Essere primi su Google non è mai certo. L’ottimizzazione sui motori di ricerca è una “non-scienza” in virtù del fatto che anche la Case History più probante può essere messa a dura prova se riapplicata anche solo in un’altra SERP e se non si entra nell’ottica che – in questo campo – ad azione corrisponde reazione (terzo principio della dinamica).
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ToggleInsomma si rischia di finire a parlare di un altro SERPente, l’uroboro che si morde la coda.
Non esiste la formula segreta per essere primi su Google
Sembra strano e anche un po’ stucchevole doverlo ri-affermare, ma quando (nel giro di una settimana) senti il prospect che ti dice “mi hanno detto di fare così e colì e sicuramente avrei avuto un risultato” e poi non lo ha ottenuto, o l’ennesimo “voglio una garanzia di posizionamento” o “non è possibile che non esista un metodo sicuro” come se stessimo parlando di contraccettivi, beh allora si, tocca ridirlo: non esiste la formula segreta per posizionarsi come primi su Google.
Capisco l’esigenza di avere certezze da parte di un cliente, è perfettamente normale ma mi chiedo se si hanno le stesse remore quando si investe in cartellonistica, dove il ritorno è totalmente fumoso (almeno quello diretto, in termini di brand è una buona prova di muscoli).
Signore e signori, ci muoviamo nel contenitore di Google Inc., una multinazionale che possiede campo, pallone e arbitro.
Non esiste chi ti possa offrire certezze matematiche sulla SEO
E chi lo fa si comporta similmente al Pirelli di Sweeney Todd, che vende piscio come se fosse una miracolosa lozione per capelli. Personalmente sono per il mercato libero (se non libertario) e certe offerte “del cuggino” le ritengo ottime per sgrassare il mercato dai cattivi clienti.
Purtroppo però, quando si offrono garanzie – e accade a più livelli – non si fa la gara al prezzo più basso, che non compete a un vero professionista; ma si va a ledere la fiducia verso un settore fragile, vuoi per digital divide mentale, vuoi per mancanza di una cultura d’impresa.
Appunto, impresa: quando si fa davvero, ci si accolla anche il famoso “rischio”.
Un buon marketer SA fare delle stime, non è che si può chiedere a un cliente di investire 10 nella SEO senza prevedere un ritorno di 12-15 o quanto basti per avere un margine di guadagno E pagare le fatture all’agency o al consulente.
Ma la garanzia, per motivi di cui sopra, è un azzardo.
Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma (in business)
Mi piace citare Eraclito per dire un’altra banalità: il valore aggiunto delle azioni di SEO, che è una materia entro il recinto del Marketing, sono legate a stretto filo alla risposta che il prodotto dovrebbe dare a una data domanda dell’utente.
Se il prodotto non è di per sé una buona risposta, allora si è reso visibile un qualcosa con tutti i suoi limiti e questo è pure dannoso.
Solo la dose fa in modo che la Link Building faccia effetto
Piccola postilla finale: so che ti chiederai “si, Ben, bella manfrina, ma tu alla fine come fai SEO?“. Attualmente, a grandi linee, come il maxibon: buoni contenuti biscottati da una parte, e una granella di link dall’altra.
Citando l’alchimista Paracelso, “tutto è link” nel Web. Basta saper gestire le dosi.
E tu cosa ne pensi? La SEO è scienza o alchimia?
4 risposte
E quando ti rispondono: Sì ma un’agenzia mi ha assicurato il primo posto su google basta che pago…
Quello mi pare si chiami “PPC :D”
La SEO nasce come Scienza ed ora sta maturando come Alchimia, la verità la conosce solo Dio Google. Una sola cosa è certa in questo intrigato mondo SEO, l’approccio deve essere fatto almeno pensando con Metodo Scientifico, per i curiosi un ottimo divulgativo su questo argomento è “Lo Zen e l’arte della manutenzione della motocicletta, Robert M. Pirsing – 1974”.
Per Il resto, i molti fanno Congetture.
Francesco hai ragione sull’approccio, bisogna essere estremamente rigorosi, poi la creatività esce fuori nelle casistiche non previste (in fondo è Marketing).
E grazie per la citazione del libro di Pirsing, bellissimo – lo lessi tempo fa su consiglio di un caro amico 🙂