Questo è uno dei punti fondamentali del mio intervento durante i corsi di web marketing. Per ottenere buoni risultati devi ragionare intorno ai clienti, alle esigenze delle persone che vuoi raggiungere. Questo vale soprattutto nel mondo del blogging: creare post di qualità significa rispondere alle domande dei lettori.
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ToggleQualcosa di nuovo? No, questo è già stato detto. Ma spesso mi trovo di fronte a ottimi presupposti che non si traducono in operazioni concrete. I contenuti sono sempre al centro di una strategia di inbound marketing, e il blog rappresenta la chiave di volta (insieme a un buon lavoro SMM e SEO) di questo progetto.
L’utente è il perno di tutto. Sempre. Ma cosa significa questo? Nella maggior parte dei casi si riduce a una semplice analisi sul Keyword Planner per capire cosa cercano le persone. Che è sempre una buona cosa, non mi fraintendere, ma per creare una content strategy sul blog hai bisogno di una riflessione raffinata. Magari di un modello. Detto in altre parole, devi creare delle reader personas.
Cosa è una reader personas?
Un idealtipo, un lettore immaginario capace di intercettare un segmento preciso, un potenziale utente interessato al progetto. In termini pratici è un documento – più o meno schematizzato e arricchito con particolari grafici – nel quale descrivi gli aspetti demografici e le necessità di una persona che potrebbe aver bisogno del tuo blog. Una reader personas è un punto di riferimento per la scrittura perché ti consente di indirizzare gli sforzi verso un obiettivo chiaro. Obiettivo? Non disperdere energie per intercettare individui che in realtà non hanno bisogno di te e dei tuoi articoli.
Senza dimenticare che le reader personas ti permettono di ottimizzare il tone of voice, lo stile della comunicazione. Se hai ben presente il potenziale lettore puoi gestire questo aspetto, puoi scegliere le parole con attenzione.
Ci sono un paio di interrogativi che ruotano intorno a questo punto. Ad esempio, quante reader personas deve avere un blog? Non esiste un numero fisso, non puoi saperlo a priori. Devi svolgere un’analisi per ottenere informazioni chiare e riflettere sulle possibili soluzioni. In ogni caso il numero medio (in base alla mia esperienza personale) ruota intorno alle 3/4 personas.
Perché lavorare su questi elementi?
Perché creare una reader personas? Il primo motivo è semplice: ottimizzare. Lavorare senza sbavature, colpendo il pubblico in pieno. Non sempre è possibile, soprattutto all’inizio. Con il tempo migliorerai grazie all’esperienza e alle reader personas, sintesi capaci di racchiudere le caratteristiche essenziali del lettore.
[easy-tweet tweet=”Vuoi lavorare bene con il tuo blog? Devi puntare sulle reader personas!”]
Creare le reader personas può essere utile per individuare nuove opportunità legate al progetto, non solo in termini di calendario editoriale ma anche per ampliare l’offerta. Attraverso la riflessione legata ai possibili lettori puoi individuare aree del tuo universo professionale che non hai ancora affrontato.
Il resto è chiaro: personalizzare la scrittura, adeguare le pubblicazioni alle esigenze di chi legge per quanto riguarda la forma, gli argomenti e la struttura dell’articolo. In questo modo scopri nuove questioni: meglio puntare su articoli brevi e immediati o su contenuti lunghi, pillar article e tutorial? Potrebbe funzionare una campagna di video marketing?
Per approfondire: video corso di blogging di Samo Academy
Come creare una personas
Le reader personas ti aiutano a definire il target, quindi tutto parte da questo elemento: la raccolta dei dati per descrivere le persone che ti leggono. Come ogni ricerca basata sul piano editoriale, devi puntare su dati qualitativi, quantitativi e privati. Iniziamo con quest’ultima categoria: di cosa stiamo parlando?
- Ricerche private.
- Conversazioni e dati del customer care.
- Dati di vendita.
- Google Analytics.
- Facebook Insight.
