Hai ripulito il tuo sito dallo spam on-site (keyword stuffing, contenuti duolicati), hai smesso di partecipare a schemi di link o scambi link eccessivi, e hai letto un sacco di articoli su come uscire da una penalizzazione, ma non hai ancora recuperato il tuo vecchio posizionamento su Google? Se sei stato penalizzato da Google Penguin e non hai recuperato il tuo posizionamento, oppure non hai ancora intrapreso una campagna di link building per timore di una penalizzazione, di sicuro sarai alla ricerca di risposte.
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ToggleLa realtà è che – per fortuna – Penguin è semplicemente un algoritmo, un calcolo matematico che tiene conto di diversi insiemi di dati per determinare un “punteggio”, che viene utilizzato per classificare ogni sito web che vediamo nei risultati di ricerca. Dunque, il primo passo per battere questo algoritmo è capirlo.
Capire Google Penguin
Il metodo principale con cui Penguin opera è esaminando il profilo complessivo dei tuoi link in entrata per rilevare ciò che ritiene essere una attività “innaturale”.
Il segnale principale di attività innaturale sembra ruotare intorno all’anchor text. Per questo, se sei stato colpito da Penguin, è probabile che ciò sia accaduto a causa di un profilo di link in entrata over-ottimizzato, cioè determinato da un cattivo rapporto di distribuzione degli anchor text nel tuo profilo complessivo dei link.
Esempio #1: distribuzione degli anchor text di un sito colpito da Penguin
Riesci a indovinare quali anchor text sono rappresentati dalle grandi fette di questa torta? Anchor text a corrispondenza esatta con la parola chiave, per keyword commerciali. Questo è il tipo di profilo di link che avrebbe performato molto bene prima di Google Penguin, ma è letale nel sitema post-Penguin, dato che manca la diversità, in quanto oltre il 75% dei ink in entrata sono divisi in soli quattro anchor text. Questo è un grande segnale di manipolazione per Google.
Esempio #2: distribuzione degli anchor text di un sito “sano”
La distribuzione degli anchor text rappresentata qui sopra è invece molto più diversificata, ma ci sono ancora alcuni grandi pezzi in questa torta. Allora, che cosa sono queste fette più grosse?
Ci sono 4 tipi principali di anchor text che di solito compongono la parte più grande in un profilo di link in entrata “sano”:
- Naked URL consistono qualche variazione della URL effettiva della destinazione del collegamento. Questa può essere una pagina interna o, più comunemente, la home page. Gli URL “nudi” sono il segnale più forte per Google di un profilo “naturale” di link in entrata, e in genere comprendono la quota maggioritaria di distribuzione degli anchor text nei siti web sani. Gli esempi includono: “studiosamo.it”, “https://www.studiosamo.it”, “www.studiosamo.it”, e “https://www.studiosamo.it”.
- Brand Anchors consistono qualche variazione del marchio del sito web di destinazione. Anche piccole variazioni, come le differenze tra lettere maiuscole e minuscole, sono notate dai motori di ricerca. Gli esempi includono “Studio Samo”, “Studiosamo”, “StudioSamo”, e “lo Studio Samo”.
- Brand-keyword hybrid anchors consistono di una certa variazione del marchio del sito web di destinazione mescolato con una parola chiave rilevante a corrispondenza esatta o LSI (Latent Semantic Indexing, che non è altro che un parolone per indicare una parola “correlata”). Gli esempi includono: “blog SEO Studio Samo”, “Studio Samo, un blog sulla SEO” e “ottimizzazione per i motori di ricerca: Studio Samo”.
- Universal/junk anchors sono costituiti da parole che si possono applicare a qualsiasi sito web o pagina di destinazione, o sono universali per natura, come “clicca qui”, “visitate questo sito” e “qui”. Essi sono comunemente noti come “junk” (spazzatura) perché, prima di Google Penguin, i SEO e i webmaster solevano cercare di evitare questi tipi di anchor text, in quanto non offrono nessun segnale circa il tema del sito web di destinazione. Ora la questione si è ribaltata.
La maggior parte delle sezioni della torta che vedi qui sopra consistono in variazioni di questi quattro tipi di anchor text. Questo ti insegna che, quando procedi con la tua strategia di link building, devi resistere alla tentazione di accumulare troppi link ricchi di parole chiave (che è stata la best practice pre-Penguin) e scegli invece uno dei quattro tipi di cui sopra.
Il primo passo, tuttavia, dovrebbe essere quello di controllare il tuo profilo di link in entrata utilizzando uno strumento come Majestic SEO o Open Site Explorer, con l’obiettivo di determinare la distribuzione degli anchor text esistenti. Una volta che conosci questo dato, hai due opzioni per sistemare le cose: eliminare o diluire. In sostanza, è possibile impegnarsi in una campagna di rimozione dei link e / o costruire nuovi link (con anchor text dei 4 tipi sopra citati) per diluire il tuo profilo di link in entrata complessivo e diminuire la quota dei link che possono “offendere” il Pinguino. Io ti consiglio un duplice approccio per ottenere il massimo vantaggio, in cui si eseguono contemporaneamente entrambe le strategie.
Una volta che ti rendi conto che hai a che fare con un algoritmo matematico, diventa naturale che la raccolta di informazioni e l’impegno in qualche aggiunta/sottrazione strategica è tutto ciò di cui hai realmente bisogno per recuperare da una penalizzazione di Google Penguin. Se il pinguino non ti ha ancora liberato dalle sue grinfie, non arrenderti, la tua energia positiva produrrà risultati positivi. In bocca al lupo! 😉
Una risposta
Ciao, ho acquistato un sito precedentemente penalizzato da google, l’ho modificato totalmente, quanto tempo ci vuole prima che google si accorga che il sito è stato totalmente rigenerato?