Quali sono i copywriting trend 2022 e come dovranno orientarsi i copywriter durante il prossimo anno? Per rispondere a questa domanda consideriamo che i quasi due anni di pandemia hanno cambiato intimamente le persone e, di conseguenza, i comportamenti sul web e le relazioni con i brand.
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ToggleDurante i mesi di lockdown abbiamo interrotto le relazioni sociali fuori dalla rete, costretti a spostare online i nostri orizzonti.
Se da una parte siamo riusciti a riscoprire ciò che conta di più nella vita, per esempio gli affetti, la salute o la realizzazione personale, dall’altra ci siamo fatti guidare da queste riflessioni anche negli acquisti, che sono diventati più consapevoli e meno di pancia.
Oggi ci avviciniamo più spesso ai brand che troviamo sulla nostra lunghezza d’onda, cioè quei business che hanno imparato una lezione dal Covid e sono finalmente riusciti a mettere al centro le persone prima dei prodotti.
Scegliamo i brand che ci accolgono completamente e che parlano insieme a noi.
Qui entra in gioco il lavoro del copywriter, la figura formata – e allenata – per trasformare idee in messaggi efficaci da diffondere su più canali.
Al di sopra di tutti i Copywriting trend 2022, c’è il rinnovato desiderio di comunicare con i brand e l’aspettativa che questi ricambino. Ecco perché il copywriting nel 2022 dovrà parlare dell’evoluzione dell’umanità con umanità per permettere alle imprese di riconoscere il valore delle persone.
Copywriting trend 2022: i fattori che ogni penna digitale dovrebbe considerare
Per quanto uno dei Copywriting trend 2022 sarà – come ogni anno – la SEO di qualità, i prossimi paragrafi non contengono consigli su come fare copywriting per i motori di ricerca. Ovvio, si può supporre che nel 2022 ogni copywriter sappia applicare i principi della SEO – o ne possieda almeno i primi rudimenti – e che si aggiorni sulle ultime novità.
Ma qui vogliamo parlare di comunicazione umana per esseri umani.
Proviamo tutti un forte senso di appartenenza e amiamo essere coinvolti
Complici l’isolamento sociale e le giornate pensose in casa, negli ultimi due anni abbiamo sentito il bisogno di appartenere a qualcosa. Ci siamo riscoperti esseri umani online, dietro le tende socchiuse delle nostre abitazioni, tra una riunione su Zoom e un occhio al feed di Facebook che spandeva voglia di unità.
In una recente intervista lo psicologo statunitense Robert Cialdini – già autore del famosissimo libro Le armi della persuasione. Come e perché si finisce col dire di sì – ha individuato nell’Unità una leva universale di persuasione. Cialdini sostiene che:
L’idea che condividiamo un’identità con qualcun altro fa sì che vogliamo dire di sì alle persone con cui condividiamo quell’identità in misura maggiore rispetto a quelle che sono al di fuori di tale condivisione.
Come accostare la scrittura persuasiva al concetto di scrittura umana per esseri umani senza pensare (troppo) alle conversioni?
Il copywriting è per i brand la principale via d’accesso alle persone, un mezzo potente per cementare il senso di appartenenza che ci caratterizza come esseri umani e come reduci di un’evoluzione epocale. Le marche e i copywriter non dovrebbero quindi approfittare di un periodo di difficoltà per battere cassa, ma potrebbero riscrivere la storia aziendale condividendo il punto di vista con le persone, mettendo clienti e aziende sullo stesso piano in nome di un’umanità rinnovata.
Cosa farà quindi il copywriter?
Un copywriter potrebbe partecipare allo sviluppo di progetti di marketing che coinvolgano il pubblico grazie a eventi sul web, contenuti interattivi, come quiz, sondaggi, contest, challenge, o contribuire alla creazione e al consolidamento di community online dove il brand possa condividere la propria identità con le persone che lo seguono. Perché il senso di appartenenza genera fiducia.
Un bravo copywriter trasforma le idee in messaggi efficaci, è utile alle aziende fintantoché converte, ma riuscirà ad abbattere le distanze tra brand e persone con le parole soltanto se saprà mettersi nei panni dell’umanità.
La riconoscibilità del brand è sotto ai riflettori
Ogni azienda dovrebbe fare un investimento a lungo termine assumendo un copywriter professionista. Specialmente in un periodo tanto delicato.
