Bel quesito: chatbot o email marketing, dove investire? Può sembrare una domanda superflua per la piccola azienda o il libero professionista. Ma basta già avere un ecommerce per sentire il peso di questa decisione. Meglio lavorare sulla classica newsletter, sul messaggio di posta elettronica che arriva nella casella personale, o tentare le nuove tendenze?
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ToggleIl rapporto diretto in real time, quello che si crea grazie alle chat, può diventare una testa d’ariete per raggiungere gli utenti che si rivedono in pieno nel ZMOT. Sto parlando dello zero moment of truth, quella tendenza che spinge a saltare ogni schema relativo ai momenti di verifica del prodotto: lo smartphone diventa appendice per raggiungere il brand in qualsiasi momento.
E il bot semplifica tutto ciò. È una presenza costante, rassicurante. Una volta istruito può fare la differenza anche se non ha tutte le soluzioni che offre la casella di posta elettronica.
O meglio, non può competere con tutto ciò che fanno programmi come Mailchimp e Mailup. Quindi, cosa scegliere? Dove investire le proprie risorse? Meglio chatbot o email marketing?
C’è chi vede lo scontro tra email e chatbot
Potrebbe essere. Non si può parlare di rivoluzione di questi germogli dell’intelligenza artificiale, però è vero che le chat sono strumenti che si posizionano in alto rispetto ai social più utilizzati.
E non lo dico io, ma le ben note statistiche di Web Are Social: nei dintorni delle prime posizioni, dopo YouTube, abbiamo Facebook Messenger e WhatsApp (tutto in mano a Mark Zuckerberg).
Considerando la penetrazione degli smartphone nelle abitudini quotidiane e la semplicità con la quale l’individuo usa questa combinazione diabolica per raccogliere informazioni…
Beh, direi che è plausibile pensare a una piccola rivoluzione chatbot. Magari ai danni dell’email marketing. Ma è proprio così? Veramente si tratta di scegliere tra chatbot o email marketing?
Da leggere: come creare un chatbot Messenger
Tutto dipende dal contesto e dall’obiettivo
Quasi inutile sottolinearlo, però bisogna lavorare su concetti chiari quando si insinuano determinate idee: non esiste una sfida tra chat e messaggi email. Il motivo è semplice e riguarda la flessibilità dell’universo web marketing: per ogni esigenza ci sono strumenti specifici da utilizzare, e ciò che ottieni con la newsletter non lo fai con un bot. E viceversa, mi sembra fisiologico.
Quindi tutto riguarda gli obiettivi che ti prefiggi. Vuoi creare un maggior coinvolgimento degli utenti e proporre dei contenuti pensati per delle richieste specifiche? Magari contornando tutto questo con una metodologia pull, vale a dire richiesta esclusivamente da chi si trova dall’altro lato dello schermo? Il chatbot diventa la scelta da seguire.
Perché il chatbot coinvolge e rispetta l’utente
Anche in questo caso non sono io a inventarmi i numeri, ma arrivano dal post di Social Media Today. Ti riporto direttamente le parole che ho letto, così puoi farti un’idea precisa:
Chatbots can have CTRs ranging from 15%-60%, and even the lower end of that spectrum well surpasses the average email marketing CTR (which is only about 4%).
Ciò significa che i chatbot possono avere un CTR (click through rate, percentuale di visite rispetto alle impression) compreso tra il 15% e il 60%. Tutto chiaro, vero? Lo scenario più infausto supera di gran lunga il CTR medio di una campagna di email marketing, che si assesta al 4%.
Poi è chiaro che ci possono essere delle differenze e della variazione in base ai casi, ma l’idea è questa: con il chatbot è l’utente a interrogare il brand. Che ha confezionato delle risposte utili.
Il chatbot si migliora e non invade il campo
O almeno questa dovrebbe essere la base di partenza. Ma hai un vantaggio dalla tua parte: i dati forniti dagli utenti durante l’interazione con i chatbot possono aiutarti a creare delle offerte e dei contenuti migliori. L’intelligenza artificiale è nulla senza una gestione chiara e attenta. Fortunatamente ci siamo (per ora) ancora noi dietro a queste risposte automatiche.
D’altro canto l’email marketing rischia di diventare uno dei punti deboli di una strategia proprio perché diventa invadente. Magari il tentativo di vendere si trasforma in puro e semplice spam.
Le persone hanno bisogno di vere e proprie spedizioni per ripulire la casella di posta elettronica infestata dalle newsletter non gradite. Capita anche a te? A me in continuazione, giuro.
Attenzione a non sottovalutare l’email marketing
Mai. Usata bene, l’email è ancora uno dei tool essenziali per ottenere un buon ritorno degli investimenti. Perché in ogni caso il messaggio di posta elettronica viene mandato a una persona che ha dato il consenso, è interessato a un determinato argomento. Lo so, questo è un discorso di principio e c’è chi non lo segue neanche per sbaglio. Ma non è sempre così.
I numeri di www.campaignmonitor.com ci descrivono una situazione in cui l’email può diventare uno strumento decisivo per ottimizzare gli investimenti. Soprattutto alla luce di ciò che si può fare con gli automatismi. Già, non è solo il chatbot a sviluppare queste dinamiche.
L’email marketing automation prende delle decisioni in base alle azioni o alle preferenze della lista contatti. E quando lavori sui grandi numeri ciò significa influenzare le conversioni in modo importante.
Da leggere: 6 consigli per fare email marketing
Quindi, chatbot o email marketing? Tu cosa scegli?
Io opto per la soluzione migliore: raggiungere il risultato necessario e utile alla mia strategia di web marketing. Lavorare solo su compartimenti stagni che escludono a priori un’idea per fare largo a un’altra vuol dire procedere con i paraocchi. Proprio come quelli che usano i cavalli.
Il confronto chatbot o email marketing può essere fruttuoso solo se mette in risalto vantaggi di entrambe le realtà e spinge il professionista a regolarsi di conseguenza. Prendendo scelte ponderate. Tu, ad esempio, hai già individuato la direzione giusta?