Facebook, il fact-checking ora riguarda immagini e video

facebook-Fact-Checking

Dopo il lancio della nuova tecnologia in grado di leggere il testo nelle immagini, Facebook continua a lavorare sul fronte sicurezza. Di recente l’azienda ha annunciato che il sistema di fact-checking interesserà, d’ora in poi, anche immagini e video. Finora, il controllo dell’App si è rivolto soprattutto ad articoli con notizie fuorvianti, senza considerare che la disinformazione si annida anche nei contenuti visivi. In questo modo, Facebook si impegna a combattere la disinformazione, un tema sempre più caro all’azienda di Zuckerberg.

Il nuovo fact-checking di Facebook

Nell’era delle fake news, Facebook cerca di correre ai ripari ampliando il sistema di fact-checking anche ai contenuti visivi. Se è vero che gli articoli possono contenere notizie false e tendenziose, lo stesso vale per immagini e video. Spesso gli utenti si trovano a ricondividere post di notevole impatto emotivo, senza però considerare i dettagli del testo, che spesso nascondono messaggi falsi.

Il vero problema sta nella credibilità che gli utenti danno ai post che trovano nel Feed del social, soprattutto se si tratta di generazioni non particolarmente giovani. Le persone più anziane non pensano che la Rete possa nascondere insidie e tranelli, e spesso si affidano a quanto leggono. Proprio per questo Facebook ha deciso di dare un segnale forte e controllare anche le immagini pubblicate dagli utenti, spesso di grande impatto emozionale. Ma d’ora in avanti, appoggiandosi ad aziende partner esterne, il social può controllare la veridicità di tutte le notizie che vengono condivise. Se una foto si riferisce ad un evento passato e viene riutilizzata, oppure se un video contiene modifiche importanti, allora il fact-checking lì riconoscerà come falsi. Lo stesso vale per una dichiarazione falsa di un qualunque personaggio famoso. Insomma, Facebook non lascia più spazio alle fake news, lanciando un altro importante aggiornamento finalizzato a renderlo uno spazio sicuro.

[via socialmediatoday.com]

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