Le categorie ecommerce sono fondamentali per la navigazione del portale. Consentono di organizzare schede prodotto e sotto-categorie che, a loro volta, permettono di creare dei contenitori di pagine di atterraggio.
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ToggleSpesso, però, anche a causa della tradizione legata al blogging e alle pratiche editoriali (comunque manchevoli e miopi), queste tassonomie vengono rilegate in fondo alla lista delle ottimizzazioni utili.
In un ecommerce si cura la home page, si organizzano al meglio le schede prodotto e si punta verso un lavoro SEO capace di prendersi cura di tutti gli elementi che oggi fanno la differenza. Come l’acquisizione di link in ingresso, l’user experience, la velocità di caricamento. E la struttura.
Proprio così, guai a lasciarsi scappare l’occasione per creare una buona navigazione interna. In uno shop online devi avere tag, filtri, moduli di ricerca. E anche un buon lavoro sulle categorie ecommerce fa parte di questo equilibrio. Cosa saper a riguardo? Qual è la strada da seguire?
Individua il search intent delle categorie
Il primo passo per lavorare sull’ottimizzazione SEO delle categorie ecommerce in modo che siano realmente utili: devi partire da una buona keyword research. Ovvero devi scoprire le esigenze del pubblico.
Quindi puoi creare un’alberatura che faccia da struttura per il sito web che ti aiuterà a vendere online. Non puoi creare categorie a caso ma pensando alle varie esigenze del pubblico. Analizzando le query, grazie ai migliori SEO tool per fare analisi delle parole chiave, puoi scoprire non solo il volume di ricerca ma anche il CPC delle varie ricerche online.
In questo modo puoi capire dove cadono gli investimenti e quali sono i temi monetizzabili. Ovvero dove puoi tentare di ottenere buoni risultati con la vendita online. Dopo aver fatto questo lavoro puoi analizzare il search intent e capire come strutturare il contenuto per rispettare quello che Google indica come Beneficial Purpose nella guida per i quality rater.
Rispetta le esigenze del lettore e non SEO
Voglio affrontare subito questo argomento perché è centrale per il tema dell’ottimizzazione delle categorie ecommerce: guai a trattare queste sezioni con la vecchia logica del riempire la pagina con una marea di testo per inserire keyword principali, sinonimi o correlazioni varie.
Non funziona così, o meglio: avere un po’ di testo nelle categorie può essere utile per contestualizzare e fare in modo che ci sia un minimo di introduzione all’argomento. Ma devi sempre tener presente che stiamo parlando di un ecommerce. E la categoria è una sezione della vendita.
Guarda cosa fa Amazon: appena vai nella sezione libri ti accoglie con quello che stavi cercando: le copertine dei testi divisi per sezioni. Con titoli, recensioni, autore e qualche informazione per decidere dove cliccare.
Non trovi la storia del libro, la prima stampa di Gutenberg e altri contenuti che servirebbero solo ad allungare il brodo. Perdendo di vista il search intent. E trasformando la categoria ecommerce in qualcosa di inutile.
Lavora su fattori SEO utili per la pagina
Una volta effettuata la ricerca delle keyword e aver individuato la giusta alberatura per intercettare le ricerche dei potenziali clienti ha bisogno di un buon lavoro di SEO on-page. Sto parlando della base nota a tutti:
- Tag title.
- Meta description.
- Tag H1.
- URL.
- Contenuto.
- Header.
- Tag alt.
Insomma, tratta la categoria come una qualsiasi pagina web. Non è una sezione secondaria e non deve essere affrontata come una sorta di contenitore di schede prodotto. Accogli questa attività come un dovere.
Per capire qual è l’impegno in questa fase del lavoro basta dare uno sguardo a come lavorano i top player, quelli che guadagnano le massime posizioni nella serp: i tag title sono ottimizzati ma non in modo da seguire con i paraocchi singole keyword. E le meta description cosa fanno?
Lasciano indicazioni utili per prendere una decisione. Soprattutto per le categorie che fanno più traffico (ma andrebbe fatto per tutte) si dovrebbe eseguire un lavoro certosino nella search console per comprendere come diminuire la differenza tra impressioni e click. Questo si ottiene con il performance report, la sezione dedicata al rendimento SEO di un sito web.
Cerchiamo quindi di modificare la meta description in modo da rendere più appetibile quel risultato. Questo è, a mio avviso, il lavoro del SEO copywriting oggi: lavora sui micro-contenuti di un sito web efficace.
Attenzione a chi prendi come riferimento. Ho notato che Amazon ha un pessimo rapporto con tag title e meta description, spesso sono poco ottimizzati questi campi. Ma il portale si posiziona sempre bene, è vero.
Questo però non significa che tu debba fare come Amazon. Spesso i grandi nomi del web possono permettersi pratiche che non ti conviene seguire per i tuoi progetti personali e per i clienti che segui.
Evita contenuti duplicati delle pagine
Problema noto a chi opera nel settore della SEO tecnica: spesso le pagine di archivio tendono a creare contenuti duplicati. Soprattutto in un ecommerce dove può esserci una scarsa attenzione al generare categorie:
- Senza contenuto.