Negli ultimi due anni i brand – anche quelli più piccoli – hanno pubblicato fiumi di parole. Ciò ha significato più lavoro per copywriter e content editor, ma in un contesto di concorrenza sterminata.
Le aziende quindi, per distinguersi dal coro, hanno lavorato sull’identità. Si sono avvicinate alla gente e hanno ricordato al pubblico cosa le rende uniche. Ai copy è spettato il compito di distillare il messaggio con contenuti che riflettevano lo stato d’animo delle persone e che allo stesso tempo raccontavano la verità circa l’impegno dei brand e la loro essenza più profonda. Il tono di voce scelto si è posizionato il più delle volte lontano dal Corporatese, quel linguaggio plastico, lontano dalla vita vera ma ancora caro ad alcune aziende.
Uno dei Copywriting trend 2022 sarà l’uso di una lingua viva e realistica. Ogni azienda dovrebbe risuonare con una voce personale, soprattutto in tempo di Covid. Perché i brand non sono soltanto più vicini alle persone: sono essi stessi fatti da persone.
Contenuti che muovano all’azione
Abbiamo già parlato di contenuti interattivi: quiz, challenge, sondaggi ma anche eventi online che stimolano la partecipazione delle persone. Ecco cosa piace di più oggi.
Nel 2022 il brand vincente sarà quello che incontrerà il pubblico in un territorio comune su cui appagare la voglia di comunicare e il senso di appartenenza che ha travolto tutti, sia le persone sia le aziende.
Come può aiutare un copywriter? Fra i copywriting trend 2022 incontriamo la cara scrittura persuasiva che però da qualche tempo non è considerata più un semplice strumento per convertire. Il copywriter sfodera la persuasione per muovere le persone verso un viaggio con una destinazione incantata: riscrivere la storia aziendale insieme ai brand.
Il cliente diventa co-protagonista di una narrazione inedita.
E se prima eravamo utenti, lead o prospect, con la pandemia ci siamo svelati esseri umani che danno fiducia ai brand quando si sentono gratificati. Quando l’amore è reciproco.
Lavorare creativamente alle Call-to-action è una sfida per le penne digitali che dovranno affascinare l’interlocutore con termini che non lo spingano semplicemente all’azione ma che piuttosto lo sollevino naturalmente dalla sedia, quasi come in una seduta di meditazione.
Per approfondire: Storydoing, la nuova frontiera dello Storytelling
Occhio ai Podcast: potrebbero convertire
I Podcast sono contenuti audio di natura seriale che hanno spopolato in piena pandemia, nel 2020 e 2021, e oggi la tendenza si estende a perdita d’occhio. Basti pensare che tra settembre 2020 e settembre 2021 i Pocast hanno registrato una crescita dell’85% su Spotify mentre il loro numero su questa piattaforma è aumentato del 2.500% rispetto al 2018.
Ha senso parlare di copywriting per Podcast? Certamente. C’è bisogno di professionisti che producano script di qualità per arrivare al cuore delle persone.
Chi ascolta i Podcast è affezionato a chi li trasmette. Sta ai copywriter diffondere le storie che i brand vogliono raccontare usando le parole più adatte.
L’Intelligenza Artificiale ha bisogno di esseri umani (Spoiler: le macchine non sostituiranno i copywriter)
La maggior parte degli internauti cerca assistenza online. Per questo motivo molti brand hanno scelto i Chatbot servizio clienti per dare agli utenti le risposte che cercano, in tempo reale e in via automatica.
Non poche aziende poi hanno incluso nella strategia di marketing dei programmi di Intelligenza Artificiale che, in base a numeri e algoritmi, creano parole, frasi e testi corretti dal punto di vista di struttura e contenuto, ma non abbastanza buoni da superare il valore di un copywriter.
Spesso quello che viene scritto dalle macchine non risponde ai bisogni delle persone, non ci coinvolge e non emoziona.
Ecco perché fra le tendenze di copywriting per il 2022 non troveremo i testi scritti dai software in cima alla lista. Probabilmente ci sarà più lavoro per copywriter, i quali potrebbero dover darsi da fare anche come editor o consulenti alla programmazione di AI per la scrittura automatizzata.
C’è ancora bisogno di intelligenza umana!