In uno degli ultimi articoli ho citato l’importanza dei contenuti generati dagli utenti, ovvero degli user generated content. Il motivo di questa attenzione? Gli utenti amano essere chiamati in causa, soprattutto quando il brand si fonde con i propri valori e con i propri sogni.
Indice dei contenuti
ToggleEsempio concreto. Posso andare al bar e bere un caffè senza avere la minima idea del brand che si nasconde dietro a quella tazza, ma con Starbucks è diverso: mi identifico nei valori di Starbucks, creo un legame forte con questo brand. E rispondo alla call to action che mi chiede di scattare una foto del bicchiere personalizzato.
Gli utenti si identificano in un brand, c’è un legame tra l’azienda e il pubblico. Poi c’è l’idea. C’è la strategia che porta l’utente a pubblicare un contenuto e a diffonderlo attraverso strumenti social tipo Twitter o Instagram. E quando questo contenuto diventa visual, cioè si esprime attraverso video e immagini, lo spettacolo è assicurato. Qualche esempio?
1. Lululemon
Lululemon è un’azienda dedicata all’abbigliamento Yoga. E ha deciso, insieme alla Olapic, di dedicare attenzione ai contenuti generati degli utenti. Ha chiesto di condividere su Twitter e Instagram immagini della propria attività Yoga con l’hashtag #TheSweatLife. Queste immagini vengono, poi, inserite in una sottosezione del sito web.
Cosa genera tutto questo? Fidelizzazione. Le persone si sentono parte di una community, di un qualcosa da mostrare al mondo intero. E sono felici di raggiungere il sito web del brand che accompagna intensi allenamenti, ore e ore di posizioni assurde per raggiungere un equilibrio psicofisico. Ovviamente c’è un altro vantaggio nell’inserire le foto nel sito web: conquistare una marea di link di qualità dai blog di social media marketing (come in questo caso).
2. Starbucks
Sì, torniamo ad affrontare il tema Starbucks. In uno dei vecchi articoli ho presentato il progetto video: Meet Me At Starbucks, ovvero un filmato che incrocia diverse storie che hanno come sfondo un locale Starbucks. L’obiettivo, probabilmente, è quello di identificare Starbucks non solo come un bar di passaggio, ma un luogo in cui si svolge la vita. Per aumentare l’attenzione del pubblico verso questo tema, l’azienda di Seattle ha chiesto agli utenti di pubblicare sui social immagini con l’hashtag #HowWeMeet.
Obiettivo: incoraggiare le persone a condividere storie legate all’amicizia, allo stare insieme, al vivere momenti felici nei locali Starbucks. E poi c’è la condivisione sui social. Un dettaglio interessante: Starbucks ha risposto a tutti i commenti negativi lasciati in questo post. Un post che era stato usato per attaccare l’azienda su una notizia falsa, ma Starbucks ha gestito la crisi in modo esemplare: dando spiegazioni in modo pacato, e sempre con una formula diversa.
3. GoPro
Passiamo ai video. La GoPro crea una piattaforma nel proprio sito per ospitare i video di chi usa queste videocamere per filmare la propria attività. ovviamente la GoPro è una macchina utilizzata soprattutto da persone che praticano sport estremi, quindi i video sono – nella maggior parte dei casi – in linea con il target del portale. I video (il submit avviane inserendo il link della piattaforma ospitante) appaiono nella sezione dedicata: qui puoi creare anche una playlist con i tuoi contenuti preferiti.
4. Lego
Belkin ha creato una custodia per iPhone in partnership con la Lego, che ha arricchito il lato posteriore del case con i classici mattoncini. La mossa successiva: Belkin ha chiesto ai propri clienti di mostrare tutta la creatività possibile nel personalizzate con i Lego la custodia. Ovviamente il risultato deve essere pubblicato su Instagram con l’hashtag #LEGOxBelkin.
Il risultato non si è fatto attendere, e la Belkin ha racchiuso le immagini con l’hashtag nella pagina prodotto. Un modo creativo per unire due community numerose: gli appassionati di Lego e gli utenti che scelgono iPhone.
5. Momondo
A proposito di GoPro: Momondo, un tool che permette di comparare voli e hotel, sfrutta una serie di leve ben precise per ottenere non solo la visibilità creata dagli user generated content, ma anche per aumentare i follower del canale Instagram in modo sistematico. Alla base di tutto c’è il classico contest: chi vince si aggiudica una GoPro.
Regolamento: seguire il canale Instagram, caricare una foto che catturi un momento di ispirazione prima del 14 febbraio 2014 (ovviamente il concorso è scaduto), taggare @momondo e usare l’hashtag #WinGoPro. La foto più bella è stata decretata dal popolo di Facebook grazie a una votazione popolare. Obiettivo: fidelizzare, creare buzz intorno al nome Momondo, aumentare i follower.
Questi sono gli obiettivi che, in fin dei conti, caratterizzano tutte le attività di user generated content. Quello che cambia sempre, invece, è la creatività. Non è facile differenziare, non è semplice avere una marcia in più. Ma è questo il valore aggiunto che puoi dare a una strategia basata sui contenuti generati dagli utenti: non basta chiedere foto o video, devi trovare la giusta combinazione per accogliere le esigenze di chi utilizza il tuo prodotto o il tuo servizio.
2 risposte
Vorrei provare a mettere in pratica i suggerimenti appena letti ma mi sta sorgendo un dubbio legato alla privacy delle persone immortalate nelle foto: come mettersi al riparo da eventuali problemi riguardanti la presenza di persone nelle foto? Una liberatoria? Mi spiego meglio: se chiedo ai miei utenti di mandarmi una foto loro in un certo atteggiamento, come faccio ad essere sicura che la persona che mi manda la foto sia proprio quella ripresa e che abbia dato il consenso alla pubblicazione? E se nella foto, come in quella di Starbucks, sono presenti altre persone, come faccio ad essere sicura che tutte siano consenzienti alla pubblicazione?
Grazie
Ciao Eleonora,
Di solito queste tecniche si basano su foto pubbliche. Ovvero su foto pubblicate sui social e che tu al massimo raccogli in una pagina web. Se io utente pubblico una foto su twitter e tu al embeddabile in una pagina tutto rientra nel normale uso dello strumento: l’immagine è liberamente embeddabile e questo vale per Twitter, per Instagram e per Facebook (sempre a prescindere dalle singole impostazioni di privacy).