La sfida online tra gli e-commerce è davvero spietata e si combatte anche su quella parte della SERP non conquistabile attraverso annunci a pagamento.
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ToggleLe attività di ottimizzazione per posizionare le pagine web devono essere sempre più accurate e in linea con l’evoluzione dell’algoritmo.
Questo lo sa bene chiunque lavori nell’ambito del digital marketing, ma anche chi amministra uno business online.
Nonostante tutte queste premesse, sul web si continuano a trovare e-commerce con errori SEO che influiscono sulle performance.
Andiamo a vedere quali sono gli sbagli più comuni e dannosi.
1 User Experience pessima
Non è sufficiente costruire un bel negozio e mettere sugli scaffali ottimi prodotti a un buon prezzo, devi creare un ambiente efficiente, senza ostacoli, in cui tutto è a portata di mano e ogni metodo di pagamento è concesso.
Per uno shop online tutto questo si traduce in una UX eccellente.
L’esperienza dell’utente che naviga sull’e-commerce è fondamentale per tre semplici motivi:
- È un fattore di ranking per Google
- Aiuta a vendere
- Fidelizza il cliente
Una pessima User Experience ti penalizza in SERP e allontana gli utenti che vorrebbero comprare i tuoi prodotti.
2 SEO fatta, ma per le parole chiave sbagliate
Se la strategia SEO viene impostata male per via di una keyword research non aderente alle query che digitano gli utenti per trovare i prodotti che vendi, il risultato è uno solo: soldi spesi in attività che non portano risultati.
Cerco di spiegarmi meglio con un esempio fantasioso ma significativo.
Mettiamo che tu voglia vendere online scarpe per millepiedi, che nel tuo calzaturificio questi prodotti vengano chiamati millescarpe e che tu decida sia quest’ultimo il termine da usare nei contenuti dell’e-commerce.
Se il SEO Specialist crea un’accurata strategia sulla tua parola chiave e non su quelle con cui i potenziali clienti ricercano queste particolari calzature, otterrai un bellissimo shop online fatto a tua immagine e somiglianza in cui nessuno entra.
Per vendere devi ascoltare il tuo pubblico e parlare la sua lingua, soprattutto se il pubblico fa ricerche su Google.
3 Mancanza di descrizione del prodotto
Sembra strano, ma si trovano ancora pagine prodotto senza la descrizione dell’oggetto e questo proprio non piace al motore di ricerca.
È praticamente impossibile stare nella prima pagina di Google se non si scrivono testi di qualità.
Dedicare tempo alla realizzazione di pagine prodotto dettagliate non è solo un modo per piacere a un freddo algoritmo, ma è fondamentale anche per soddisfare i desideri degli utenti che devono farsi un’idea chiara di ciò che stanno per comprare.
4 Descrizioni dei prodotti copiate
Chi si occupa di digital marketing e, in particolare, di contenuti per il web sa che fare copia/incolla per riempire le pagine di un sito è una delle pratiche da evitare, se si vogliono ottenere buoni risultati sul motore ricerca.
Questo regola aurea non vale solo per gli articoli del blog e per il sito aziendale, vale soprattutto per le pagine prodotto che dicerto vorresti vedere apparire tra i primi risultati della SERP.
Non importa se il testo viene copiato da quello dall’e-commerce di un competitor, dal sito del fornitore, da documenti trovati online o da altre pagine del tuo shop, duplicare contenuti è penalizzante.
È un lavoro duro, ma devi curare ogni testo che pubblichi sul tuo e-commerce e se pubblichi pagine diverse di prodotti simili, quindi con descrizioni praticamente identiche, devi ricorrere ad espedienti tecnici come i meta tag noindex, nofollow, canonical.
5 Presenza di molte pagine web inutili
Un e-commerce online da diversi anni e/o che ha un frequente ricambio di articoli può accumulare decine, centinaia, migliaia di pagine che non danno più alcun vantaggio.
Questo si traduce in un sforzo inutile per Google, che impegna parte del tempo del crawler in un’analisi non proficua.
Lo spreco di crawl budget è penalizzate, per questo sempre più spesso i SEO Specialist suggeriscono potature dei contenuti inutili.
6 URL incomprensibili (non parlanti)
Anche gli URL fanno la differenza nella SEO. Non si può lasciare che questo elemento venga generato automaticamente con simboli e lettere che formano una stringa incomprensibile all’occhio umano.
Una delle best practices dell’ottimizzazione consiste nel creare URL parlanti, quelli che possiamo considerare “indirizzi web” che suggeriscono il contenuto delle pagine. Gli URL parlanti devono essere coerenti con le keyword e con i contenuti che appariranno davanti agli occhi degli utenti.
Se una persona dando un’occhiata all’URL capisce esattamente dove sta andando si sentirà più sicuro durante la sua navigazione. Si potrebbe dire che anche questa sia una piccola tessera nel mosaico della UX.
7 Blog pieno di contenuti che non servono all’e-commerce
Spesso i SEO Specialist suggeriscono di inserire un blog all’interno dell’e-commerce, così da attirare quel target di pubblico che ancora sta cercando informazioni a proposito dei prodotto/servizi che vendi o del mondo che sta intorno ad essi.
Aprire un blog, però, non significa doverlo riempire scrivendo di continuo articoli sulle più svariate tematiche.
La cosa migliore da fare è realizzare contenuti di qualità che siano coerenti con la tua nicchia di mercato e con le esigenze delle tue buyer personas.
Gli obiettivi dei blog post dovrebbero essere la brand awareness, l’aumento di traffico organico da indirizzare verso le pagine prodotto, far aumentare il fatturato.
Non devi cedere alla tentazione di scrivere continuamente testi pensando che questo piaccia a Google. È necessario realizzare una strategia per la realizzazione dei contenuti, che segua una keyword research, gli intenti di ricerca e un preciso piano editoriale.
Un blog costruito con cura può davvero portare vantaggi all’e-commerce, mentre un ammasso di articoli non organizzato non dà benefici.