Ti piace il titolo? Mi spiego subito: più che parlare di sfida, di Inbound Marketing Vs Outbound Marketing, preferisco prendere in considerazione le sfumature che caratterizzano queste strategie. Al tempo stesso simili se non altro per l’obiettivo: raggiungere i clienti.
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ToggleIn realtà le somiglianze si assottigliano sempre di più se cerchi di approfondire l’argomento. Basta partire dalle definizioni: cosa significa inbound marketing? Una serie di tool che permettono di intercettare il pubblico. Anzi, i potenziali clienti. Outbound Marketing, invece? Qual è il significato di questa parola? Spingere un messaggio senza il permesso, interrompendo l’esperienza dell’utente.
Questo crea una distanza siderale tra i due approcci. Cambiano gli strumenti, cambia il metodo. Soprattutto cambiano le idee fondanti dei metodi. Che ormai si trovano ancora una volta agli angoli del ring: Inbound Marketing Vs Outbound Marketing, chi vincerà?
Quando il metodo fa la differenza
Il primo punto da sottolineare quando fai un confronto tra outbound e inbound marketing è il metodo. Ovvero come procede il lavoro sul campo. Quando parli di outbound marketing ti riferisci a una serie di tecniche pubblicitarie già note, conosciute da quando esistevano solo i mass media.
Televisione, radio, giornali: quanto costa investire su queste piattaforme? Tanto, a volte troppo. Ma sono perfetti per modellare la comunicazione dell’outbound marketing: monodirezionale, dalla fonte alla massa indistinta, senza alcun bisogno o desiderio di trasformare il processo comunicativo in qualcosa che vada oltre la vendita.
Per capire di cosa sto parlando basta dare uno sguardo al classico spot televisivo: guardi il tuo programma, la pubblicità interrompe lo spettacolo, ti alzi e vai a prepararti un panino. Nel frattempo i soldi degli inserzionisti volano via. Tutto questo riguarda solo il mondo offline? Sbagliato, il web è pieno di outbound marketing. Perché è questo il discorso che voglio portare avanti: si tratta di un metodo.
Un metodo che non tutti riescono a sostituire con l’inbound marketing. Un po’ per convenienza di chi vende i servizi, un po’ perché ci sono meccanismi difficili da scardinare. Prendi come esempio la stampa online: un intero settore che si basa sull’outbound marketing. Su banner invadenti che rovinano la lettura e ti costringono a cambiare pagina.
Chiaro, non posso generalizzare. In Italia si affacciano timidi casi di native advertising. E i giornali iniziano a guadagnare vendendo non spazi pubblicitari generici ma pubblicazioni capaci di inserirsi nel calendario editoriale. Senza infastidire il lettore. Anzi, facendosi trovare dalle persone giuste.
Gli strumenti del lavoro
Non voglio elencarti gli strumenti per fare inbound marketing e quelli per passare al lato oscuro della forza, l’outbound marketing. Lo hanno già fatto altri al posto mio, in questi casi lascio sempre lo schema di Moz che fa una buona distinzione tra questi universi. Guarda, hai tutto quello che ti serve in questo schema.
Ecco, questi sono i nomi da ricordare. Ci sono delle differenze chiare che segnano il passo, e che rimandano alla classica comparazione tra queste strategie: l’outbound marketing è più costoso dell’inbound, punta all’interruzione e non a creare valore per i lettori, non c’è interazione tra le parti ma solo il tentativo di “piazzare la vendita”. L’inbound marketing si dissocia da tutto questo e cerca di fare qualcosa di semplice e naturale: offre contenuti di qualità.
Questo è il punto da sottolineare: la sinergia tra SEO, social media marketing e contenuti. Solo attraverso questi passaggi puoi portare le persone verso le risorse per trasformare un lettore in un potenziale cliente. Analizzo le esigenze, creo dei contenuti adeguati, li ottimizzo per renderli rintracciabili sui motori di ricerca e li spingo sui social.
Sorpresa, faccio pubblicità su Facebook e con Google Adwords. Questa è la grande rivoluzione dell’inbound marketing: puoi usare banner, inserzioni di Facebook e di Google, strumenti convenzionali e convivere con l’outbound marketing. Ecco le parole di Jacopo Samo Matteuzzi:
Inbound marketing è un termine utile perché ci aiuta a capire che SEO e PPC sono solo due facce della stessa medaglia, due diversi approcci alla stessa meta, che è di condurre utenti interessati all’acquisto sul vostro sito web.
Alla base c’è solo l’attitudine, l’atteggiamento nei confronti del lettore: rispetto, coinvolgimento, capacità di rispondere a esigenze concrete. Una buona pubblicità non cambia il risultato: stai consigliando il meglio, e non lo stai facendo in modo invadente.
Da leggere: cosa non è inbound marketing
La grande idea di chi fa inbound marketing
Sai qual è la grande idea dell’inbound marketing? Rispettare il potenziale cliente. Lo inserisce in un processo in cui passa da una condizione di anonimato a quella di ambassador, entusiasta di quello che fai e di cosa pubblichi. Mentre l’outbound marketing si limita a colpire il pubblico, l’inbound fa in modo che gli utenti sfruttino i social per quello che sono: canali di comunicazione.
Quindi c’è empatia, quindi ci sono le interazioni che mettono azienda e cliente a confronto. Ci sono anche i dati. Numeri concreti che fanno la differenza per valutare determinate azioni con precisione. Non ci sono passaggi improvvisati, con l’inbound marketing puoi misurare quasi tutto. Puoi capire come si muovono i flussi sul tuo blog, da dove arriva il traffico delle landing page, come ti posizioni su Google.
Chiaro, non hai tutto con i numeri. Una buona conversazione su Facebook non può essere misurata. Ma può portare lead perché le persone si fidano di chi ci mette la faccia. E l’idea che riposa alla base dell’inbound marketing è proprio questa: massimo impegno in prima persona. Puoi fare lo stesso con l’outbound marketing?
Inbound marketing Vs Outbound Marketing: quale preferisci?
Io la vedo così: non puoi definire a priori cosa scegliere per una determinata strategia. Ci sono scenari differenti, target diversi, strade che non puoi escludere prima di un’attenta analisi. Io ho basato la mia attività sull’inbound marketing, e se mi chiedi come guadagnare con un blog ti rispondo così: per portare i clienti sulle landing page e trasformarli in clienti. Oggi puoi fare molto con l’inbound marketing, ma puoi fare tutto? Lascio la risposta a te, nei commenti.