La penalizzazione su Google è forse il più grande spauracchio di chi si approccia alla SEO. L’idea che una multinazionale possa decidere le sorti del business online effettivamente potrebbe mettere un po’ d’ansia, ma del resto “casa loro, regole loro“.
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ToggleNel mio piccolo, rimango dell’idea che il prof. Marchiori (ideatore dello sfortunato Volunia) non avesse tutti i torti quando parlava di “far uscire le galline“. Il colosso di Mountain View è stato micidiale nel creare un ambiente insuperabile e indispensabile nel Web oggi.
Però il vero problema è farsi uccellare come un pollo e starnazzare “alla penalizzazione, alla penalizzazione!” al primo calo.
I 5 casi in cui puoi dormire tranquillo
Nella mia personalissima esperienza mi sono capitati casi piuttosto surreali di richieste, disperate, di anti-penalizzazione. Siccome alcune sono piuttosto frequenti (quanti danni “emozionali” che ha fatto Penguin..) ho deciso di raccogliere le 5 più particolari.
Magari ai SEO più scafati strapperà qualche sorriso, ma spero possa aiutare a dissipare alcuni falsi miti, come l’imperitura Keyword Density, la scia chimica dell’ottimizzazione.
1. Sono stato penalizzato perché sono calato di DUE posizioni.
Alcuni cali, e risalite, in SERP sono “fisiologiche” nel senso che non si sta lavorando in un ambiente chiuso, ma in settori in cui agiscono anche altri attori e che magari in quel preciso momento stanno offrendo una soluzione per gli utenti che Google giudica più congruente.
Mi preoccuperei di crolli repentini, più che altro e in ogni caso monitorare costantemente senza paranoie.
2. Sono stato penalizzato perché ho avuto un calo di accessi dall’organico.
Altra situazione piuttosto comune, che al cliente-tipo risulta paradossale se confrontata a posizionamenti stabili. In realtà ci può stare che ci siano meno accessi per via della stagionalità o perché Google ha modificato gli elementi in SERP.
Insomma, mica si possono pretendere caterve di visite a Marzo per Albero di Natale, no? Oppure fai caso da quando Google ha inserito il widget meteo. Posizionarsi su quelle SERP è praticamente inutile. Si, è stato “penalizzante” ma in un altro senso.
3. Sono stato BANNATO perché il mio sito non è indicizzato!
La migliore di queste mi è capitata di recente: sito di una grossa corporate (ma proprio grossa grossa), che anche all’operatore site: non mostrava alcun risultato.
Per i padawan: basta visualizzare il sorgente della pagina e controllare che non ci sia il tag NOINDEX. Se presente, allora non c’entra affatto una penalizzazione, piuttosto una disattenzione da parte di chi mette le manine sante al sito. Digli di passare in INDEX!
Ah, ovviamente una volta segnalata la cosa, l’agency che cura la grossa corporate è sparita. L’educazione è la vera penalizzata! 🙁
4. Sono stato penalizzato perché non vedo più il mio sito!
Questa se la gioca in modo prepotente come perla del plot. Un vecchio cliente non riceveva più ordini dal sito né risultava più posizionato. Alla fine, “non si vedeva il sito” perché il dominio era scaduto da un mese con conseguente aggiornamento degli indici di Google.
Caso non comunissimo, ma mi è capitato 🙂
5. Sono stato penalizzato perché ho smesso di fare AdWords
Un po’ come le scie chimiche di cui sopra: il complotto. Non ho più voluto dare soldi alla multinazionale kattiva-e-$erpentina ed ecco che non sono più posizionato.
Non c’è alcuna correlazione fra le due cose, fra risultati a pagamento e risultati organici. Di certo Google non ti fa le ripicche se non ne paghi le campagne. Questo tipo di criticità comunque l’ho sentita abbastanza spesso da non poterla contare con le dita della mano.
La penalizzazione di Google è tutt’altra cosa
Credo che la grande G. sia riuscita nel suo intento più con i proclama che con i filtri effettivi: la paura di essere penalizzati ha creato tante congetture e paralizzato i più “sprovveduti” agendo, di fatto, da deterrente.
Di contro però, anche se con un ghigno, situazioni come sopra capitano e sta a chi si occupa di SEO tranquillizzare e continuare a ottimizzare!
E tu cosa ne pensi? Qual è stata la tua richiesta di anti-penalizzazione più strana?
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Se vuoi saperne di più, ti consiglio il mio corso su come uscire da una penalizzazione di Google 😉
8 risposte
Non mi occupo di SEO ma a volte mi capita di dover spiegare robe dell’internet a gente poco pratica. Ecco, questa mi ha fatto riderone.
“Non è che se facciamo la pagina su Facebook poi Google se la prende e ci cancella”.
Per la serie ‘Se mi lasci ti cancello’.
“se la prende” .. Google High School Musical.. i ragazzini proprio 😀
In tanti “troppi” pensano che il calo nel posizionamento sia sempre dovuto a qualche “penalizzazione” come dire “ogni scarrafone è bello a mamma soja” e la colpa è sempre degli altri 🙂
Arrivando addirittura a supporre vere e proprie antipatie da parte di Google nei confronti del loro sito..
Se ne sono sentite tante a riguardo..
L’ultima moda è quella di pensare che la notifica da parte di Google negli WMT riguardanti la risoluzione dei problemi di usabilità sui dispositivi mobili sia una “minaccia” che potrebbe trasformarsi in una penalizzazione..
Come dire.. la paura fa 90! 🙂
Credo che Google “giustamente” ci marci un po’ sopra. Fino a qualche tempo fa, i video del vecchio Matt Cutts che parlava di abuso di infografiche e guest post hanno creato più terrorismo che altro.. è una INC. , campa anche di “proclama”.
Ciao Jedi, il punto 3 alla fine fa “sbarellare”. Il punto 5 non l’ho neanche letto, ridevo già da prima.
Tocca ridere per non piangere 😀
Ciao Benedetto,
mi è capitato un caso molto simile al caso 3 che descrivi proprio all’inizio di questo mese. Anche in questo caso era una grossa multinazionale…il problema che ho rilevato è che il sistema di caching richiamava una precedente versione della homepage con direttiva noindex e quindi la home non risultava indicizzata…ma fa che è lo stesso cliente che ci ha chiesto il medesimo servizio? Sarebbe incredibile!
Ciao Valentino!
Oddio sarebbe micidiale ma non credo, non fosse altro perché una volta che ho segnalato la questione, hanno corretto in tutta fretta senza manco ringraziare 🙁