Le vendite ecommerce possono avere diverse fonti. C’è chi guadagna molto grazie alla newsletter, chi fa un eccellente lavoro di social media marketing e chi punta su AdWords e Facebook Advertising. Ah, poi c’è il professionista che lavora su tutti i punti elencati.
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ToggleMotivo? Per ottenere un risultato omogeneo e sfruttare tutti i rami della promozione online per portare traffico al sito e aumentare i profitti. Questa è la regola base per migliorare le vendite ecommerce. E una buona parte del traffico potrebbe arrivare da una fonte inaspettata.
Parlo delle ricerche per immagini. Una delle fonti di traffico per molti siti web è questa. Le persone cercano in modi differenti, si confezionano la ricerca in base alle proprie esigenze e necessità.
Si può esprimere una query attraverso la ricerca vocale, si digita e si cercano link da cliccare. Ma a volte i risultati devono essere visual. Ed è qui che l’ecommerce può fare la differenza.
Capire come cercano le persone e cosa vogliono
Il primo punto da sottolineare è questo: per aumentare le vendite ecommerce con un buon lavoro di content marketing basato sul visual bisogna comprendere cosa vuole la persona che si trova dall’altra parte dello schermo. In parte questa risposta viene dalla tua esperienza personale, sai bene cosa fai quando vai in un negozio per acquistare: vuoi vedere il prodotto.
Ma il web va oltre. Aumenta le nostre capacità, e quando lo fa bene noi siamo felici. Affrontare il tema della customer journey, il percorso che fa il tuo cliente per raggiungere l’acquisto, è decisivo in questi casi. Quante volte ti è capitato di cercare un prodotto che hai visto ma non sai come si chiama o di che marca è? Cosa fai in questi casi? Vai su Google Image e lo descrivi.
Come vedi Google Image è in grado di rispondere alle necessità di chi ha idee poco chiare e cerca suggerimenti rispetto a un prodotto partendo da parole chiave correlate al bene stesso. Per fare questo hai bisogno di una serie di elementi decisivi. Iniziamo?
Per approfondire: conviene vendere con Amazon o con un ecommerce?
Fai analisi delle keyword, anche long tail
Se vuoi lavorare in questi termini devi capire cosa cercano le persone. Ma non solo con la keyword transazionale secca (cappottino rosso prezzo) o con quella navigazionale (cappottino rosso Zalando). Affronta la ricerca delle parole chiave in modo da ottimizzare ogni scheda prodotto partendo da tag title, meta description e continuando verso il testo che introduce il bene.
Cercando di aiutare il motore di ricerca a contestualizzare. Non forzando la mano con inutile stuffing di keyword ma cercando di aiutare le persone a scoprire e capire qualcosa in più.
Senza forzature e lavori di SEO copywriting basati sul gonfiare testo scheda e tag alt con una marea di parole chiave. Se in una foto c’è un cappottino rosso con cappuccio tu non farai altro che far capire con chiarezza che quello è il topic della pagina. Evitando ripetizioni e lavorando su ciò che potrebbero essere le richieste correlate: taglie, misure, spedizioni prezzi.
Ottimizzare le immagini per i motori di ricerca
Questa è una necessità impossibile da tralasciare. Se l’ecommerce vuole farsi trovare attraverso le immagini deve puntare sull’ottimizzazione SEO per le foto, e fare in modo che il visual incontri le esigenze del motore di ricerca. In realtà tutto è molto semplice, ecco cosa suggerisce Big G:
Utilizza nomi file e testo alternativo brevi ma descrittivi (…). Pratiche non consigliate: Utilizzare nomi file generici come “immagine1.jpg”, “fig.gif”, “1.jpg” (…). Non inserire parole chiave nel testo alternativo o copiare e incollare frasi intere.
Secondo la guida SEO di Google l’immagine deve essere trattata in modo da raccontare attraverso quelle poche stringhe di testo disponibili cosa si trova nella foto. I campi essenziali: nome file, testo alternative, attributo title, contesto. Vale a dire tutto il contenuto che si trova intorno. La base di partenza è semplice, ma applicare tutto questo a un ecommerce può essere un problema.
Lavorare su ogni singola foto diventa un lavoro a tempo pieno, ma puoi utilizzare Screaming Frog per avere un dato cruciale: tutto il materiale visual a cui manca il testo alternative, vale a dire il passaggio più importante per far capire a Google qual è il contenuto di quello scatto.
Non ti dimenticare la rapidità della risorsa
Se la foto è stata ottimizzata per i motori di ricerca hai buone possibilità di aumentare le vendite ecommerce, ma ricorda il passaggio intermedio: non sacrificare la velocità di caricamento pagina.
Devi trovare il giusto equilibrio e ricordare sempre che l’upload della scheda prodotto è un fattore decisivo, incide sulla permanenza del potenziale cliente sul sito. E quindi sulla SEO.
Portare le immagini nel circuito advertising
Questo è un passaggio cruciale che si intravede nello screenshot in alto: Google permette di creare pubblicità specifica per le immagini, in forme differenti. Ad esempio nel settore ecommerce una delle più comuni e utilizzate è il carosello. Puoi apprezzare questo risultato nella serp base.
Nella sezione Google Immagini, invece, i risultati sponsorizzati si trovano in alto, hanno il prezzo in evidenza e una descrizione che appare con il passaggio del mouse. Insomma, puoi lavorare bene con le sponsorizzazioni e sulla risorsa ufficiale di Google trovi tutti i dettagli.
User experience, soddisfa sempre il pubblico
Vero, per aumentare le vendite ecommerce attraverso le immagini devi fare in modo che le persone trovino i tuoi scatti. Ma devi curare tutto ciò che riguarda l’user experience.
In parte ne ho già parlato, citando la velocità di caricamento delle pagine ho portato l’attenzione su uno dei classici punti che vedono una sovrapposizione tra ciò che vuole Google e cerca l’utente.
Molti passaggi proseguono così. L’usabilità della scheda prodotto influenza il comportamento del pubblico e la soddisfazione della tua audience viene registrata dal motore di ricerca.
Allora, come si migliora una scheda prodotto?
Organizzando i contenuti nella pagina e scegliendo con cura cosa mettere e in che modo. Le foto devono ingrandirsi e portare a scoprire ogni dettaglio di ciò che si vuole acquistare. L’idea è quella di annullare le differenze tra ciò che puoi fare in un negozio fisico.
O almeno ci puoi provare: il cappottino rosso non lo indossi attraverso l’ecommerce ma puoi scoprire tutti i dettagli. Guarda come fa Zalando: visual in prima linea e tutto il resto dopo.
L’importanza di fare dei test sullo shop online
Funziona sempre così? Per aumentare le vendite ecommerce basta mettere tante foto di qualità sulla scheda e lasciare che sia Google a fare il resto? No, hai bisogno di tanti test e tentativi.
Quando gestisci uno shop online non puoi mai pensare di aver risolto e terminato il lavoro. Il prossimo passo: capire cosa fa il pubblico sulla tua scheda prodotto, se è interessato al visual e come lo usa. Per incassare questo traguardo puoi e devi usare le mappe di calore (heat map).
Il tracciamento delle azioni è importante
Vuoi scoprire le abitudini dell’utente? Hai bisogno di programmi avanzati, tool a pagamento che consentono di registrare cosa fanno le persone sulla pagina web. Senza questo passaggio è inutile prendere delle decisioni: è come lavorare alla cieca, per semplice idea o intuizione.
Invece con questi dati puoi fare dei test A/B e capire quale versione della scheda funziona meglio per un determinato prodotto. Magari con i cappotti va bene mettere prima le foto ma per un computer è meglio aggiungere la scheda tecnica in alto. Chi può dirlo? Solo i test.
Da leggere: come creare una pagina Facebook per ecommerce
Vendite ecommerce con le immagini: tu cosa fai?
Queste sono delle regole base per spingere le immagini come veicolo per aumentare le visite di un ecommerce sui motori di ricerca. Lo stesso discorso vale per i social: avere un buon progetto di visual storytelling su Facebook, Twitter e Instagram può fare la differenza quando decidi di aumentare il fatturato e le vendite del tuo store. Stai procedendo in questa direzione?