Oggi ospitiamo la testimonianza della nostra social amica Francesca Ungaro, che ha seguito il Visual Storytelling Day di Milano.
Francesca è una Content manager molto attiva sui social, la sua specialità è Twitter, come potrai vedere dal suo profilo. Il bello dei social è proprio la possibilità di conoscere persone interessanti, con cui condividere le tue passioni. Con Francesca è scoccata subito la scintilla, per questo abbiamo deciso di invitarla al nostro evento. Lasciamo la parola a lei… 🙂
In certi giorni arrivano messaggi privati su Facebook che t’illuminano.
Circa un mese fa, Valentina mi scrive e mi invita al suo Corso Visual Storytelling.
Valentina è gentile, paziente, ha un sorriso tanto grande che sconcerta. Bella e inarrestabilmente brava, la seguo da sempre ma non l’ho incontrata mai.
Sono giorni scottanti per me: un trasloco, un cambiamento di lavoro e di vita radicale.
Non importa, fermo tutto: il 14 maggio sono al TAG di Milano per conoscerla e conoscere il suo team.
Questo non è un post da addetti ai lavori, anche perché – per il sopracitato trasloco – arriva con un mese di ritardo. Qualsiasi feedback sul Corso è già stato dato.
Immaginate, però, di suonare il citofono in una mattina piena di sonno, fare le scale e imbattervi – con tutta la sua barba – in un Nicola Carmignani. Così, per dire: il principe di Instagram in Italia.
Basta uno sguardo e ci abbracciamo. La sua barba viene prima dei suoi occhi, ma i suoi occhi sono attenti e vivacissimi.
Vorrei sdoppiarmi per poter seguire le slide e le parole degli speaker, non perdermi un secondo degli insegnamenti, ma, al tempo stesso, poter godere della compagnia.
C’è un’atmosfera in sala di coinvolgimento puro.
Attenzione, però: Valentina non scherza affatto.
Non bisogna perdere il filo quando lei è sul palco perché non ti ritrovi più. Veloce, scattante, ti chiedi se si fermerà mai o se c’è qualcosa che, professionalmente, chissà forse non sa.
Quando finisce di parlare, si siede sul puff di fronte a me. Non alza lo sguardo, è impegnatissima: tutto è sotto il suo controllo.
Poi mi twitta “ma dove sei?” e io “davanti a te!“. E’ allora che nascono i momenti da ricordare.
Viviamo storie da raccontare ogni giorno e non c’è narrazione migliore di quella che si srotola attraverso le immagini.
Le immagini comunicano meglio di mille parole, si sa.
Con le parole puoi sbagliare, essere frainteso, soprattutto su strumenti di comunicazione tanto veloci e esplosivi come i Social Media.
Un’immagine parla, racconta, emoziona senza poter essere fraintesa.
Ti obbliga a fermare il flusso costante dei pensieri, ruba la tua attenzione, ti cattura. Basta un attimo.
E’ proprio quell’istante di interruzione emotiva che colpisce il lettore e che abbraccia il cliente.
Le aziende lo stanno capendo sempre di più e i Social Network sono diventati più visivi.
Perfino 140 caratteri diventano eccessivi se c’è un’immagine accanto.
La creatività è la base del nostro lavoro, ma ha bisogno di essere nutrita.
E’ spontanea, certo, non la impari sui libri, ma è una luce che si affievolisce facilmente.
Per questo è importante imparare a rivoltare pensieri, parole e prospettive.
Trovare sensi e non sensi, mettersi in gioco raccontando: si crea così quel valore che fa la differenza.
Impariamo a giocare con le emozioni che le immagini fanno emergere.
C’è un mondo immenso, se scoperchi la pentola: ispirazioni, idee, progetti, altri contenuti. Nuove collaborazioni e nuove soddisfazioni.
Scoperchiare il mondo emotivo porta dritto al tuo obiettivo, sia esso quello di raccontare storie o quello di convincere i clienti.
Il Corso di Visual Storytelling dello studio Samo mi ha regalato questo, invitandomi: emozioni in immagini.
Ogni volta che ci ripenserò, ispireranno altro valore.
Per i “dettagli tecnici del corso” citofonate direttamente a lei, Valentina.
Qualche bella foto però ce l’ho anch’io!
Webwriter e Content Manager. Psicologa clinica per vent’anni. Ha lavorato come Responsabile della Comunicazione Corporate in grosse società. Psicologia e scrittura sono le due passioni che si intrecciano da sempre nella sua vita. E’ attenta, curiosa e affonda con gusto nell’inconscio.
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