Il concetto di performance marketing può essere la soluzione per ottenere buoni risultati dalla tua attività di promozione online. Tutto questo perché punti su un concetto fondamentale che risponde al win-win: il risultato positivo diventa un punto d’incontro per entrambe le parti.
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ToggleOvvero chi fornisce il servizio di promozione e chi, invece, riceve i benefici delle varie attività messe in atto per operare in modo vantaggioso. E ottenere vantaggi concreti. Ma la regola del performance marketing va bene in ogni caso? Cosa significa esattamente?
Cos’è il performance marketing: definizione
Questo termine sintetizza quell’approccio promozionale che fa pagare all’inserzionista, la figura che attiva la sua azione pubblicitaria, solo i risultati pattuiti. E non oltre. Questo approccio può essere applicato a diverse realtà automatizzate. Ma difficilmente si può parlare di una reale convenienza per entrambi quando ci sono diverse variabili umane nel processo creativo.
Qual è l’obiettivo concreto del performance marketing? Far fare qualcosa a un attore, vale a dire l’utente ultimo che completa il quadro dei soggetti di questa pratica. C’è qualcuno che attiva una campagna, chi mette a disposizione una struttura e infine l’utente finale che compie un’azione.
Come un click, una visita o un’attività più complessa come la sottoscrizione a una lista. In alcuni casi questo lavoro si attiva anche nei confronti delle vendite online.
Da leggere: meglio attivare una DEM o scrivere newsletter?
Marketing delle performance, casi virtuosi
Dopo aver dato una definizione ecco gli esempi. Quando mi trovo di fronte al performance marketing? Ad esempio con una serie di strumenti come Facebook Ads e Google AdWords (ora Ads).
In questi casi tu lavori su un punto chiaro: l’acquisto di spazi pubblicitari, quindi occasioni di vendita, capaci di fruttare visibilità in modo sistematico e misurato. Non improvvisato.
Il comune denominatore delle strategie legate al performance marketing: la possibilità di preventivare tutto. In primo luogo i parametri per misurare l’andamento delle campagne. Sia Facebook che Google hanno dei paletti importanti da settare. Qualche esempio?
Metriche per misurare attività e prestazioni
Quando decidi di lavorare con il performance marketing devi, in primo luogo, smussare i numeri da osservare per definire gli obiettivi da raggiungere per ottenere il vantaggio sui competitor. E che poi dovrai saldare, ma anche trasformare in conversioni utili al tuo scopo.
Questo è il punto: il concetto di performance marketing non vuol dire pagare per guadagnare. Non funziona così, ci sono quasi sempre delle fasi intermedie da attivare. I parametri:
- CPM – Il valore per per mille impression. Ovvero visualizzazioni.
- CPC – Il costo per click. Quanto ti costa una visita sul link
- CPA – Ovvero Cost per Action/Acquisition relativo a un’attività.
- CPL : Cost per Lead, il prezzo di ogni contatto generato.
- CPS – Costo per ogni vendita che arriva a destinazione.
Sembra quasi una scala che va dal risultato più generico a quello specifico. Dalla semplice impressione (l’utente vede la campagna) alla vendita. In realtà ci sono anche altri acronimi – CPO relativo agli ordini, CPE per l’engagement, CPV dedicato alle visite – ma tutto diventa inutile se poi non ci sono azioni concrete per trasformare il risultato in qualcosa di significativo.
Pro e contro del performance marketing
Il vantaggio fondamentale di questa strategia: puoi calcolare alla perfezione il ROI, il return of investment. Vale a dire quanto hai effettivamente guadagnato da un’azione di marketing. Se hai impiegato un certo quantitativo di denaro per fare pubblicità a una landing page e hai venduto un numero di prodotti o servizi tale da superare le spese allora tutto quadra. L’obiettivo: aumentare questo scalino.
Lo svantaggio? In primo luogo un’alta concorrenza: dato che l’accesso a questi sistemi sono automatizzati, basati su una strategia scalabile e riproducibile (quindi applicabile a tanti con un’unica soluzione), devi scontrarti con i competitor che attivano strategie simili alle tue. Ad esempio, su Facebook Ads puoi fare la pubblicità al tuo corso di web marketing ma lo farà anche il tuo concorrente.
Ecco perché diventa fondamentale avere la giusta formazione nel campo della pubblicità online, uno dei settori che affronta con maggior successo il concetto di performance marketing. Che non può essere applicato sempre e comunque.
Pagare solo i risultati: è sempre così?
A tutti fa comodo avere un progetto di web marketing impostato solo sui profitti e sul giusto pagamento. Sborso solo quello che mi serve per ottenere utili, come per una materia prima. Il ragionamento fila, vero? In realtà è viziato da una serie di falle che è giusto elencare:
- Il marketing ha a che fare con le decisioni umane che non sono sempre lineari.
- Il risultato che ottieni non può essere sempre rivolto alla monetizzazione diretta.
- Per ottenere risultati interessanti devono essere ottimizzate altre attività.
- Non tutte le attività possono essere pagate a risultati, racchiudono fasi intermedie.
Il blogging può essere un esempio di performance marketing? No, perché non esiste una metrica utile per valutare il successo materiale di un contenuto nel breve periodo.
Ho scritto un articolo, mi vuoi pagare per le visite generate? Nessuno mi può assicurare che il blog lavori in modo da avvantaggiare il posizionamento dell’articolo. Lo stesso vale per i social.
Questo è solo un esempio tra mille. Quando puoi lavorare su piattaforme ben definite e con metriche lineari (questo avviene soprattutto con la pubblicità digitale) il performance marketing dà il suo meglio. A patto che dopo ci siano delle azioni concrete per far fruttare l’investimento.
Da leggere: come fare retargeting su Facebook
Il tuo marketing basato sulle prestazioni
Secondo te quest’approccio è vincente? Ci sono i termini per ottenere buoni risultati con una dinamica del genere? Pagare solo quello che riesci a ottenere: in determinate circostanze questa soluzione è perfetta per calcolare il ROI e ottenere numeri concreti. Ma non sempre puoi applicare lo schema a tutti i passaggi della tua strategia di web marketing, sei d’accordo? Tu come lavori?