un profilo riconosciuto per commentare su tutti i blog WordPress, e appena decidi di lasciare un contributo la piattaforma ti riconosce e inserisce il tuo avatar. E sì, non c’è niente di peggio di un commento senza identità: devi essere sempre riconoscibile grazie a un’immagine e al nome/cognome.
A proposito: evita di inserire anchor text spinti come firma. Ad esempio, se lavori nel mondo della SEO non firmarti come “esperto SEO” ma usa sempre il tuo nome e cognome. Sempre. Anche quando lavori in azienda: hai firmato l’articolo, firmi anche il commento.
L’identità del blogger è importante sul post ma anche nei commenti. Guarda l’esempio: in questo commento che ho lasciato sul blog Studio Samo uso il mio nome e cognome come anchor text, e c’è sempre il mio avatar per rendermi immediatamente riconoscibile.
Ancora un dettaglio che può fare la differenza: nei commenti WordPress puoi usare l’HTML. Quindi puoi formattare e puoi inserire contenuti multimediali. Puoi inserire il grassetto e il corsivo, puoi creare delle liste puntate, puoi inserire dei link con anchor text, puoi anche pubblicare immagini (ricorda sempre il testo alternative) ed embedded di qualsiasi natura. Ecco, il commento è diventato un vero e proprio contenuto.
Comment marketing con Facebook
Molti blog usano i commenti di Facebook, e non vieni identificato con Gravatar ma con il tuo account Facebook. Questo, almeno dal mio punto di vista, è un limite per il proprietario del blog perché costringe il lettore ad avere un profilo Facebook per commentare. Ma come si fa comment marketing con questa soluzione?
In linea di massima le regole sono le stesse, cambia la formattazione (qui non esiste) e soprattutto la firma: in questo caso è legata ai dati che hai inserito su Facebook. In particolar modo il frame dei commenti richiama il link al tuo profilo personale e la tua ultima posizione lavorativa che puoi indicare anche attraverso una fan page.
Quindi una buona firma ha due link utili: uno al profilo e uno alla pagina Facebook della tua posizione lavorativa (io ad esempio la metto a My Social Web). Attenzione, i commenti Facebook ti permettono di scegliere anche il profilo con il quale vuoi commentare. Quindi puoi lasciare dei contributi anche a nome di una pagina Facebook che gestisci.
Comment marketing con Google+
Attenzione, ci sono anche i commenti di Google Plus. Che rappresentano una via di mezzo tra i commenti nativi di WordPress e quelli di Facebook. Sono sempre basati sul tema social, ma possono essere formattati usando i comandi della piattaforma Google Plus (neretto con gli asterischi, corsivo con l’underline…). Questo dà una marcia in più ai commenti più lunghi.
Inoltre, e questo vale anche per i commenti Facebook, puoi inserire le liste puntate usando il “dot” che puoi trovare nei caratteri speciali del tuo computer. Ma la vera novità di questi commenti è la possibilità di condividere il tuo contributo su Google Plus in tutte le salse possibili: come aggiornamento pubblico, ma anche come post per cerchie specifiche. Puoi anche citare altre persone nel commento, creando un vero e proprio punto di discussione.
La tua opinione
Fare comment marketing sembra facile: basta lasciare un commento, giusto? In realtà devi studiare bene gli argomenti da commentare, e soprattutto quelli da sviluppare nei tuoi commenti. Devi creare un contenuto nel contenuto, devi quasi spostare l’attenzione dal post al tuo contributo. Oppure devi sfruttare gli inneschi ,le domande, per sviluppare la conversazione e spingere il lettore a continuare la discussione.
Questa è la mia opinione. La tua, invece, qual è?
11 risposte
Trovo queste indicazioni molto utili. Tra l’altro, pochi ricordano che WordPress genera feed anche per i commenti e un’ottima applicazione per gestire i feed è RSSOwl, che ha il grande pregio di esistere e funzionare per tutte le piattaforme (Linux, Windows e OS-X). Può non essere molto intuitivo, ma di certo, una volta imparato a sfruttarne le caratteristiche, è di grande aiuto.
Buon lavoro.
Il feed rss dei commenti è molto utile. Soprattutto se vuoi tenere sotto controllo una discussione e intervenire ogni volta che arriva un aggiornamento.
Grazie per il commento, Marco.
Buongiorno, articolo molto utile di cui si parla veramente poco. Volevo chiedere però con che frequenza o quanti commenti giornalieri si devono fare per ottenere dei risultati visibili sin da subito. Grazie
Ciao Cristina,
Risultati visibili da subito… una bella sfida. Nel mondo del blogging è difficile definire tempi precisi e soprattutto immediati. Non esiste una regola, un parametro. Motivo? Il successo di un progetto dipende in parte dal pubblico, da come reagisce a un determinato contenuto. E questo non lo puoi sapere.
Detto ciò, io ti suggerisco di puntare sulla qualità e non sulla quantità. Non devi pubblicare – esempio – per forza 10 commenti al giorno. Individua due o tre piattaforme e partecipa attivamente. Devi trovare le discussioni e partecipare con naturalezza, senza imporre commenti che in realtà potrebbero passare inosservati. Ragiona in questo modo: ogni commento deve dare qualità all’articolo. Poi il numero è relativo, ma è importante che ci sia qualità.
Il comment marketing, come il guest posting, può avere 2 finalità, magari anche collegate fra loro: il branding (personale o aziendale) e la SEO.
Non ho dubbi che queste tecniche funzionino per aumentare la propria visibilità: guest post e commenti servono a farsi riconoscere come esperto del settore in cui si opera.
Restano invece ancora valide, nel 2015 per la link building?
In linea di massima, non direttamente: i link provenienti da questi contenuti sono generalmente nofollow, quindi non passano PageRank.
A questo proposito è molto interessante quello che sostiene Francesco Magherita nel suo libro Seo Gardening:
“Un commento offre due vantaggi: puoi creare una correlazione semantica attraverso una co-occorrenza e quando avvicinare il contenuto sul quale ti trovi al tuo sito e puoi ottenere un link, nofollow, ma sempre un link.”
Incentrereste la vostra link building su queste tecniche?
Ciao Marco,
Rispondo a titolo personale: quando lascio i commenti non lo faccio pensando ai link. Certo, ci sono. Ma se devo lavorare sui link penso più a una robusta azione di content marketing. Per me i commenti sono un buon modo per intercettare lettori, per costruire il brand. Poi magari possiamo chiedere a Francesco di integrare…
Ciao Marco, in effetti il commento su blog pertinenti può essere una buona attività, perché ti mette in relazione, perché ti fai vedere etc., ma anche perché puoi creare un ancoraggio semantico creando corrispondenze tra entità. Nel comment marketing il link è in effetti una delle cose meno importanti (che pure però ha un suo perché). Detto questo non incentrerei mai una strategia SEO solo in una direzione.
Grazie Francesco, come sempre utile.
Marco, se hai altre domande non esitare.
Grazie Riccardo e Francesco, sempre gentilissimi.
Un’ottima guida direi! Concordo con quanto detto da Francesco Margherita.
Saluti a tutti!
Grazie Pietro, spero di rivederti presto nei commenti di questo blog.