- Simili ad altre categorie.
- Uguale ai tag e ai filtri.
- Con contenuto duplicato.
Già, spesso questo problema si manifesta perché la struttura del sito web non viene studiata attentamente e si pubblicano pagine di archivio praticamente uguali. Nel senso che due o più categorie ecommerce hanno nomi differenti ma semanticamente condividono lo stesso significato.
Quindi all’interno ci sono le stesse schede prodotto. Se a tutto questo ci aggiungi poco testo di accompagnamento che magari è anche duplicato il piatto è servito: hai contenuti duplicati nelle categorie ecommerce.
Trova un buon servizio di web copywriting per creare descrizioni uniche per tutte le categorie, evita di creare tassonomie che possono essere coperte da quelle che hai già online, assicurati che per ogni categoria ci sia un numero di articoli utile a giustificare una nuova sezione del sito.
E se ci sono necessità specifiche usa il tag canonical per dire a Google qual è la versione da considera tra due pagine troppo simili. Attenzione, il tema in questione è decisivo quando decidi di fare SEO per ecommerce.
Punta sulla velocità della pagina web
Non puoi e non devi lasciar passare questo punto, l’ottimizzazione delle risorse che consideriamo come categorie ecommerce devono avere sempre un buon punteggio in termini di velocità di caricamento.
Questo si ottiene lavorando su diversi fattori, dalla cache alla scelta del server. Ma ciò che serve sapere è che non basta il punteggio della velocità. Oggi sono i Core Web Vitals a fare la differenza, vale a dire:
- Largest Contentful Paint (LCP).
- First Input Delay (FID).
- Cumulative Layout Shift (CLS).
Usa il report della search console per avere una valutazione chiara delle pagine del tuo ecommerce, individua se ci sono situazioni critiche e risolvi i problemi specifici analizzando le categorie ecommerce con strumenti specifici come Lighthouse e Pagespeed Insight sempre di Google.
Ottimizza il peso delle immagini online
Abbiamo parlato dell’importanza di un buon lavoro legato all’ottimizzazione delle performance. Oggi parlare di SEO vuol dire affrontare il tema dell’user experience e non solo della velocità di caricamento. Però c’è un punto particolarmente importante da ricordare.
Sono le immagini a causare i peggiori rallentamenti e i principali problemi in termini di velocità di upload. Questo perché, come suggerisce anche la ricerca di almanac.httparchive.org, è l’immagine a determinare maggior parte del peso di una pagina. Ciò vale per tutti i siti web, anche per l’ecommerce. E sai bene che qui ogni decimo di secondo vale denaro.
La soluzione per le tue categorie ecommerce migliori? Di sicuro non devi rinunciare alle foto ma devi seguire una serie di passaggi indispensabili:
- Carica la foto nel formato giusto (JPG o PNG).
- Comprimi al meglio il file per evitare peso inutile.
- Usa immagini con le dimensioni adeguate.
- Indica nel codice HTML le dimensioni altezza e larghezza.
Soprattutto, carica solo le immagini che servono. Non usare foto e grafici, o magari GIF, per spezzare la monotonia del testo o decorare. Su un ecommerce vince semplicità ed essenza. Punta verso l’obiettivo principale.
A tutto questo puoi e devi aggiungere anche un buon lavoro SEO, quindi aggiungendo il tag alternative e rinominando il file dell’immagine.
Crea una struttura per l’utente mobile
Ultimo punto ma non per importanza: mai dimenticare che questa pagina, molto probabilmente, sarà vista e vista da utenti che usano un dispositivo mobile. Per la precisione uno smartphone. Come pensare questa risorsa?
Testo strutturato e facile da leggere, elementi che si possono selezionare con facilità, immagini che si ingrandiscono facilmente e call to action facili da cliccare con un tap delle dita: inutile dire che devi avere un template responsive, su questo credo che non ci siano dubbi e problemi. Evitiamo interruzioni fastidiose e usiamo pop-up mobile friendly se necessario.
Da leggere: come fare SEO on-page per ecommerce
Ottimizziamo le categorie ecommerce?
Spero di sì. Al momento possiamo dire che limitare l’attività SEO on-page alle schede prodotto, alla home page e a d altre pagine fisse – escludendo le categorie ecommerce – può essere una mossa senza futuro. Scellerata.
Ma attenzione a cosa si muove sulla scacchiera della buona ottimizzazione in termini di search engine optimization: a volte si cerca di forzare la mano e portare la soluzione versi lidi (solo) a prima vista interessanti.
Che, però, hanno vita breve, come l’attività di rimpinzare la categoria con testo inutile. Soprattutto nell’above the fold, la prima parte della risorsa.
Mettiamo sempre al centro l’user experience, l’utilità che deve avere la pagina in questione per chi legge e sfoglia le pubblicazioni lasciate nella categoria. Forse su questa pagina si cerca qualcosa da acquistare e non da leggere, non sei d’accordo? Come hai ottimizzato la tua categoria?