Mai promettere ciò che non puoi mantenere. Ad esempio, secondo te, il titolo che ho usato in questo post rischia di diventare click baiting? Beh, fare marketing vuol dire vestire il tuo prodotto con l’abito migliore, quindi nella creazione di un buon titolo per i tuoi post c’è il tentativo di esaltare il contenuto che si propone.
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ToggleQuesto è giusto. Anche perché in poche battute devi dare il senso di ciò che stai facendo e promuovendo, poi sarà il sottotitolo o magari il primo blocco di testo a chiarire. Ed è proprio qui che voglio suggerirti questo: c’è una formula per ottenere headline perfette. Almeno dal punto di vista formale. Poi è chiaro che l’efficacia di un titolo dipende da mille fattori che non possono essere previsti. Però delle regole te le posso suggerire.
Parti da una buona informazione sul tema
Il primo punto da considerare per avere una headline perfetta da usare nel blog: l’informazione. Chi legge il titolo deve capire, deve essere in grado di valutare il contenuto che troverà all’interno del testo. L’headline è una stringa che sintetizza, dà ai vari attori in campo una sintesi di ciò che hai fatto e approfondito. Fin dai tempi della carta stampata, il titolo è sempre stato centrale nell’above the fold dei quotidiani.
Oggi vale anche per post e siti web. Calcola che il titolo viene ripreso sulla home page del blog, nel singolo articolo, in tag e categorie. Ma anche nella serp di Google e nei vari social network. La tua credibilità viene valutata su diverse piattaforme e ha come perno centrale la tua capacità di informare, suggerire senza ombre e doppi. Quindi, basta titoli click baiting. Al massimo un po’ di persuasive copywriting…
[Tweet “Prima regola per una buona headline: informa il lettore”]
Ottimizza il titolo anche in ottica SEO
Un buon titolo sul web deve essere ottimizzato in ottica SEO copywriting. Mai mancare questo punto, rischi di ritrovarti con risultati poco interessanti. Anche perché, attenzione, il titolo di un post di default corrisponde al tag title. Vale a dire uno degli elementi decisivi dell’ottimizzazione on-page.Quindi, quando crei la tua headline perfetta ricorda di inserire anche le keyword più importanti per il tuo articolo. Tenendo ben presente che:
- Il tag title non dovrebbe superare le 60/65 battute.
- Google dà più importanza alle keyword che si trovano all’inizio.
- Il posizionamento non è legato alla presenza delle parole chiave.
Quest’ultimo punto significa che la presenza della keyword nel tag title non garantisce il buon posizionamento. Anzi, oggi Google riesce a capire se una pagina è attinente a una query a prescindere dal tag title. Che però deve essere sempre ottimizzato pensando a due attori: il motore di ricerca e l’utente. Perché è Mountain View a posizionare ma sono le persone in carne e ossa a cliccare.
Un consiglio è quello di usare la search console per ottimizzare il click through rate, vale a dire il rapporto tra quante persone visualizzano un link nella serp e i relativi click. Con un posizionamento nelle prime tre posizioni e una percentuale bassa si possono fare delle riflessioni interessanti e lavorare su tag title per renderlo più accattivante, senza perdere di vista il focus sulla keyword più importante. E valutando anche il ruolo della meta description, stringa di testo sempre importante per dare al titolo il contesto giusto.
[Tweet “Seconda regola per una buona headline: ottimizza per la SEO”]
Persuasione e copywriting: il titolo attira
Ultimo punto, quello che può fare la differenza. Il titolo deve informare, e deve essere ottimizzato per la SEO. Ma, soprattutto, deve attirare l’attenzione del pubblico. Questo è valido da sempre, anche in passato i giornali usavano tecniche raffinate per catturare l’attenzione e le vendite. Ancora un esempio storico:
Oggi la situazione è diversa. Un titolo del genere non sarebbe efficace con i motori di ricerca, ma al tempo stesso devi usare lo spazio disponibile per convincere il lettore a cliccare sul tuo risultato. Questo vale sui social network, nelle preview dei link, ma anche nella serp di Google e nella home page del blog. Il mio consiglio in questi casi è semplice: devi dare qualcosa in più, un motivi per permettere al lettore di non ignorare quello che stai scrivendo. Ecco qualche esempio, in grassetto gli elementi chiave della persuasione.
- 10 plugin WordPress che (forse) non hai mai provato.
- Come creare una headline veramente efficace?
- Il 56,5% dei post su Facebook non vengono letti.
- Come imparare a fare SEO senza spendere troppo
- Metti il codice di Google Analytics in 5 minuti
Si insinua il dubbio, questi plugin non li hai provati. E si propone una percentuale scientifica (la precisione aiuta a comunicare questo valore) ma anche i temi classici della scarsità, ripresi dalle tesi di Robert Cialdini esposte nel classico della letteratura: “Le armi della persuasione”, un testo essenziale e spettacolare.
[Tweet “Terza regola per una buona headline: punta sulla persuasione”]
Vuoi una headline per ogni occasione?
Ora, come scrivo questa benedetta headline? Informativa, ottimizzata per la SEO o persuasiva? In realtà qui entra in gioco il tuo essere web copywriter, devi essere tu a trovare la giusta combinazione. C’è uno strumento che può darti una mano: WordPress SEO By Yoast. Sì, usato a sproposito diventa una piaga e inseguire il semaforo verde può portare il web writer fuori strada. Però puoi sfruttare delle funzioni molto interessanti per creare la tua headline efficace sui post del blog.
In primo luogo nel cruscotto principale puoi aggiungere un tag title e differenziarlo dall’H1. Così hai un titolo visibile nel post diverso da quello che viene preso e valutato da Google. Inoltre nella sezione social (raggiungibile cliccando sul simbolo dello share) hai la possibilità di creare una combinazione di descrizione e titolo specifica. Ad esempio, nella preview di Facebook puoi essere più votato alla persuasione, mentre con il tag title sei più sintetico e preciso nella definizione della keyword.
Quali sono regole di una buona headline
Per creare un titolo efficace devi seguire questi punti. Non ci sono altri aspetti da valutare, o sbaglio? Guarda, in realtà puoi puntare su schemi ricorrenti che si ritrovano in combinazioni e mix di tecniche di persuasive copywriting. Sto parlando di riprova sociale, scarsità, uso dei numeri insieme alle trigger word.
Ad esempio come, chi, quando, perché. Insomma, c’è da lavorare e da testare. Però un punto è chiaro: da anni uso la formula che combina ottimizzazione SEO, informazione e persuasione per ottenere titoli efficaci. E la strada sembra che porti nella direzione giusta. Secondo te ho ragione? C’è qualcosa in più da aggiungere? Ti aspetto nei commenti, affrontiamo insieme questo tema.