Stai analizzando dati privati, le informazioni che sono in tuo possesso. Il primo obiettivo è creare dei profili demografici dei tuoi lettori: età, istruzione, genere, lavoro, famiglia. L’ecosistema Facebook può dare punti di vista interessanti, stesso discorso vale per Google Analytics che ti consente di estrapolare diversi dati.
Cosa recupera Google Analytics? Fascia d’età, genere, categorie affini: con una buona conoscenza nel settore web analytics puoi approfondire questi dati. In ogni caso non è semplice andare in profondità solo con questo primo passaggio, ecco perché devi continuare la ricerca e utilizzare i dati qualitativi. Sto parlando delle informazioni che puoi recuperare attraverso:
- Forum.
- Siti di Q/A.
- Gruppi e pagine Facebook.
- Conversazioni su Twitter.
- Commenti nei blog.
- Disqus.
In questi luoghi puoi scoprire cosa vogliono le persone, cosa dicono, cosa cercano. E come lo cercano. Puoi trovare domande irrisolte, paure, risorse che animano un determinato profilo di utenti. Puoi scoprire che i freelance preferiscono determinate risorse, e che i professionisti con una buona esperienza hanno esigenze specifiche. Ma non basta, puoi raffinare il tutto con altri strumenti:
- Google Keyword Planner.
- Google Suggest.
- Google Trend.
- Altri SEO tool.
In questo caso lavori con i dati quantitativi che ti permettono di estrapolare le ricerche effettuate su Google dai lettori. Questa fase è fondamentale perché ti consente di aggiungere un altro punto di vista. Magari scopri che attraverso una parola (ricette mediterranee veloci) c’è un segmento che devi soddisfare (mamma indaffarata che cerca ricette gustose e veloci).
Da leggere: 3 strategie per migliorare la tua attività di blogging
Modelli e tecniche per creare una personas
Hai raccolto i dati? Perfetto, devi creare le personas. Ora è fondamentale un lavoro di riflessione, magari insieme alla redazione o alle persone coinvolte nel progetto. Devi individuare il numero di personas, riunire le caratteristiche simili che ti portano a definire la presenza di un profilo. I dubbi tipici: e se sbaglio? E se poi me ne pento?
Non conosco un processo capace di individuare al primo colpo una personas precisa. Il tempo ti aiuterà a smussare le imperfezioni, i risultati e gli insuccessi serviranno a limare le informazioni. Ecco, cosa devo inserire in un documento? Quali sono i dati di una una reader personas? Ecco i punti che non possono mancare:
- Nome e cognome.
- Immagine.
- Età.
- Istruzione.
- Lavoro.
- Come ha trovato il blog.
- Come lo segue.
- Cosa cerca.
- Come puoi soddisfare la sua domanda.
- Come può convertire.
Ci sono modelli e soluzioni prestampate che definiscono utilizzi differenti (tipo le buyer o le user personas), in ogni caso questa è la strada che seguo per i progetti di blogging. Cosa devi curare? La personalizzazione, anche se fittizia: il documento descrive una persona con nome e volto.
Inoltre le personas hanno un punto essenziale: una sigla, un elemento che permette di racchiudere la caratteristica da cogliere al volo. Prendi come esempio questo modello di Content Marketing Institute: è semplice rispetto alla gran parte degli schemi che puoi scaricare online, ma ha l’elemento che mi interessa. Ovvero la sigla che racchiude l’essenza del lettore: mamma indaffarata.
In questo modo io capisco subito quali sono le sue esigenze. Posso usare questa tecnica in qualsiasi caso, con tutte le reader personas che creo per il progetto. Il punto d’arrivo: sfruttare questa sintesi nella mappa mentale dei contenuti, nel calendario editoriale, in tutti i luoghi utili per schematizzare i post. In questo modo chi scrive sa già a chi si rivolge.
E tu usi le reader personas?
Tu usi le reader personas in fase di pianificazione editoriale? Non esiste strumento migliore per aumentare le probabilità di ottenere buoni risultati, ecco perché ti consiglio di lavorare subito su questo punto. Per creare i tuoi documenti puoi usare un foglio Word qualsiasi, ma ci sono anche dei PDF o dei modelli predefiniti. Ecco qualche link utile: