Facebook ha annunciato che ripulirà il newsfeed con ulteriori modifiche dell’algoritmo. (Qui una traduzione italiana).
In sostanza Facebook penalizzerà i post che contengano esche per aumentare la viralità (“metti like se sei d’accordo, commenta se non lo sei”), contenuti troppo comuni e già utilizzati da tutti (probabilmente le immagini e i link che girano da mesi se non da anni, non dovrebbero essere penalizzati i contenuti ripubblicati provenienti dal vostro sito) e link spam (quelli che indirizzano a siti pieni di inserzioni pubblicitarie con l’unico scopo di guadagnare con queste. Il criterio dovrebbe essere di penalizzare post che hanno troppi click sul link rispetto a like e condivisioni).
Queste modifiche dell’algoritmo si inseriscono in un percorso che mira a migliorare l’esperienza per gli utenti premiando i contenuti di valore. Facebook è un’azienda e per monetizzare ha bisogno di mantenere un equilibrio tra la soddisfazione delle aziende e quella degli utenti. Questi ultimi non vogliono essere subissati da spam e messaggi commerciali (specialmente se non mirati ai loro interessi) mentre le aziende hanno a disposizione una piattaforma adv con un targeting sempre più sofisticato).
Mi pare che FB ormai sia sempre più simile a Google da questo punto di vista: cercare di fregare l’algoritmo con spam e trucchi sta diventando talmente difficile che è meglio sforzarsi di produrre contenuti interessanti e rilevanti per il proprio target. Senza contare che fregare Google significa cmq essere primi sui motori di ricerca, che ha un valore intrinseco, mentre non sono affatto convinto – per usare un eufemismo – che avere enorme portata organica su un target disinteressato con foto di gattini serva a qualcosa. E il livello di efficacia della pubblicità su FB comparato all’organico è IN PROPORZIONE molto maggiore rispetto al rapporto SEO/Adwords.
Molti marketer e attività, specialmente piccoli business, si lamentano del calo di visibilità e minacciano di lasciare Facebook per altri social network, come Twitter , Linkedin o Google+ A mio avviso invece NON si può considerare una strategia di Social Media marketing che non consideri FB, specialmente in Italia. Gli altri social network, per quanto interessanti e importanti, sono di nicchia (G+ ha 3,8 milioni di utenti “attivi” – nel senso che lo utilizzano almeno una volta al mese, Twitter 2 milioni e rotti mentre su FB la media di utilizzo è di 1 ogni 2 giorni, su circa 26 milioni di utenti): ottimi per le PR e il personal branding, o per rivolgersi a pubblici di nicchia, ma è difficile ci siano i volumi di traffico per una strategia di web marketing ad ampio respiro.
La modifica dell’algoritmo in chiave anti-spam non è una notizia drammatica per i brand. Intanto perché Facebook ha dichiarato che , al contrario, molti brand dovrebbero ricavare lievi miglioramenti. E poi in generale per ogni modifica di algoritmo bisogna considerare che:
1) La portata organica può ancora essere alta (anche se è una statistica sopravvalutatissima), soprattutto se una pagina ha un buon engagement (non tutti i settori hanno risentito allo stesso modo del calo di visibilità)
2) La FB adv è estremamente duttile e non è vero che sia costosissima (o meglio, lo è se si spinge il pulsante “promuovi” sulla pagina, non se si sfruttano le possibilità di targeting che offrono strumenti come il Power Editor). FB offre straordinarie possibilità di profilazione, e con le custom audience, i lookalike, targetizzazione e A/B test si può arrivare a ridurre parecchio i costi per conversione. Questo unito a obiettivi mirati (content marketing, aumento della visibilità o conversioni sul sito) può portare a ottimizzare parecchio le campagne adv (e ottimizzare significa spendere bene, che spesso significa spendere meno). Una strategia di social media marketing dovrebbe prevedere una sinergia tra i vari canali che parta dal sito web. Per essere efficace un’attività di social media marketing deve tenere in considerazione anche SEO, Adwords e ormai non può fare a meno del retargeting ( o remarketing) sia sulla rete di Google che su Faceboo
3) Per una pagina commerciale che non abbia contenuti particolarmente virali (ad esempio una pagina che si occupa di web marketing) lo scenario secondo me è molto migliore rispetto a due anni fa: se prima raggiungere una buona visibilità era molto difficile, e spesso si ricorreva a esche e articoli sciocchi per generare viralità, adesso hanno la possibilità di raggiungere un target preciso con il messaggio giusto (su Facebook la qualità sta diventando molto più importante della quantità. Purtroppo molti business non hanno conoscenze di marketing e rincorrono i Like invece di metriche più importanti, come interazione e conversione, abituati alogiche televisive).
In ogni caso, anche se altri social dovessero arrivare a livelli interessanti per il marketing il modello sarebbe probabilmente sempre a pagamento (come dimostrano i twitter ads e i G+ ads che stanno per arrivare).