Ci sono mille modi per conquistare nuovi lettori. Ed è quello che dovresti fare per garantire la sopravvivenza del tuo blog: è vero che contano le interazioni e non i numeri, ma è anche vero che un po’ di vita su Analytics non fa male.
Soprattutto se queste visite si trasformano in lettori fedeli, realmente interessati a quello che scrivi. Ecco, soffermiamoci sulla scrittura: per aumentare le visite del tuo blog devi scrivere bene, ovvero devi trovare un buon equilibrio tra quantità e qualità. E devi curare i dettagli.
Esatto, non basta pubblicare post a ripetizione. Gli articoli devono essere tagliati intorno alle esigenze del target, devono avere dei contenuti visual adeguati, devono avere dei titoli coinvolgenti ma non ingannevoli. Partiamo da questo punto: stop al traffico di bassa qualità, ai lettori occasionali, alle visite nate da un click baiting selvaggio.
Molti blog e progetti editoriali lavorano in questo modo. Inseriscono dei titoli ingannevoli, poco chiari e capaci di stimolare la curiosità del lettore, per attirare il click. Risultato? Una visita guadagnata, ma un probabile lettore perso perché manca il collegamento tra promessa del titolo e contenuto.
Un gioco di equilibri
Esatto, quello tra title e description deve essere un gioco di equilibri. Un tag title deve essere in grado di riassumere in meno di 60 battute (sì, da quando Google ha cambiato alcune disposizioni grafiche c’è meno spazio) tre concetti fondamentali:
- Informazioni – Le persone devono capire qual è l’argomento.
- Motori di ricerca – Google deve capire qual è l’argomento.
- Attenzione – Il tag title deve essere in grado di catturare l’attenzione.
Perché parlo di tag title e non di headline efficace? Perché su un blog come WordPress puoi differenziare questi elementi. Con due plugin come All In One SEO Pack o WordPress SEO di Yoast puoi inserire un campo title e avere una headline specifica per l’articolo e un tag title che verrà mostrato dai motori di ricerca nella serp. Ma non solo: grazie a questi plugin puoi inserire anche la description, ed è proprio qui che devi agire per creare delle sinergie.
Guarda questo esempio. Qui ho deciso di giocare con la curiosità: il titolo racchiude una domanda interessante per l’audience di riferimento, e la description si collega proponendo due alternative. Quale sarà la risposta giusta? Non si tratta di una semplice descrizione dell’articolo, ma di un invito a entrare. In questo caso, invece, ho fatto appello a un piccolo esperimento retorico:
Nel titolo c’è una parentesi che crea interesse, che suggerisce al lettore che c’è qualcosa di importante: non si tratta della solita guida dedicata agli hashtag. Sotto, invece, la description non si limita a descrivere il contenuto ma spingere il lettore verso il tema della formazione: gli hashtag sono fondamentali, devi inserirli con cura. E guarda caso hai una guida (veramente) utile al tuo fianco. E poi c’è la tecnica psicologica:
In questa description ho usato come leva il tempo. Non puoi prendertela comoda, c’è un problema da risolvere, devi fare in fretta e sfruttare il tuo blog per fare personal branding. Quando? Ora. Grazie al mio post. Condizione essenziale per lavorare in questo modo? Mantenere le promesse. Se vendi fuffa rischi di fallire miseramente.
Da dove arrivano i lettori?
Puntare sul buon equilibrio tra tag title e description conviene. E non solo perché in questo modo ottimizzi la tua presenza nella serp: questo beneficio lo puoi riscontrare anche sui social. Tag title e description vengono richiamati da Facebook e Google Plus nella normale condivisione del link, ma anche da Twitter se viene implementata la summary card.
L’equilibrio tra tag title e description, il giusto gioco di informazioni e stimoli che rimbalzano da una stringa e l’altra, è fondamentale per attirare nuovi lettori interessati al tuo settore professionale. Ma le informazioni che vengono estrapolate durante la condivisione dei social possono puntare anche alla credibilità dell’autore.
Un caso concreto: con il meta name=”author” all’interno del codice (per la precisione nell’head) puoi comunicare a Facebook l’autore del post che verrà mostrato nella condivisione. Questa è un’ottima soluzione per dare al lettore un’informazione in più e puntare sull’autorevolezza dell’autore (approfondisci l’argomento).
Come puoi ben vedere il ritmo tra tag title e description non riguarda poche stringhe e non solo i motori di ricerca. L’equilibrio tra altri elementi (autore dell’articolo, ma anche nome dominio) è fondamentale. Tu hai già iniziato a lavorare su questo fronte? Title e description del tuo blog sono pensati per attirare l’attenzione del lettore? A te la parola.