Il visual marketing è un argomento che cattura sempre l’attenzione. Sarà per il fascino che le immagini hanno sul nostro modo di decodificare il mondo, o forse perché da qualche parte abbiamo letto che attraverso le immagini tutto diventa più semplice. E che il cervello umano risponde con una velocità superiore rispetto alla scrittura (60.000 volte più velocemente rispetto al tempo che impiega per decodificare un contenuto testuale).
Le immagini sono importanti per la comunicazione online. Un testo acquista vigore con un’immagine contestualizzata, e perde di leggibilità se non ha alcuna connessione semantica e viene messa solo per spezzare il muro di parole. Poi c’è il visual storytelling, l’arte del raccontare storie attraverso immagini e video: le aziende puntano su questo settore perché – grazie a un giusto investimento – riescono a ottenere risultati interessanti.
Soprattutto, riescono a mettere in pratica la tanto attesa strategia di inbound marketing: il messaggio pubblicitario lascia il posto a un contenuto che le persone cercano, vogliono vedere e condividere sui social. Un esempio su tutti: la pubblicità della Apple “The Song” che mette al centro della storia una ragazza che fa un regalo speciale alla nonna. Il prodotto è marginale, c’è un protagonista in carne e ossa al centro della storia.
I problemi del visual marketing
Il visual marketing, quindi, è un settore florido. Ma quali sono i problemi che gli esperti percepiscono come tali? Una ricerca condotta da Digiday su un campione di 200 esperti americani ha portato alla luce dei dati interessanti. In particolar modo si prevede che per il 2015 si spenderà il 30,5% in più del budget disponibile per creare e pubblicare contenuti visual. Un’impennata interessante che può far ben sperare gli specialisti.
Chi lavora sulla strategia di marketing ha fiducia nel visual e tende a investire in questo settore. Certo, questi dati devono essere contestualizzati e confrontati con quelle che sono le potenzialità della singola realtà aziendale. Ma anche e soprattutto con le difficoltà che sorgono quando si vuole lavorare sul visual marketing.
Secondo la ricerca di Digiday, ripubblicata da eMarketer, il primo problema riguarda la mancanza di tempo e di personale, citato da quasi due terzi degli intervistati (64%). Interessante notare un punto: la mancanza di ispirazione creativa e di contenuti originali non rappresentano un problema, sono delle voci minime nel grafico.
Cosa vuol dire questo? I contenuti visuali creati a regola d’arte ti possono permettere di aumentare i follower, conquistare link, migliorare l’engagement dei social, aumentare la permanenza degli utenti sul sito. Ma hai bisogno di idee fresche: quelle ci sono, spesso però le risorse sono ancora poche. Gli addetti ai lavori comprendono il potenziale del visual marketing ma si stanzia ancora poco per sviluppare questo settore. Soprattutto per quanto riguarda la raccolta dei dati.
Fare visual marketing oggi
Oggi è facile parlare di visual marketing anche perché tanti strumenti sono stati introdotti, e permettono di ottenere ottimi risultati con conoscenze minime. Non devi essere un mago di Photoshop per ottenere una grafica avvincente da condividere sui social: basta Canva e poco altro. Certo, se vuoi dei prodotti differenti – magari una infografica per puntare all’acquisizione di buoni link o una creatività particolare – devi sfruttare le potenzialità di strumenti performanti.
La grande differenza in questo caso sta nella raccolta dei dati. Puoi creare i migliori contenuti visual di questo mondo, ma se non hai una base che ti permette di puntare la tua creatività su punti certi rischi di perdere tempo e denaro per dei lavori che cadono nel vuoto. Anche i marketer intervistati da Digiday sono d’accordo con questa tesi: c’è bisogno di investire in tool capaci di raccogliere informazioni sul target.
Soprattutto informazioni demografiche, seguite da dati legati alla personalità, agli interessi politici. I professionisti che puntano sul visual marketing dovrebbero sfruttare la tecnologia per raccogliere ed elaborare dati, e poi usare i risultati per trasformare la propria creatività in contenuti visual capaci di attirare l’attenzione. Lasciamo alle macchine il lavoro noioso, concentriamoci sulla creatività 🙂
Puoi decidere di applicare il visual marketing alla tua strategia di social media marketing, alla tua attività di SEO, al tuo fare blogging. Puoi anche migliorare le visite del tuo blog grazie alle immagini e dare un’identità precisa alle tue pubblicazioni. Attraverso i contenuti visual puoi dare una buona svolta alla tua attività. Ma hai bisogno di una strategia basata su dati concreti. Tu come stai affrontando questo punto? Come procede la tua attività di visual marketing?
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