Geolocalizzazione e contesto immediato rispetto ad una ricerca precedente sono le basi della ricerca, ma Google non personalizzerà altro nei suoi search intent.
Come ha dichiarato alla CNBC il colosso del web di Mountain View non utilizza al massimo delle sue potenzialità la ricerca personalizzata. Al contrario Google precisa che in questo momento è stato dato un forte giro di vite tanto che “la personalizzazione della ricerca è molto limitata” nella classifica dei risultati di ricerca limitandosi alla “posizione dell’utente o al contesto immediato rispetto ad una ricerca precedente”.
Sembra che la nuova parola d’ordine sia fading fast, una sorta di scelta forzata verso uno “spegnimento veloce” della ricerca personalizzata che diversi anni fa creò a Google non pochi problemi.
In verità la personalizzazione della ricerca in altri prodotti Google continua positivamente il proprio corso, ma nella ricerca web principale non è riuscita a trovare la sua naturale collocazione.
Google ha affermato che dopo un lungo periodo di test sulla personalizzazione si è scoperto che in verità non aiuta gli utenti a trovare il contenuto che stanno cercando e solo in pochi e rari casi ha contribuito a migliorare i risultati di ricerca.
Già da molti mesi i risultati forniti da ogni singola ricerca presentano, nella maggior parte delle query, dei risultati così ampi e talmente diversificati che i SEO professionisti sanno quanto effettivamente abbia poco senso fornire un’ulteriore personalizzazione. A sottolineare il tutto è una dichiarazione di Pandu Nayak, Google fellow e vice presidente del settore ricerca: “Una query che arriva ad un utente di solito ha così tanto contesto che l’opportunità di personalizzazione è molto limitata.”
L’ultima volta che Google ha scritto dettagliatamente su come venivano usate le personalizzazione nella ricerca è stato nel 2011 ma già nell’anno successivo, dopo le prime risposte, il mondo del web ha iniziato a non gradire troppo la novità, con competitor come DuckDuckGo che hanno utilizzato l’introduzione della nuova ricerca di Google a proprio vantaggio lanciando la propria artiglieria pesante contro il motore di ricerca più utilizzato al mondo.
CNBC ha fatto quindi chiarezza in merito, evidenziando come che il passo indietro di Google sulla personalizzazione li abbia aiutati a rimanere fuori da alcune controversie che siti come Facebook o Twitter hanno avuto con i loro algoritmi di feed di notizie.
Perché la personalizzazione limitata dovrebbe interessare i SEO?
Alla base di una strategia SEO che si rispetti c’è sempre lo studio e l’analisi dei dati. I SEO quasi sempre tengono traccia dei risultati di ricerca e l’aver eliminato un’alta percentuale di personalizzazione, aiuterà certamente a monitorare con più facilità sia i successi che i fallimenti. Certo, la localizzazione rimarrà sempre un fattore primario per chi opera nella local business, e questo avrà sempre un ruolo fondamentale nel ranking e con la nuova Google Search Console ormai non più beta si potranno utilizzare sempre più dettagliati rapporti sul ranking, così come i molti altri strumenti permetteranno di potenziare sempre di più la propria visibilità on-line.
[via searchengineland.com]